Buongiorno. Oggi facciamo un sondaggio: quanti di voi sono retrogamer? E’ difficile identificare una ragione specifica per cui un videogiocatore decida di impiegare il proprio tempo libero su un titolo di 10, 20 o addirittura 30 anni fa, piuttosto che immergersi in produzioni più “attuali”. Molte volte si tratta di nostalgia verso alcuni titoli che ci hanno accompagnato in tenerà età, non lo si può negare. Ma è vero anche che il gameplay della maggior parte della softeca SNES,MD,MS,NES era molto più immediato e semplice. Badate quando dico “semplice” non voglio certo dire che si trattasse di videogiochi facili. Molto banalmente penso che non essendoci la tecnologia atta a corredare il videogioco di fronzoli grafici in grado di aumentarne la capacita di immergere il giocatore in esso dal punto di vista prettamente visivo, si puntasse maggiormente sul gameplay. Con questo non voglio negare che trame avvincenti non siano state scritte anche in passato (basti vedere Chrono Trigger o The Fate of Atlantis), ma di certo una delle poche qualità che sottolineano l’importanza della grafica è di certo la capacità di farci entrare nel mondo virtuale creato nel videogioco.
Quindi ricapitolando: nostalgia e gameplay immediato. A questi due fattori aggiungerei anche il collezionismo ed ecco che abbiamo un quadro (molto generico eh) del perché si retrogioca.
Dobbiamo pero’ certamente ammettere che la maggior parte dei giocatori, preferisce provare nuove esperienze videoludiche, in grado di emozionare anche grazie ai passi avanti fatti in tutti questi anni dal punto di vista tecnologico. ciò che sarà in grado di darci Star Citizen o è stato in grado di farci vivere The Witcher 3 non lo troveremo mai tra le perle del passato, inutile negarlo. Per questo, pur amando titoli come Turrican, Another World, Lionheart, etc… capisco benissimo chi vuole lasciare il passato nel passato e guardare avanti. E’ normalissimo, e naturale.
Ciò che però mi disorienta è l’accoglienza esagerata che ricevono molti titoli indie che si rifanno alle vecchie glorie di Super Nintendo e Mega Drive.
Intendiamoci: sto parlando di giochi validissimi e davvero ben fatti.
In questo articolo ho volutamente messo le immagini di Cast Of The Seven Godsends gran bel titolo Indie che si rifà a Super Ghoul’n Ghosts.
Senza nulla togliere a questo bellissimo indie, non posso non notare però che il lavoro di Capcom sia sicuramente più elaborato e che offra indiscutibilmente un’esperienza più profonda.
Ciò che non capisco è: perché snobbare titoli del passato che si è persi lungo via e gridare al miracolo per l’uscita di indie che li scimmiottano?
Perché buttarsi su un Axiom Verge e non recuperare un Super Metroid (non serve avere uno SNES, basta un Wii o WiiU)?
Perché giocare 8bitBoy e non recuperare un random platform degli anni ’80 – ’90?
Potrei accettare la “scusa” che non tutti hanno possibilità di recuperare hardware di 20 o più anni fa, ma mi pare che Virtual Console e Collection varie sopperiscano a ciò.
Non capisco.
Io sono un retrogamer per motivi di età, essendomi perso generazioni a 8, 16 e buona parte dei 32 bit. In effetti lo faccio per “cultura” personale, non perché il pixel mi faccia impazzire anche se non lo disdegno. I motivi per cui si dovrebbe preferire un gioco attuale pixelloso ad un vecchio classico potrebbero essere una non colpevole ignoranza, oppure essere già soddisfatti della conoscenza che si ha del passato o infine che effettivamente il gioco nuovo sia effettivamente valido anche se mascherato da una grafica scarna. Personalmente io preferisco giocarmi giochi che sono ed erano al passo coi tempi, sarà il periodo storico a definirne la grafica. Gioco pochissimi indie anche perché scavando nel passato neanche troppo remoto si possono trovare un infinità di titoli validi che non si sono giocati e dei quali non si è nemmeno sentito parlare. In proposito vorrei proporre all’Angolo di fare qualche articolo dove si consiglia qualche “gemma nascosta” quando c’è magra di notizie come negli ultimi tempi.
A meno che non ci siano due titoli quasi omonimi, il gioco si chiama “I Have No Mouth, and I Must Scream” (non “I Must Scream But I Have No Mouth”) e non si rifà a Indiana Jones manco per il caz, visto che è uscito nel 1995 per MS-DOS. Quella a cui ti riferisci credo sia la re-release del 2013 per Windows, iOS ecc. Non so se sia una produzione indie ma direi che si rifà più al suo predecessore del 95 che a Indiana Jones (visto che è lo stesso gioco sostanzialmente).
Insomma prendere un gioco del 95 come esempio di “indie” che si rifà al passato non è il massimo.
Alvise sei vecchio, ma non vecchio abbastanza.
LOL, davvero? che fail Alvise. :D
Io non amo ne il retrogame ne per parcondicio la pixelart. non disprezzo i giochi old style in 2D, ma tipo Ori, Rayman… insomma, qualcosa di più moderno. o cose stilistiche tipo Limbo.
Grazie della segnalazione uakiki. Ho Lasciato Cast of The Seven Godsends e basta. Il succo dell’articolo era altro e può andare anche così.
Figurati. Se vuoi mettere qualche esempio puoi citare Technobabylon o qualsiasi altro gioco pubblicato da Wadjet Eye.
anche Metroid / Axiom Verge che ho messo alla fine penso che possa andare.
Che poi questo articolo è nato da una discussione su telegram sulla retrocompatibilità su PC , dove dicevo: “mi piace l’idea di poter giocare a Indiana Jones ATFOA e Rise of The Tomb Raider sulla stessa macchina” e (non ricordo chi) mi ha risposto: “Ma per quale motivo nel 2016 dovresti giocare a un titolo di 30 anni fa?”, ed io:”ma scusa se non avesse senso farlo , allora non avrebbe nemmeno senso giocarsi quegli indie ODIERNI che ne sono spesso la brutta copia”…. e da lì l’idea dell’articolo.
Beh il discorso fila. Alcuni giochi non sentono il passare degli anni e hanno rappresentato il culmine del loro genere quando sono usciti (ad es. Monkey Island).
Giocarli per la prima volta dopo 30 anni può essere piacevole, è per questo che gli indie li “copiano”.
Certo non si può dire per tutti i giochi: alcuni sono evidentemente sorpassati sotto tutti gli aspetti (tipo un FIFA 96 oggi fa ridere) e giocarli ora è dettato unicamente dalla nostalgia del divertimento provato allora. Ed è legata a quel gioco specifico, non a un genere. Si tratta quindi di RI-giocarli. Ed è per questo che di indie ispirati a FIFA 96 non ce ne sono.
Sarebbe interessante fare anche un excursus su quei giochi ingiocabili come via di mezzo. Per esempio, FIFA 96 effettivamente oggi farebbe ridere, ma una partita ogni tanto con amici a Nintendo World Cup la rifarei volentieri, come feci con avo in quel video.
Giusto. Però secondo me qui interviene il fattore nostalgia. A Nintendo World Cup ci rigiochi perché magari ci hai giocato da bambino, o da bambino hai giocato a un gioco simile e ti piace quell’atmosfera. Ma ti piace perché ne hai buoni ricordi, non perché il gioco sarebbe proponibile anche ora a chi non ci ha mai giocato.
Ho detto che FIFA 96 oggi farebbe ridere, intendendo *se uscisse oggi* e per questo non ci sono indie che ne emulano l’estetica. Però sempre per il fattore nostalgia non ti nascondo che una partita me la farei volentieri, solo per il gusto di segnare da centrocampo come facevo da gggiovane.
Io ho 32 anni e l’anno scorso in un momento di follia ho comprato un’ Amiga 500 beh è li a fare la polvere, sarà che quando ero piccino giocavo raramente e la mia unica console era un Gameboy Pocket con Warioland 3 ma non ho proprio voglia di giocare ai vecchi titoli e nemmeno quelli che li scimiottano
Allora Alvise, innanzitutto non condivido per niente il tuo discorso sul perché uno é retrogamer e sul perché uno gioca ai giochi attuali, perchè da quest’ultimo sembra che tu dica che i giochi di oggi siano un’evoluzione in tutto rispetto a quelli del passato, cosa piuttosto opinabile, e che offrano un’esperienza più immersiva grazie alla grafica “migliore”.
Secondo me, non pensi al fatto che un videogiocatore tende a seguire la generazione del momento, e quindi a giocare nuovi capitoli di una saga, quando magari non ha mai giocato i titoli che lo precedevano perché “troppo vecchi”.
Il fatto é che il videogioco retro’ non andrebbe giocato come “esperienza videoludica del passato”, ma come esperienza videoludica in sé, come uno dei tanti giochi sullo scaffale da completare, perchè può darti tutto quello che cerchi in un gioco, e non é per forza limitato dall’età.
Per il discorso degli indie, se uno di questi riprende un gioco del passato e la gente grida al miracolo, può essere che, come detto prima, abbiano seguito la generazione, e quindi non abbiano giocato il vecchio titolo (quindi si spera che lo recuperino) oppure, che questo indie abbia portato qualcosa di nuovo ispirandosi a qualcosa di vecchio, come ad esempio, per me, Undertale con Earthbound
noi vecchi orsi degli anni 80 siamo troppo coinvolti emotivamente per parlare in maniera obiettiva su questo argomento :(
da come la vedo io queste nuove riproposizioni di giochi del passato fatti da sviluppatori indie possono anche essere considerati un tributo …. ma anche un fatto positivo per riscoprire anche i giochi ormai sepolti dalla polvere del tempo che i videogiocatori di oggi non hanno mai provato.
Ho iniziato a giocare con un C64 ma oggi non avrei proprio voglia di andare a riprendere i vecchi arcade, se non forse per una mezz’ora di nostalgia canaglia.
Avendo vissuto sulla mia pelle l’evoluzione del medium (di pari passo con il miglioramento hardware) posso dire di essere contento del successo planetario che stanno avendo e del fatto che verranno sviluppati nuovi giochi sempre più belli e coinvolgenti.
Gli indie che copiano (così così per la verità) i giochi anni 80 lo fanno perchè è diventata una moda, entro due anni salterà fuori qualcos’altro e tutti a copiare il modello vincente.
Penso che la risposta si trovi nell’evoluzione che hanno avuto le meccaniche di gioco, raffinandole e rendendole più intuitive.
Ad esempio sto facendo un’immane fatica a continuare Ultima VII, perchè ogni volta che ci gioco, devo lottare con l’interfaccia. Stessa cosa system shock 2. Ottimo gioco, ma alcune cose sembrano pensate nel modo meno pratico possibile.
Guarda, concordo non so quanto, i giochi che scimmiottano titoli vecchi non mi dispiace giocarli ma quando vedo la gente giocare mille metroidvania usciti ora e non aver giocato mai a metroid né a castlevania mi viene da dire solo, wtf, e non parlo di giocarli per affezione, cultura o che altro ma perché giochi come super metroid e castlevania symphony of the night rimangono per me tutt’ora all’apice del genere
non sono anche piú difficilmente reperibili?
Super Metroid lo trovi su WiiU Virtual Console
Castlevania SotN sul PSN
la nostalgia fa bruttissimi scherzi!!! comunque (con tutto il rispetto) non capisco la domanda…non è un po’ come dire:”perchè stai a guardarti King Kong di Peter Jackson, quando ci sono quelli vecchi che sono gli originali?” , poi si, son d’accordo che se uno osanna un copia incolla senza conoscere l’originale non è un genius…
no è piu’ come dire: “perchè sei andato al cinema a vedere quella porcheria di point break , quando il vero point break con Keanu Reevs e Patrick S. era mille volte meglio?”
Per questo esistiamo noi veterani (io classe 81).
Sta ai giovani “usarci” e chiederci consiglio, chiedere spiegazione perché consigliamo loro un titolo X vecchio piuttosto che Y nuovo.
Noi peró dobbiamo essere saggi e non ciechi nostalgici.
Io non ti consiglierei mai di giocare a Super Mario Kart su Super Nes. Divertiti con Mario Kart 8, figlio mio.
Peró ti mostrerei anche che (notare bene il mio nick) Bionic Commando su Nes é ancora oggi un’esperienza unica e profonda come poche nonostante la mole assurda ti titoli indie “retro” che escono ogni anno.
Secondo me, il retrogamers appena mette le mani su un gioco a cui era affezionato, capisce di come giocarlo oggigiorno sia impossibile, tutto a causa delle sue nuove esperienze con i nuovi videogiochi e che lo hanno influenzato talmente tanto da snobbare un gioco a cui era affezionato( un esempio è quello del ragazzo sull’angolo che non riusciva a giocare a gta vice city e diceva di come fosse ingiocabile non solo a causa della difficoltà ma anche di imprecisioni del gioco stesso, che a quei tempi non eravamo abituati a captare). Il punto è, secondo me, che semplicemente gli indie(fatti bene) riescono ad agire su un qualcosa che al videogiocatore di vecchia data piace,per via di quel tanto che ricorda i vecchi giochi, e allo stesso tempo sia innovativo e non lo faccia pensare di essere diventato una vecchia ciabatta non più abile a videogiocare.
Più che altro non capisco quelli che dicono di essere dei GRANDISSIMI (detto alla Farenz) amanti degli indie e poi se gli metti davanti un super metroid storcono il naso
Sinceramente non vedo nulla di simile tra gli 8/16 bit di un tempo e gli “indie” se non la scelta da parte degli sviluppatori di questi ultimi di identificarsi con una impostazione grafica volutamente lontana dai titoli ad alto budget.
Io personalmente non retro-gioco spesso, e quando lo faccio è solo per pura e semplice nostalgia; di certo non osanno i titoli indipendenti pixellosi solo perché ho vissuto la stagione 8/16 bit:alcuni hanno ragione di quello stile, altri molto meno.
mah, io invece non capisco come mai si fanno sempre questi discorsi sugli indie che scimmiottano e copiano giochi, perché si vede roba in pixel art, o perché è un platform, o perché si spara/malmena qualcuno e si corre verso destra; insomma c’è sempre qualcosa che porta la mente a qualche vecchio gioco e quindi è sempre una becera copia o la scimmiottata della domenica. Invece per i tripla A sparatutto in prima persona nessuno mai si lamenta che sono una scimmiottata di Doom ad esempio, visto che se si ragiona nel solito modo avendo un arma in mano e si spara mirando con il mouse.. è una copia. Si vuol far sempre passare che gli indie fanno i soliti giochi scopiazzati ma non ci si rende conto che se ci sono dei giochi che sono praticamente tutti uguali sono i tripla A.
Giochi a qualsiasi menata in terza persona e sembra di giocare a Gears of War, pure i nuovi Tomb Raider hanno il solito gameplay: spari, ti nascondi dietro un ceppo e spari di nuovo, niente in contrario eh (il primo nuovo Tomb Raider mi è piaciuto, il secondo non l’ho ancora giocato), e se questo tipo di gameplay funziona e diverte è giusto che un po’ tutti i giochi si somiglino, però poi non mi si venga a dire che gli indie copiano e basta.
Se piacciono i platform e la roba in pixel art è giusto che ci sia mercato anche per queste cose, e di conseguenza quando escono giochi con questi elementi vi è una fascia di giocatori che li osanna, poi ci sarà nel mezzo gente che non gioca ai vecchi titoli da secoli, e altri invece che sono anche dei retrogamers incalliti, affari loro, del resto in quanti di quelli che giocano ai nuovi Tomb Raider faranno maratone a quelli vecchi su ps1? Oppure chissà in quanti di quelli che si fogano a COD avranno mai fatto una partita a Doom o Quake?
“non voglio certo dire che si trattasse di videogiochi facili”
E Ghoul’n Ghosts (o ghost’s & goblins??) non lo era di sicuro!!!!Ancora adesso è impossibile finirlo senza continuare e smadonnare.
Ricordo ancora la prima volta che ci giocai, intanto perchè fu il primo coinup a costare 200£ (altri al tennis club 100£ a partita!!!), e poi per l’appunto anche per la difficoltà assurda…i 200£ duravano un soffio per un bambino dell epoca :°°°°
Ogni tanto faccio un po di retrogaming su emulatori (non tiriamo fuori i soliti discorsi sulla legalità della cosa, anche perchè con tutti i soldi che ci infilai all’epoca mi sarei comprato l’intero cabinato), un po per nostalgia, un po perchè sul portatile di lavoro più che il mame e yu-gi-oh non gira ( >.< ), e un po perchè le meccaniche 'elementari' permettevano di giocare in 'doppio' con la morosa.
Effettivamente, pur avendo una collezione praticamente completa su mame, i giochi che ri-esperienzo, sono solo quelli a cui avevo già giocato (fattore nostalgia) o che magari mi avevano umiliato al tempo (fattore nostalgia + voglia di riscatto!!!)
Io penso che sia perchè un indie è un gioco nuovo, mentre i titoli vecchi o la gente non li conosce, oppure non li gioca proprio perchè sono vecchi (magari per la grafica o il gameplay macchinoso e poco fluido)…
Faccio un esempio anche se si tratta della stessa saga: Io l’anno scorso ho comprato la Wii U (prima console Nintendo che prendo in vita mia, ho sempre avuto la Play Station) col classico Super Mario in 2D (NSMBU, NOOO CAZZO!!!) e con Super Mario 3D World, e mi sono piaciuti un sacco. Però non mi sarebbe mai venuto in mente di andare a recuperare i primi Mario per NES o magari Super Mario 64 perchè se ci sono quelli nuovi che sono altrettanto validi, mi parrebbe insensato giocare quelli vecchi…
Io penso che sia perchè un indie è un gioco nuovo, mentre i titoli vecchi o la gente non li conosce, oppure non li gioca proprio perchè sono vecchi (magari per la grafica o il gameplay macchinoso e poco fluido)…
Faccio un esempio anche se si tratta della stessa saga: Io l’anno scorso ho comprato la Wii U (prima console Nintendo che prendo in vita mia, ho sempre avuto la Play Station) col classico Super Mario in 2D (NUSUMBU, NOOO CAZZO!!!) e con Super Mario 3D World, e mi sono piaciuti un sacco. Però non mi sarebbe mai venuto in mente di andare a recuperare i primi Mario per NES o magari Super Mario 64 perchè se ci sono quelli nuovi che sono altrettanto validi, mi parrebbe insensato giocare quelli vecchi…
Chi per ragioni d’età non lo fa per nostalgia lo fa in base a quanta voglia ha di informarsi. Se ne avrà poca è molto probabile che si fermerà ai grandi classici o ai più accessibili cloni. C’è anche da dire che secondo me ci siamo tutti ahimè abituati male. Esempio: sto giocando a The witness, uno di quei titoli che vengono ormai considerati ultra difficili e nonostante non sia ovviamente all’altezza di un Myst, ammetto che per gli standard odierni…
Non la vedo così buia.
Cero, è normale che il retrogaming sia un fenomeno di nicchia, ed è altrettanto normale che sia più comune giocare un gioco vecchio perchè famoso o perchè parte di una serie di titoli a cui sei affezionato.
Inoltre non vedo necessariamente questo calo di difficoltà come un male anzi, in questo momento sono presenti sia giochi molto difficili, sia giochi molto facili, accontentando i vari bisogni dei clienti.
Sono d’accordo con la tua riflessione, e infatti voglio aggiungere un’altra ragione, per me fondamentale, per giocare videogiochi datati: la loro bellezza!
Ci sono molti giochi che, nonostante la loro “anzianità”, sono assolutamente godibili anche adesso, o che magari diventano godibili sfruttando le caratteristiche dei moderni emulatori (salvataggi multipli e in qualsiasi momento, anche all’interno di un livello) e che possono quindi ancora regalare grandi emozioni.
Penso a Super Metroid, che anche tu hai citato, a A Link to the Past e Link’s Awakening, che sono ancora i migliori Zelda 2D dopo più di 20 anni, ai vecchi Super Mario e Donkey Kong, che non hanno nulla da invidiare alle loro controparti contemporanee, ai punta e clicca come Monkey Island e Indiana Jones che non invecchiano mai. Per non parlare dei tanti RPG “d’epoca” che valgono ancora la pena di essere giocati, ma che non so citare perché non mi piace il genere.
Quindi si, sono d’accordo, spesso recuperare un vecchio gioco è meglio che giocare un nuovo titolo retrò, anche perché di quello vecchio sai già il valore!
La realtà, però, è che la pubblicità è tutto, e vedere “nuova uscita” e trovarselo li pronto in prima pagina dello store è spesso una tentazione troppo forte!
preferisce provare nuove esperienze videoludiche, in grado di emozionare anche grazie ai passi avanti fatti in tutti questi anni dal punto di vista tecnologico.
Nì. I grandi passi avanti significativi son stati fatti quasi unicamente in campo grafico, per cui ti giochi qualcosa che è più vicino ad un film, con i suoi pro e i suoi contro (primo tra tutti che per una storia posso tranquillamente godermela attraverso altri media), per contro hai qualcosa di più pratico, immediato e veloce.
Non ritengo affatto che siamo così profondamente lontani da 30 anni fa, ad esempio non ci sono ancora Ai decenti, non ci sono ancora giochi in modalità storia con una complessità alta o in cui le tue scelte realmente abbiano un’importanza; se oggi avessimo un effetto rogue-like applicato alle storie, sarebbe un conto, ma non siamo così mostruosamente distanti ad “Avventura nel castello”, avventura testuale di ormai 34-35 anni fa. O con un salto tecnologico per giocare in modo immersivo con un visore (ci stiamo forse arrivando, ma non ci siamo nè saremo per i prossimi anni almeno).
All’interno di ‘indie’ hai mondi differenti, il che rende difficile fare un discorso che valga per tutto, ma al di là dell’immediatezza, secondo me il fascino maggiore degli indie risiede in un mondo che, non avendo i capitali delle grandi aziende, è costretto a proporti un prodotto che abbia almeno alcuni dei seguenti aspetti: innovazione, qualità, resurrezione di tipologie di gioco quasi estinte etc.
Non è vero che ogni titolo sia un successo, ma come rapporto qualità-prezzo generalmente non è malissimo.
perché snobbare titoli del passato che si è persi lungo via e gridare al miracolo per l’uscita di indie che li scimmiottano?
Non credo che ci sia la premeditazione che lasci supporre. Il fatto di non conoscere titoli appartenenti a magari 10 anni prima di quando si è nati è abbastanza plausibile, così come il fatto di voler giocare qualcosa che pur essendo pixellato, possa sfruttare tecnologie che ti saresti sognato negli anni 80 (luci dinamiche, sistemi di generazione randomica, etc.).
Secondo me e’ più’ un fattore legato all’ abitudine che un Videogiocatore ha nei confronti di tale passione nel senso che se e’ di sua natura seguire le varie generazioni in maniera ”lineare”,difficilmente tornerà’ indietro.
Se invece e’ abituato a non seguire il solo presente (io sono cosi’) non c’e’ nulla di strano a riprendere titoli del passato.
E’ come se invece di vedere il tempo raffigurato da una linea retta (videogiocatori lineari),lo si vedesse invece come un cerchio che man mano si allarga dove voi siete al centro.
In questo secondo caso e’ molto più’ semplice riportare al presente (da voi) qualcosa che e’ nato in quello che viene chiamato passato.
Tale cerchio inizialmente sara’ formato da tutte le fasi della propria vita ( in questo caso videoludica),da quando si e’nati in pratica e ciò’ che e’ successo prima sara’ inizialmente non visto chiaramente ( nel mio caso penso ai videogiochi degli anni 70) ma con un po’ di pratica e voglia di conoscere anche queste parti faranno parte del cerchio ampliandolo di nuove opportunità’….
Per il semplice fatto che si vuole un gioco “nuovo” con le personaggi diversi e nuove ambientazioni!
Riprendere un vecchio castlevania finito 50 volte, non mi da piu’ gusto…ma vorrei un Indie a 8 o 16 bit con le stesse meccaniche del gioco sopra citato, ma con nuovi prrsonaggi e nuove ambientazioni.