Arte vs Profondità Intellettuale

Vi riporto una citazione presa da una recensione di un videogioco perchè mi ha colpito e trovo potrebbe suscitare qualche discussione in merito alla teoria sul videogioco:

FOTW è da premiare, oltre che per le sue qualità, anche perchè rappresenta, ad avviso di chi scrive, la strada maestra che i videogiochi devono seguire per emanciparsi dalla banalità: non funanbolici tentativi artistici, spesso coniugati ad una giocabilità semplicistica, ma rigorose simulazioni di problemi reali, in grado di suggerire al giocatore riflessioni e nuovi punti di vista.

Claudio Chianese – GMC 184, Agosto 2011

Di che gioco si sta parlando?

Del gioco sostanzialmente me ne frega assai poco.

Si chiama Fate Of The World, ed il fatto che il gameplay avvenga attraverso una gestione di “carte-azione” basta a disincentivarmi dall’approfondirne la conoscenza.

E’ interessante invece il punto di vista del recensore, che conclude l’articolo con un punto di vista piuttosto atipico, almeno per la maggior parte del pubblico fruitore di questo media.

In pratica Chianese suggerisce una visione secondo la quale il videogame per “emanciparsi dalla banalità” dovrebbe dedicarsi all’approfondimento di temi più impegnati. E’ una questione che mi sento in parte di condividere: per quanto io possa apprezzare il lato artistico dei videogame ed il modo in cui riescono a titillare facilmente la nostra fantasia, è da un pò di anni che accuso la mancata incisività di questo media nel trattare temi più profondi.

Le tematiche ambientali, quelle sociali o persino quelle etiche come ad esempio l’eutanasia, hanno pochissimo spazio all’interno del videoludo e, anche quando vengono trattate, spesso si tratta di poco più di un pretesto per esporre una trama ed una situazione diverse dal solito. Ovviamente qualche eccezzione c’è, ma si tratta nel 99,9% dei casi di esperimenti indie, qualcosa che trascende il gameplay massificato, e diventa quasi esercizio di stile.

Non va tuttavia negato lo scopo principe del videogioco: ovvero l’entertainment. Intrattenere attraverso un’interattività, ad oggi splittata in un’infinità di varianti.

Quindi mi chiedo e Vi chiedo: ma è possibile che in mezzo ad una moltitudine di videogames, non vi sia spazio per qualche puntata più ficcante su tematiche impegnate? Possibile che la rincorsa al budget ancora non permetta di investire cifre da block-buster per giochi un attimo più impegnati?

E’ una delle tante domande le cui risposte potrebbero controbattere meglio a quelle infinite volte in cui alle nostre orecchie sono giunte le fatidiche parole: “ma come? fai ancora quei —GIOCHINI—-?”.

Che, per carità, un “giochino” chupa-chupa ogni tanto farebbe bene anche a Mario Monti…ma in effetti come possiamo preparare la difesa, quando dobbiamo spiegare che il “muovere un marines con una levetta e fargli motosegare mostri spingendo un pulsante” non è semplicemente “un giochino”?

Oppure chissenefrega, è un giochino e vaffanculo?

 

Prova a cercare ancora!

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Beh? Mi sembra di aver scritto l’altro ieri l’ultimo articolo ed invece… Mi è nata ...

43 Più commentati

  1. è un giochino e vaffanculo! XD

    • Già! Che importanza ha se è arte o meno? Per non sentirci più derisi?
      Ma chissenefrega!
      L’importante è che assolva al suo compito: divertire!
      Il videogioco deve diventare serio, affrontare tematiche impegnate per essere definito “arte”? E poi?
      Se per non sentirci più dire che perdiamo il nostro tempo con i “giochini” bisogna trasformare il nostro hobby in qualcosa di “seriosamente ed impegnatamente artistico”,
      io dico: no grazie, lasciatemi con i miei “giochini”.

      • amen fratello!
        e se qualcuno vuole smontarmi dicendo che videogiocare è “infantile e inutile”, io gli chiedo qual’è il suo passatempo, e qualsiasi sia glie lo smonto per tutte le ragioni possibili e poi gli chiedo “come ci si sente?” XD
        a meno che non faccia volontariato, in quel caso mi ha fregato! XD

  2. Il problema è uno: anche se per noi il videoludo sta elevandosi a livello di vera e propria forma artistica, c’è gente a cui tutto ciò non interessa. Questa gente sta un po’ da tutti i lati della barricata: ci sono gli sviluppatori che creano il solito COD-clone ignorante ogni anno per fare soldi, ci sono i vari fanboy fissati che si lasciano abbindolare dall’ennesimo gioco di calcio fotocopia e poi ci sono i fantomatici detrattori che preferirebbero essere impalati su di un palo di sambuco piuttosto che accettare i videogame fra le forme moderne d’arte.

    In questo nostro settore, più che in tanti altri, la materia di cui discutiamo è così variegata e frastagliata (anche a livello di utenza) che, a meno di aspettare il passaggio di un paio di generazioni, difficilmente l’ennesimo titolo non sarà visto come “un giochino”.

    Personalmente ci ho fatto l’abitudine. A chi mi dice “giochini” (pochi, per fortuna, ma quello è anche merito mio che tendo ad accompagnarmi a gente a me similare) io faccio spallucce e passo avanti.

    E ormai sono rassegnato a comportarmi in questo modo per il resto della mia povera esistenza.

  3. Dal mio punto di vista il problema principale dell’attuale produzione, non solo videoludica, è la quasi totale mancanza di una trama con le palle, perchè l’aspetto in cui si punta la maggior parte delle risorse è la grafica fine a sè stessa; di per sè ha senso da un punto di vista delle case visto che mentre in passato ti sentivi di rigiocarti a fondo un titolo che ti aveva colpito, adesso la filosofia è più sul “comprati un altro titolo”.
    Per cui si assiste a scene ignobili di chi si compra un gioco e lo da dentro una settimana dopo perchè l’ha platinato e può aggiungere un altro +1 ai suoi trofei, il che è un fallimento da parte di chi ha prodotto il gioco.

    Fatta questa doverosa premessa, è ovviamente una cosa positiva saccheggiare scienza e morale di argomenti su cui basare la propria trama, ovviamente con un occhio a quanto effettivamente possa starci in un ambito videoludico, perchè al di là dello “scalpore mediatico” non basta certo scegliere un argomento come eutanasia o protezione ambientale per creare qualcosa di interessante, anzi se non si sta attenti l’effetto finale non è di sensibilizzazione ad un problema, ma di semplice noia. E di esempi pratici ne abbiamo visti un casino, come fatti di cronaca ti tragedie che a furia di martellamenti dei media, ora generano apatia in chi ne sente parlare (vedi il caso Franzoni).

    • Personalmente non sono del tutto daccordo con la tua visione…

      Ok, la trama è fondamentale, ma se il videogame deve aspirare ad elevarsi lo dovrebbe fare indipendentemente da fattori propri di altri media. Insomma, se devo premiare il prodotto per la trama allora cosa lo differenzia da un film equivalente? Il gioco può E DEVE assurgere a forma artistica anche e soprattutto per fattori (tra cui l’interazione con l’utente) che nessun altro media può offrire.

      Per esempio, io vedo benissimo come giochi artistici prodotti quali Lumines, Rez oppure Ico… Trama scarna o inesistente ma interazione sia fisica che emozionale ai massimi livelli!

      • Quoto, anche solo per aver citato Ico.

        Comunque dire che i videogiochi non possono essere considerati arte è una cavolata atomica, come disse Tim Schafer è come dire che per fare un gioco gli sviluppatori prendono musica, disegni, cutscenes ecc. (che sono di per sè considerate arte) e inserendo l’interazione con l’utente (il gameplay) all’improvviso l’arte scompare. Ha senso? Non credo.

        Giocate a Journey e provate a dirmi che quel gioco non è arte.

      • Bada bene, non sto dicendo che solo la trama sia importante (anche se è un aspetto più che secondario di questi tempi), come giustamente dice anche arkanim sarebbe ridicolo vedere una trama machiavellica in un supermario (ma mi aspetto qualcosa di profondo da un MassEffect invece), ma occorre considerarla quantomeno come il mix di spezie che rende più godibile un titolo quanto il gameplay, in quanto l’esperienza globale che ho in termini di immersione nella trama, idealmente dovrebbe essere quella di un film interattivo a seconda del genere ovviamente (non mi aspetto certo il macbeth dal wii sport).

    • la tram è funzionale soltante se il gioco è stato modellato su essa, super mario platform non guadagnerebbe niente da una trama con cose come l’eutanasia o altro mentre invece un gioco come heavy rain che fa della trama il suo punto forte deve riuscire a coinvolgere il giocatore con essa.

  4. Beh, di giochi che trattano temi profondi ce ne sono, non tantissimi, ma ora come ora mi vengono in mente L.A. Noire, Max Payne e Bioshock, che trattano argomenti come riscatto personale, degrado sociale, moralità e libertà , ma giochi che trattano l’eutanasia non ce ne sono, che io sappia, e credo che non ci siano perchè qualunque fosse la posizione presa nel gioco sull’argomento, sicuramente genererebbe delle polemiche infinite. Tu fai riferimento abbastanza esplicito a Gears, quello non credo sia un “giochino”, ma sicuramente non è particolarmente profondo, ma tutto sommato giochi come quelli spesso li preferisco a quelli più profondi, perchè di certo dopo aver passato la giornata a studiare o (raramente, visto il periodo) a girare con i miei amici, non voglio niente di troppo impegnativo, preferisco di gran lunga svaccarmi sul divano e farmi una bella partita a Bulletstorm, che di certo non richiede la concentrazione di L.A. Noire per essere seguito.

  5. La verità sta come sempre nel mezzo. Se un giorno tutti i videogiochi diventassero seri e tratterebbero soltanto di tematiche “forti” si snaturerebbe il concetto stesso di videoGIOCO e alla lunga i titoli diventerebbero noiosi e ripetitivi. Come ci sono diversi generi letterali e cinematografici ci sono diversi generi videoludici. È la varietà che permette a queste arti ( i videogiochi devono essere considerati un’arte) di non risultare mai statiche e sempre pronte a qualche nuova evoluzione.

  6. Gioco a ciò che mi diverte, mi appassiona, mi intrattiene (meglio se all in one)…quando verrà un gioco capace di darmi ANCHE qualcos’altro lo accoglierò a braccia aperte, ma ancora non sento il bisogno di giustificarmi del mio passatempo preferito solo perchè non mi spacca le balle con l’effetto serra, l’aborto o il debito pubblico…quindi per ora alla domanda: fai ancora quei giochini? rispondo: fai ancora i cazzi altrui?

  7. “è da un pò di anni che accuso la mancata incisività di questo media nel trattare temi più profondi.”
    Concordo alla grande,mi capita sempre più raramente di giocare a titoli che affrontino dei temi maturi e di tutti i giorni.
    Di giochi di questo tipo che ho giocato in questi anni così su due piedi mi vengono in mente solo metal gear solid ed heavy rain e ciò è piuttosto desolante.
    Ovviamente non lo dico per sminuire i titoli che fanno della spensieratezza il loro punto forte,quanto piuttosto per il voler variegare maggiormente l’offerta videoludica ed avvicinare più gente possibile a questo magnifico media;dopotutto non si può mica vivere per sempre di solo super mario.

  8. Bell’articolo, la questione è particolarmente complessa, perché siamo di fronte a più elementi di non facile comunicabilità: entertainment, temi complessi difficili da trattare e istruzione.
    Il videogioco per me deve essere in primis entertainment, divertimento, con la possibilità diciamo di evadere dal mondo reale per qualche ora.
    Applicare istruzione e educazione ai giochi porta solo a degli abomini storici, basti pensare a Mario is missing(uddio…), SE risulta essere lo scopo principale del gioco stesso.
    Elementi costruttivi e temi difficili possono essere introdotti solo da gente capace, in grado di rispettare la finalità principale del gioco,, e aprire una finestra sulla vita reale, in modo tale che il giocatore possa fare considerazioni più profonde al di là di schiacciare un pulsante.
    Se un gioco così non vende non ce ne saranno altri, Mario is missing docet.

  9. per me la soluzione sarebbe semplice: inserire una voce narrante (stile audiolibro) che accompagni il giocatore in alcune parti del gioco. In questo modo si avrebbe un’analisi meno superficiale di quello che accade…
    Non sono le trame ad essere banali, ma il modo in cui vengono raccontate che le rovina.

    ESEMPIO: Kratos non è solo incazzato, soffre, si sente tradito, incapace di accettare i limiti della sua natura umana e trova la forza di ribellarsi agli dei e al Fato…la sua vita privata è stata distrutta (pensate a moglie figlia e fratello), ha venduto la sua anima…ci sono mille temi…ma senza una voce guida che racconti la storia invece di mostrarla in maniera approssimata si finisce il gioco ricordando solo “quadrato-quadrato-triangolo per la combo”….

    • Mai giocato a Bastion? L’artisticità scorre forte nelle vene indie….

      • mai giocato a bastion….comunque il fulcro del discorso è che ciò che distacca il videogioco moderno dall’essere considerato arte è la mancanza di introspezione e approfondimento nella trama, cosa che sarebbe facilmente risolvibile tramite l’inserimento di una voce narrante (e conseguentemente assumere scrittori nel senso classico del termine da affiancare a coloro che scrivono la trama del gioco)
        Bisogna rendersi conto che i personaggi dei videogiochi hanno una profondità uguale a quella dei film, le trame non sono inferiori…è la cura nel rappresentare queste cose che manca.

        • qui si rischia di fare di tutta l’erba un fascio. Dal tuo discorso sembra che tutte le storie raccontate nei videogiochi siano inferiori a quelle raccontate in un libro o in un film ma non è così. Sono soltanto raccontato in modo differente, la cosa che più caraterrizza i videogiochi è l’interattivita e l’immersione, sentirsi davvero protagonisti di cio che si sta giocando. Esempio planescape: tourment storia fantastica che si basa moltissimo sul dialogo e sulle possibili scelte del giocatore. Altro esempio più recente dragon age: origins componente d’azione molto presente e trama classica ma capace di prenderti e di farti sentire davvero l’eroe del ferelden. P.S e comunque ciò che suggerisci avviene gia, guarda tutti i Tom Clancy’s

    • senza offesa, ma mi sembra una cagata.

  10. Non concordo pienamente, anche se a me piacciono sopratutto giochi con una trama non banale questo non significa che debbano per forza essere realistici, anzi una delle componenti che trovo maggiormente di mio gradimento in un videogioco è l’ironia o ancora meglio l’autoironia. Quello che voglio dire è che i videogiochi possono trattare tematiche più mature anche senza per forza ricorrere ad un realismo forzato e sopratutto senza appesantirisi di inutili moralismi o roba del genere, ma trattarle con la leggerezza tipica dei videogiochi che secondo me ha più effetto e non toglie al videogioco il suo scopo principale: divertire!

  11. Di solito chi dice “Giochi ancora ai giochini?” parte prevenuto nei confronti di qualsiasi cosa tu gli dica; dunque, fino a quando non avremo a che fare con un prodotto capace di porre il media sotto un altro punto di vista, la risposta corretta sarà sempre “NON è un giochino, e vaffanculo”.

  12. un conto è la qualità, un conto e l’arte e un conto è il contenuto.
    Non sono cose legate fra loro.
    Fare un gioco “artistico” non lo rende per forza di qualità, come non lo rende il “contenuto”.
    ovviamente è vero anche il contrario. Quello su cui le software House però dovrebbero puntare è la qualità, il contenuto viene dopo. E raramente è così.

  13. Ma perchè Gigi D’Alessio non fa Imagine?

  14. A mia memoria, l’unica saga che sia riuscita ad unire entertainment con temi profondi ed attuali, è quella di Metal Gear Solid, in particolare Sons of Liberty.
    Kojima ha sfornato capolavori di gameplay con uno sfondo di fanta(?)politica ed etica di grande profondità, toccando argomenti quali l’eugenetica, il controllo dell’informazione, la guerra, il senso della vita, senza mai cadere nel banale o nel retorico, ma anzi spingendo il giocatore a riflettere e ad immedesimarsi nel personaggio.
    Per questo è una saga tanto amata: un bel ‘gioco’ lo può fare chiunque, ma la vera sfida è appassionare e coinvolgere sapendo raccontare ‘qualcosa’.
    Bene, ora scusatemi che torno a giocare a MW3 che devo fare tante killz che faccio tanti punti e sono fortissimo.

  15. Gli dò ragione sulla frase i giochi dovrebbero affrontare problemi….ma solo fino a li perchè ormai si nota una semplicità nauseante nei giochi…sopratutto quelli di azione…e non intendo lo spara spara del bimbo lobotomizzato di COD….mi ricordo che per la ps2 a volte diventavo scemo su giochi in cui mi piantavo pesantemente…e la soddisfazione quando lo superavo era enorme…adesso è tutto scorrevole come il piscio…

  16. Metal Gear Solid per me è stato in grado di trattare temi importanti, sopratutto il 4. E effettivamente escludendo questa stupenda saga non c’è nessun altro videogioco che lo abbia fatto..
    Dovrebbero esserci più Kojimi. :|

  17. Metal Gear Solid per me è stato in grado di trattare temi importanti, sopratutto il 4. E effettivamente escludendo questa stupenda saga non c’è nessun altro videogioco che lo abbia fatto..
    Dovrebbero esserci più Kojimi. :|

  18. o finito giusto stamattina Heavy Rain.
    Va bene come gioco impegnato e non indie?

    Certo, il gameplay è atipico, ma funziona decisamente bene, e la trama è degna di un ottimo film Hollywoodiano. Non sarà Il Discorso del Re, ma è un inizio, no?

    Il fatto è che creare un gameplay divertente e legarlo ad una trama profonda e non banale non è semplice, soprattutto perché per il 99.9% dei giocatori il massimo del divertimento è sparare a tutto ciò che si muove.
    Non che questo sia un male in senso assoluto, ma mettersi a parlare di eutanasia col mitra in mano non è proprio il massimo…

  19. Da una parte, secondo me, gli svuiluppatori temono le censure che il gioco può avere. Hanno fatto polemiche perchè nel primo girono Dante ammazzava i bambini, su Dante’s Inferno. Fanno polemiche su qualsiasi cosa, in MW2 dopo svariete polemiche all’inizio del gioco, scegli se vuoi o non vuoi fare il livello dell’aereporto. In medal of Honor, si lamentavano della modalità dove potevi usare i talebani e potrei continuare.
    Se ci fosse come tema l’eutanasia, tutti andrebbero contro quel determinato videogioco, parlano già tutti male di questo mondo, quindi gli sviluppatori, sempre secondo me, preferiscono fare giochi spesso simili tra loro ma che vendono un botto.
    C’è da dire inoltre, che ormai molti giochi stanno prendendo la “sindrome di Call of Duty” (1 gioco all’anno), le software house, non si impegnano a fare un gioco con i contrcazzi, e quelle che lo fanno sono pochissime, oggi la cosa più importante è il guadagno, quindi perchè sforzarsi, quando puoi cacciare un COD all’anno sempre uguale e guadagnare miliardi? (lo stesso vale per il classico FIFA, PES, l’ormai andato Assassin’s Creed e anche God Of War, sta prendendo questa via)

  20. Più si va avanti e più mi domando se è “davvero necessario” lo sviluppo “atipico” dei giochi.
    Non che li disdegni eh ma è innegabile che la cosa fa pensare.
    Pensate a un futuro prossimo dove i giochi hanno dalle trame impegnatissime e dalla natura sperimentale. Ecco, ora pensate a tutti i giochi così.
    Ce n’è davvero bisogno ?
    Più passa il tempo e più trovo che la connotazione che si vuole affibbiare al gioco di “forma d’arte” snaturi di per sé il gioco, riducendolo a tipi di gioco che di gioco hanno poco “però guarda quanto sono sperimentali”.
    Ci manca solo che spunteranno gli indie a tutti i costi che si metteranno a fare gli chic anche sui giochi.
    “Ma che giochi a batman AC? pff non capisci la vera arte, giocati flower, è mille volte meglio”
    Chissà
    Mi sta bene se i giochi vengono reputati giochini, non ne va della mia autostima sinceramente.

  21. Un po’ di atipicità serve, ma non troppa. Ecco, non bisogna che i videogiochi smettano di essere tali. Ah, altre due parole: HEAVY RAIN.

  22. allora:ti diverte? videogioco. non ti diverte?non è un videogioco.
    queste sono le uniche distinzioni che faccio, non penso mai al fatto se è un giochino o giocone,l’ importante è divertirsi. che sia doodle jump oppure bf3, non ha importanza per me.
    certo poi comunque ci sono giochi che richiedono più o meno concentrazione, ma nulla di più.
    parlare di argomenti importanti? perché no? ma ricordandoci che si sta sviluppando un videogioco.
    in questo caso sarò ben lieto di comprarlo.

  23. Secondo me una delle motivazioni forti che impedisce ai grandi titoli di trattare certe tematiche è che le meccaniche di gameplay non sono ancora sufficientemente evolute per adattarsi a questi argomenti. Ormai sembra quasi che se un gioco non abbia alcun tipo di combattimento allora non meriti di essere commercializzato; come fai a parlare di eutanasia quando te ne vai a picchiare gente a destra e a manca, essendo potenzialmente tu stesso a ridurre un tizio alla vita vegetativa?

    Se poi si parla di tali argomenti giusto per fare i falsi profondi e senza che ci sia una commistione profonda con la giocabilità, allora sarebbe semplicemente un esercizio di stile vacuo e inconcludente, che personalmente non apprezzerei.

    I grossi publisher non se la sentono di sperimentare un concept non ancora consolidato, non necessariamente perché ritengono non siano idee vincenti, ma semplicemente perchè si rendono conto che non possono avere una maturità di meccanismi per essere apprezzati a 360 gradi. I costi di produzione dei titoli tripla A non sono più quelli di un tempo, in cui la sperimentazione di nuove idee era rampante e c’era la possibilità per chiunque di essere competitivi contro qualsiasi titolo anche con un budget ridotto; se l’investimento al giorno d’oggi è centuplicato, c’è bisogno anche della sicurezza di un ritorno proveniente dal pubblico più generalista possibile.

  24. Secondo me il fatto che esistano pochi giochi “maturi” dal punto di vista narrativo è il loro punto di forza: si distinguono perché pochi, e hanno una maggiore probabilità di essere apprezzati (ma anche sopravvalutati). Se uscisse, che ne so, un Metal Gear Solid all’anno, un Heavy Rain all’anno, un [inserire gioco dalla trama profonda qualsiasi] all’anno, dopo un po’ sentirei un certo bisogno di giocare ad Uncharted.

    Detto questo, non sono del tutto d’accordo con il fatto che un gioco, per emergere, debba per forza affrontare chissà quali temi. Il videogioco è prima di tutto gameplay (almeno per come la vedo io), quindi potrà anche non avere la trama più bella del mondo, ma se ha dalla sua una giocabilità perfetta, non vedo perché il gioco con queste caratteristiche non debba emergere dalla massa.

  25. myfavoritecolorisnintendo

    Tu le spenderesti cifre milionarie per finanziare un gioco impegnato a salvare la natura che poi non venderebbe una mazza? No

  26. Ma scusate un attimo eh… Perché dovremmo distinguere tra giochi di serie A e giochi di serie B? Il gaming come tutti gli hobby ( perché in fondo si tratta di questo) deve prima di tutto divertire, quindi mi dà fastidio sentire certi discorsi, discorsi che stigmatizzano alcune categorie di giochi senza alcun motivo; se gioco a COD o a FIFA (magari anche comprandoli tutti gli anni che male c’è?) devo sentirmi inferiore a qualcuno che gioca all’ennesimo jrpg semi sconosciuto solo perché ormai dire che gioco al sopracitato jrpg (magari anche in jappo giusto per farsi piu male) fa tanto figo?
    Ma stiamo scherzando? E ancora; devo cercare per forza la trama iper mega fenomenale per trovarmi poi tra le mani un gioco con un gameplay pietoso? Dobbiamo per forza fare i professoroni per giustificarci agli occhi dei vari detrattori del fenomeno videogames? A me non interessa assolutamente che un gioco venga paragonato dalla critica a quello che è la Gioconda di Da Vinci nella pittura, voglio solo divertirmi giocando, tutto li…se domani uscisse che so, un simulatore di un malato terminale, a noi la scelta eutanasia o no? Ma, ripeto, stiamo scherzando? Peró scommetto che i vari professori sarebbero i primi a sentenziare: “questo gioco fa riflettere sulle tematiche bla bla bla…” per questo tipo di riflessioni etiche non c è bisogno di un videogame .
    Ognuno deve giocare ai generi tramite i quali si diverte di piu punto.

    Ps: ho 24 anni e gioco da quando ne avevo 5… Svario tra piú generi senza fissarmi su una saga, un genere, una console…compro ciò che mi attira e che secondo me può farmi passare qualche ora di svago e relax… E secondo me è quello che dovremmo fare un po’ tutti fregandocene del giudizio di persone che non capiscono e non hanno mai capito cosa voglia dire video giocare.

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