Articolo di Quegari

Io, videogiocatore low-budget

Fa strano essere qui a godermi il mio momento di gloria su un sito che seguo sin dalla sua apertura e che ho sempre considerato qualcosa di molto lontano da me, fa strano perché io leggo di Day-One rotti, osservo gli smisurati elenchi di contenuti delle edizioni limitate, vedo i video di Farenz ed elaboro complesse formule matematiche per capire quanti giochi all’anno lui riesca a comprare e giocare ma io, silenzioso e diligente discepolo, sono un giocatore low-budget, uno che al massimo si limita a soppesare la megalitica limited di Bioshock 2 alla Feltrinelli senza avere né voglia e né possibilità di comprarla.
Lungi da me scrivere un articolo di autocommiserazione o di invidia ma, nello sfavillante mondo dell’Angolo di Farenz, volevo dar voce anche a chi come me deve coltivare questa passione comprando un gioco dopo averlo studiato a fondo, dopo aver visto molti video su YouTube che ne mettano a nudo il gameplay, dopo aver raccolto ogni informazione necessaria perché quell’esperienza videoludica (e quindi la relativa spesa rigorosamente non eccessiva) valga la pena. Per me il concetto di platino non è legato all’ultimo trofeo PSN che mi consente, una volta vinto, di poter dire di aver “vissuto” del tutto un gioco ma ad una preziosa trovata commerciale della Sony per poter giocare, seppur con grande ritardo, grossi titoli che per questioni di budget non ho potuto prendere al lancio, il mio sguardo sul mercato dell’usato è quello del compratore e non del venditore, rovistare nei cestoni dei titoli a prezzo stracciato degli ipermercati per poi andare alla cassa con un acquisto imprevisto per me non ha prezzo e, last but not least, dopo il Sega Master System II (ogni tanto ricordo ancora Alex Kidd ed il suo complesso sistema di combattimento basato sulla morra cinese) ho scelto la PS3 come console perché non esiste la possibilità di “bucarla” e quindi ogni gioco comprato dovrà essere completato poiché mi sarà costato dei soldi. Almeno potrò dire a qualcuno (i miei figli? i miei genitori?) che i videogiochi possono essere utili anche per responsabilizzare le persone in merito alle loro scelte.
A questo punto, dopo questo mio outing, spero di non ritrovarmi coperto da bordate di insulti da parte di chi ha la possibilità di coltivare la passione dei videogames cogliendone i frutti al Day-One o anche prima e mi auguro di scoprire altri che come me seguono Farenz, Avo, Matyas e Sivo perché in un unico sito riescono a raccogliere informazioni non di rado utili per poter spendere al meglio i soldi che valgono l’acquisto di un videogioco.

Prova a cercare ancora!

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