Molti mi scrivono dicendo “Bravo Farenz, porta avanti la campagna del….”
Mah… non mi ritengo il portabandiera di nessuna campagna in particolare.
Ho opinioni mie che mi piace esporre e che mi piace confrontare con quelle di tutti voi.
Se proprio devo ritrovarmi in una delle campagne che mi citate nelle mail, quella in cui mi ritrovo di più è quella de “La grafica non è tutto, è il divertimento che conta”.
Tuttavia, visto che sono stato inquadrato da qualcuno come portavoce, vorrei aprire una campagna che sostenga le deboli menti dei più piccoli, spesso fragili e plagiate da pseudo-recensori che “siccome scrivono per siti o riviste importanti” [cit.], vengono considerati come divinità scese in terra per diffondere la loro parola (spesso sponsorizzata da qualche SH).
Per farvi capire l’alto livello di cultura videoludica di certi elementi, vi farò un esempio molto concreto.
Stamattina, 21 APRILE 2010, mi è arrivato a casa GameInformer di MARZO. Già qua le risate si sprecano.
Mentre lo sfogliavo con avidità durante una delle mie sedute di Codice-Marrone, mi accingo a leggere un articolo divertente che tratta “Il significato dei nomi di alcuni celebri personaggi”… dei videogiochi ovviamente.
Altair, Cath Sith, Chris Redfield…. ecc… ecc…
Ma mi casca l’occhio su un nome che come sapete tutti non può provocarmi altro che evidenti erezioni…. Zelda….
Copio il testo, parola per parola.
Il nome di Zelda (alternativamente Selda o Segula, hem..) non è molto popolare ma è un antico nome ebraico che significa “benedetto, felice o fortunato”. Considerando quante volte il ragazzino viene rapito o casca in trappola suggerirei di cambiare nome in Tarah, sempre dall’ebraico e traducibile come “faciulmente ingannabile” o “vecchia capra”.
Non è possibile.
Passi pure che un bambino mi scriva e si proclami esperto in Zelda, dicendo poi che non capisce il motivo per cui un maschio si vesta da femmina, ma un recensore di una rivista no.
Mi spiace, ma una porcata del genere non è da far passare.
Tra l’altro non stiamo parlando di una rivista che vende 2 copie in tutta Italia, ma di un magazine che grazie all’accordo con GameStop entra facilmente in molte case dei videogiocatori italiani.
Di conseguenza non credo che siano in “quattro gatti”… possibile che in una redazione del genere non ci sia qualche povero Cristo che rilegga questi articoli prima che vadano in stampa?
Evidentemente no.