Già in passato c’è capitato di parlarne a riguardo, specialmente nei podcast o nelle live.
Il politically correct, come sappiamo, è ormai all’ordine del giorno: film, serie televisive, ed ora videogiochi.
Si passa facilmente da un estremo all’altro: da forme d’intrattenimento troppo “educate” dove tutti sono belli, bianchi e buoni, ad altre in cui invece viene esasperato l’esatto opposto, il “politically UN-correct”, basandosi quindi su questo concetto ormai ben noto, ben diffuso e ben divertente (South Park, Ted, Family Guy, ecc).
Anche nei videogiochi ormai sono presenti titoli che puntano da un lato o dall’altro, ma è sotto gli occhi di tutti che, specialmente in questi ultimi anni, si stia tendendo, forse un po’ troppo, a far sì che tutto vada per il verso giusto, che tutto possa essere studiato in modo che nessuno abbia di cui lamentarsi. Specialmente se si tratta di sesso e/o razza.
Il primo caso che mi viene in mente fu quello di Resident Evil 5.
Ricordate la shitstorm che seguì pochi giorni dopo il dayone?
Non si potevano uccidere zombie di colore, perché era razzista. Sembrava di uccidere delle PERSONE di colore.
Grazie al cazzo.
In un gioco ambientato in Africa, non immaginavo di massacrare delle valchirie, Cristo santo.
Già all’epoca trovai ridicola questa lamentela, proprio perché si basava su un pensiero insostenibile, ovvero “io mi lamento perché vengono uccisi i neri, ma se il gioco viene ambientato in Cina, è ok. Perché a morire sono i musi gialli”. Ha senso ‘sta cosa?
Il fatto stesso di criticare una scelta precisa degli sviluppatori, ovvero l’ambientazione africana, e di NON criticare altre eventuali location, rappresentava per me un pensiero fortemente razzista.
A ‘sto punto smettiamola con Resident Evil, Cod, GTA, perché qualsiasi popolazione andrai ad impersonare/trucidare rappresenterà comunque una scelta razzista per qualcuno.
Oddio… smettere di produrre Resident Evil non sarebbe stata nemmeno una cattiva idea.
Ma giungiamo ai giorni nostri.
Oggi mi sembra che l’esasperazione di cui parlavo ad inizio articolo sia quasi umiliante.
Gente che si lamenta perché il protagonista di Battlefield 1 è di colore, perché da un gioco ambientato nella Prima Guerra Mondiale ci si aspetterebbe di impersonare un’altra razza.
Gente che si lamenta perché il protagonista di Watch Dogs 2 è di colore… e qua mi trovate completamente in disaccordo. E’ come lamentarsi del fatto che CJ di San Andreas fosse di colore.
Cazzo, sono scelte. Accettatele e comprate il gioco. Oppure non compratelo.
Ed infatti ieri ho comprato Gears of War 4.
Dopo un prologo di relativamente pochi minuti in cui mi riallineo con i precedenti 4 capitoli, identici peraltro a questo GOW4, passo al Capitolo 1 – Atto 1.
Non farò spoiler di nessuna sorta, ma…
La scena era così composta.
Una ragazza che commenta una farfalla che sta per uscire dalla crisalide.
Il protagonista inebetito, sia dalla scena, sia dalla coppia di cromosomi in più in suo possesso.
Il classico compagnone buddy sidekick di colore.
Il caporale colonnello caposquadriglia tipo-indiano.
Cazzo, mancava un cinese ed un disabile (che comunque s’è visto nel prologo) ed avevamo l’intera pletora dello scibile umano.
Proseguo nel gioco e la donna, tra una sparatoria e l’altra, non smette di parlare un secondo. E i dialoghi sono scritti in maniera a dir poco discutibile:
“Ma scusa ****Nome della tizia**** non ti piacciono i bambini?”
“No, non mi piacciono le persone che mi dicono di averne uno”
WOW CAZZO.
Ciò che continuavo a chiedermi era “Ma sto giocando a Gears?”
Sì, ci sto giocando, perché nelle fasi di gioco è identico, ahimè, ai precedenti. Non che sia un male, per carità, ma almeno Uncharted 4 PROVA a proporre qualcosa di nuovo.
Gears ti propone alcune pistolette piu piu pum.
Ma era proprio necessario inserire la donna? L’averla DOVUTA inserire non è una questione sessista?
E l’averla resa così petulante?
E l’aver inserito l’indiano?
Siamo proprio così vittime del dover essere politicamente corretti?
Forse sì.
Ecco perché non ho scritto negro nemmeno una volta.
Premettendo che anche nei capitoli precedenti della saga di Gears of War vi erano protagonisti afroamericani e donne (addirittura 2 in Gears 3); credo che più che denunciare il politically correct (fenomeno nato decenni fa al di fuori del nostro paese ma che solo ora percepiamo) dovremmo denunciare ciò che lo ha reso “necessario”.
Non ho messo le virgolette a caso. Combattere il razzismo e l’intolleranza non è cosa facile, poiché significa dover affrontare prima ancora l’ignoranza e la pochezza culturale delle masse.
L’evoluzione socio culturale dei popoli possiede, come tutto del resto, i suoi tempi; e benché qualcuno secoli fa avesse potuto sperare che nel nuovo millennio problemi quali il razzismo o la xenofobia sarebbero stati ampiamente superati, ci ritroviamo oggi in un mondo ancora incapace di vivere la diversità fenotipica e sessuale in modo del tutto naturale.
Se xenofobia ed omofobia non fossero ancora una realtà, probabilmente nemmeno il politically correct esisterebbe. Perché non avrebbe ragion d’essere.
Cosa accadrà quando non ci sarà più il “negro”, il “frocio”, la “femmina”?
Assolutamente niente. Avremo un Gears of War 19 con personaggi uomini, donne, omosessuali, caucasici, asiatici o afroamericani, ma senza che qualcuno se ne lamenti, a prescindere dal motivo.
Del resto, anche solo 20/30 anni fa un gioco come Gears avrebbe avuto solo ariani, ops , volevo dire caucasici, maschi, belli , perfetti, rasati, impomatati e ovviamente etero.
Quello sarebbe stato “correct” o realistico?
Alvise tu trovi più offensivo un gioco come Gears 1 senza donne oppure un Gears 4 con una rompipalle?
Che sia rompiballe è soggettivo. Non dico che questo personaggio non lo sia, ma non è rompiballe in quanto donna. E’ rompiballe in quanto rompiballe.
Esattamente come lo era Walter Peck in Ghostbusters.
Concordo con te Alvise.
Magari non tutti la trovano petulante e se anche nei vecchi c’erano donne non vedo quale cambiamento sia avvenuto.
Fu da stupidi non far uccidere gli zombie neri in Resident Evil, è più razzista questo che l’atto in sè. In ogni caso ci fu una petizione per bloccare GTA V perché si potevano uccidere le donne….grazie al cazzo, in GTA si ammazzano tutti è proprio questo il bello.
Devo dare ragione a Marco, l’over-compensare è dilagante e spesso fastidioso e, non solo nei videogiochi, rappresenta una forma di razzismo comparabile a quello “classico”.
Ovvio che non sia così per tutti i titoli, ma quelli davvero CORRETTI sono quelli che la questione non te la fanno nemmeno venire in mente. Se ad un certo punto si rende evidente che il personaggio X è stato inserito o caratterizzato con l’unico scopo di rappresentare le minoranze a me sinceramente girano tanto ma tanto i coglioni, perché lo ritengo offensivo per la minoranza stessa.
La parità non si raggiunge con l’estremizzazione in senso opposto, e tanti produttori di videogiochi (e media in generale) questo non lo hanno ancora capito.
Trovi più offensivo un gioco come boh… Bioshock (primo esempio, visto che l’ho giocato di recente) senza persone di colore, oppure uno come Gears 2, 3 e 4 (o qualsiasi buddy movie) in cui il nero è il compagnone messo lì per fare le battute e le faccette buffe?
Ma non sono tutti così. Franklin di GTA era l’unico equilibrato del trio, per dire.
Perché ricordarsi solo degli esempi “negativi?” E perché poi condannare un nero che fa faccette buffe e battute? Una marea di personaggi bianchi ne hanno fatte in tantissimi videogiochi e film, se le fa un nero significa che gliele fanno fare in quanto nero?
Ma certo che era il “più equilibrato dei tre”: se avessero realizzato un personaggio di colore e maniaco omicida, sarebbe stata una scelta razzista. Per quello ci sono i bianchi. Non mi sembra così impossibile percepire lo zampino del politically correct, che altro non é che un’altra forma di razzismo mascherata da una pericolosissima dose di perbenismo.
eh ma allora non va bene un cazzo. ogni scelta del genere può essere accusata di essere superficiale o programmata e quindi comunque superficiale. se stessi scrivendo un gioco mi sentirei sempre col fiato sul collo
In Bioshock(uno)ed Infinite è pieno di stereotipi sugli irlandesi ma chissene. ‘Sta roba esiste solo nei videogiochi… È anche vero che ahimè i razzisti esistono così come le zucche vuote e quindi alcuni sviluppatori un po’ per paura un po’ perchè boh, mettono le mani avanti…
il problema di fondo è che i personaggi donna nei giochi sono scritti principalmente da uomini e risultano poco credibili , la saga di uncharted è ottima perchè uomini e donne sono perfettamente scritti.
altro caso è mass effect dove c’è una diversità razziale e di genere perfettamente amalgamata e non stona perchè ogni personaggio ha un suo carattere ben delineato e credibile.
Concordo. Secondo me il punto è che un gioco con soli maschi bianchi non è sessista o razzista ma spesso è un’esagerazione irrealistica tanto quanto essere obbligati a mettere per forza donne, indiani, negri ecc…
Entrambe le cose non dovrebbero importare ma il fatto che al giorno d’oggi una grande azienda che tiene alla sua immagine debba esaltare la diversità, anche esagerando, è una cosa positiva perchè vuol dire che l’opinione pubblica è più sensibile su questi temi rispetto al passato.
Esattamente. C’è però chi potrebbe dirti “eeeh ma questo è un altro modo di strumentalizzare la diversità”.
Peccato che non facendo così si rischia di rimanere immobili e fermi in stereotipi aventi matrice razzista, e non solo.
Quindi ribadisco il “necessario” tra virgolette in riferimento al politically correct.
Se non lo volevamo , potevamo fare a meno di discriminare (sto usando un noi impersonale intendendo la razza umana) per secoli.
non è una questione di discriminazione razziale è l’evidente incapacità di mettere insieme personaggi che non si incastrano con quello che rappresentano che da fastidio!
faccio un esempio stupidissimo : su overwatch Hanzo è un giapponese doppiato da un attore giapponese e quando parla ha un accento nettamente giappo che rende il personaggio assolutamente credibile. In italiano Hanzo è doppiato da un italiano che non ha la minima cadenza orientale , anzi sembra vagamente lombardo come accento , e quando lancia la mossa finale che è urlata in giapponese mi viene da ridere.
rispetto il doppiaggio italiano ma in questo caso è stato nettamente sbagliata la resa rendendo i personaggi che hanno sesso credo e nazionalità diverse tutte perfettamente uguali.
*nella versione inglese è doppiato da un attore giapponese
è ovvio che queste forzature diano fastidio ma il punto è che una grande azienda vuole evitare danni di immagine come accuse di razzismo e quindi cerca di essere il più neutrale possibile.
Io penso che sia una cosa positiva il fatto che la massa al giorno d’oggi sia molto più attenta riguardo la discriminazione perchè mostra una società infinitamente migliore rispetto a qualche decennio fa. Il problema ovviamente è che poi nascono cagate come quelle di Gears o Resident Evil ma questo perchè ormai i videogiochi tripla A hanno un pubblico paragonabile ai film di Hollywood o le serie TV e vengono sviluppati regolandosi di conseguenza. È normale e non è colpa del politically correct perchè quando questa “moda” sparirà ne arriverà un’altra a cui i prodotti di intrattenimento famosi si dovranno adattare.
Semi-OT: OHHHH, quoto @Basil! Finalmente qualcuno che la pensa come me sul doppiaggio di OW! Tutti a dire “doppiaggio ottimo, doppiaggio ottimo”…. di per sè sì, è ottimo come in ogni gioco Blizzard, ma se paragonato al lavoro di fino fatto in lingua originale è smerdato come pochi. Perchè vabbè, se in un Diablo 3 in localizzazione si perde l’accento russo del Monk, pace, me ne faccio una ragione, ma in OW, un FPS con la lore che fa solo da contorno e in cui ciò che caratterizza veramente i personaggi è il loro carisma e la loro diversità culturale, non mi puoi fare un adattamento in cui ogni accento/parlata è perso e in cui le frasi/giochi di parole sono totalmente cambiati, a volte inutilmente! Alcuni dialetti “inglesi” tipo il Cockney di Tracer o la cadenza Texas-style di McCree posso capire che in Ita non si possano rendere, ma cristo, un accentino russo a Zarya che sa fare pure il più incapace degli imitatori amatoriali, perchè cacchio non metterlo? Bah.
Non condivido per niente il punto di vista di Alvise.
Mi sembra molto più discriminatorio mettere qualcuno di colore o omosessuale all’interno di una storia solo perchè bisogna sostenere la diversità e non per un effettivo merito all’interno della storia. Diventa automaticamente una macchietta stereotipata.
Giochi con personaggi femminili o di altre etnie ci sono da sempre, il problema quindi di rimanere immobili e fermi in stereotipi aventi matrice razzista che cita Alvise non mi sembra sia qualcosa di reale alla fin fine.
Io sarò sempre dalla parte degli sviluppatori, così che possano scrivere la storia che vogliono, come vogliono scriverla. Nel momento in cui comincio a mettere paletti o imposizioni la qualità del prodotto finale automaticamente cala perchè ci sono delle parti forzate dentro da qualcun altro.
Ma certo che era il “più equilibrato dei tre”: se avessero realizzato un personaggio di colore e maniaco omicida, sarebbe stata una scelta razzista. Per quello ci sono i bianchi. Non mi sembra così impossibile percepire lo zampino del politically correct, che altro non é che un’altra forma di razzismo mascherata da una pericolosissima dose di perbenismo.
Per me si, siamo troppo frenati dal fatto delle diversità, nel senso che se in un gioco manca una donna oppure un ragazzo di colore nero allora è razzismo o sessismo.
Ti do un’altro spunto, per esempio in AC, se guardi gli Spin Off hanno fatto diversi capitoli con protagonista una ragazza.
Secondo me uno sviluppatore dovrebbe essere libero di fare come gli pare senza essere accusato di queste cazzate.
Secondo me ha senso lamentarsi nel caso di RE, ma non sempre.
Chi si lamenta del Politicamente corretto, spesso, lo fa anche per una certa insofferenza. L’introduzione massiccia nei film/serie tv di personaggi di colore/gay vuole creare un’integrazione e una necessità di rivalsa, poiché tali personaggi esistevano anche 20-30 anni prima ma non venivano utilizzati.
Gears of War da sempre propone alcuni stereotipi, e giudicare l’introduzione di personaggi femminili, che c’erano già, mi sembra fuori luogo. Al massimo l’hanno reso sessista poiché toccava il tema della maternità, o sembrava troppo femminile (nonostante fosse una donna), però c’è da dire che anche nella scorsa trilogia i personaggi (soprattutto Cole, che tirava spesso fuori gli argomenti del softball)) mi sembravano tamarri.
Secondo me ha senso inserire alcuni personaggi se sono contestualizzati, ecco perché CJ o il protagonista di WD 2 sembrano convincenti, mentre trovo fuori luogo Lincoln Clay, protagonista afroamericano dell’america degli anni 50-60.
P.s. quoto il discorso di Alvsie, il Political correct serve anche a superare barriere che oggi sono state ridimensionate o non ci sono più. Senza il P. Correct sarebbe nata Lara Croft? E qualcuno l’avrebbe trovata originale/improbabile? Probabilmente si, ma attualmente sembra perfetta nel contesto, nonché “normale”.
Farenz dacci i biglietti per entrare gratis alla gamesweek!
Perchè in Dragon Age II dove tutti i personaggi erano bisessuali?
Magari parlavi con qualsiasi componente del party, tempo 3-4 dialoghi e ti spuntava la possibilità di romance..
In Dragon Age Inquisition se avevi il PG maschio etero dovevi accontentarti della sola Cassandra, avevi più scelta se ti facevi il personaggio omosessuale.
Poi se ci fai caso, stanno spuntando sempre più giochi con protagoniste femminili, ormai è diventata una vera e propria moda, anzi, di questi tempi se fai il personaggio mashcile magari ti becchi anche delle critiche e da qui nascono gruppi di personaggi dove ci sta ogni rappresentante, manca solo che ci mettano la cover con l’arcobaleno e il giro tonto.
Dovresti vedere nei fumetti americani, soprattutto la Marvel. Lì ormai cercano di spingere solo personaggi femminili e di minoranze etniche e metterti a sostituire i personaggi canonici. La cosa andrebbe anche bene se limitata e usata a stampo narrativo, ma quando diventa usata tantissimo è chiaro che alla base vi sia un disegno di origine diversa dal “serve a sfondo narrativo”.
L’ultimo film di Star Wars e lo spin-off di prossima uscite, vedono protagoniste femminili e nel primo un cattivo maschio. Suicide Squad? Meglio un’Harley Quinn snaturata da quella originale e girl power, pensa se avessero fatto una Harley come l’originale, non ci sarebbero state un sacco di ragazze innamorate del personaggioe sarebbero piovute anche critiche al film probabilmente, come era accaduto col cartellone pubblicitario dell’ultimo film X-Men, dove Apocalisse strozza Mystica, sia mai “mia figlia potrebbe rimanere shokkata”.
Certe scelte a me danno fastidio perchè sono imposizioni che il più delle volte vorrebbero fare “l’anti razzismo e sessismo”, ma sono più offensive loro che il resto di produzioni che pensano unicamente a fare un buon titolo senza dover accontentare qualcuno come se fossero bambini bisognosi del giocattolino.
Concordo sul discorso generico, ma non su gears. Francamente io non ho notato che la donna fosse così petulante, anzi il rompicoglioni che non stava mai zitto era lo zio(l’indiano), mentre la ragazza si comportava in maniera assolutamente normale inoltre se non ricordo male il discorso a cui tu fai riferimento era motivato dal fatto che stavano parlando della ripopolazione del pianeta necessaria per via della battaglia con le locuste dei capitoli precedenti. Insomma per me in questo caso non c’è nessun politically correct. Poi sono d’accordo con tutto il resto del discorso, soprattutto su RE 5 in cui sostanzialmente si è fatto del razzismo al contrario ,insomma “non va bene sparare a uno zombie nero perché è nero”, sempre razzismo è.
Per me è già discriminante il fatto che una qualche regola sociale oggi ritenga necessario inserire determinate categorie di persone nei prodotti di intrattenimento.
Cosa che peraltro non succede coi bassi. O coi pelati. O coi tizi con gli occhi verdi o storti.
Il punto che si DEBBA forzare uno status è la dimostrazione più evidente che lo status non è “naturale”. Quello mi farebbe sentire discriminato.
Non si tratta in realtà di vere e proprie regole sociali ma di taciti accordi che vanno a soddisfare una condizione di apparenza resa necessaria.
Se vogliamo dirla tutta le vere regole sociali erano quelle che impedivano ai neri di prendere i mezzi pubblici o alle donne di votare.
Tu percepisci la presenza di minoranze perche’ per te non e’ normale essere circondato da persone di quel tipo, ma i film, telefilm, videogiochi e in generale prodotti di intrattenimento, non sono fatti in italia per gli italiani, ma sono fatti principalmente in america per gli americani e poi vengono esportati, ed in America e’ estremamente normale la varieta’ etnica. Io vivo in UK da un po’ e per me e’ totalmente normale lavorare con gente di orgini diverse dalla mia e lo stesso vale per gli inglesi che vicono con circondati da etnie e culture diverse da quella britannica. Un film americano con solo bianchi eterosessuali sarebbero poco credibili per un americano quanto per un inglese, perche’ la realta’ in cui vivono e’ diversa. Eliminare le minoranze sarebbe come andare per strada col paraocchi! Poi oh, se mettono uno di colore a fare un dio della mitologia nordica,mi girano i maroni ma perche’ totalmente fuori contesto, sarebbe come un bianco occidentale a capo di un battaglione di samurai nel Giappone Imperiale!
il vero problema a mio parere è la caratterizzazione dei personaggi. Non mi importa che siano donne neri o cinesi, se sono personaggi profondi e credibili mi vanno bene di qualsiasi razza e genere. Il problema è che ultimamente scegliere una certa categoria per il personaggio sostituisce il lavoro di caratterizzazione, e sì sto guardando proprio te bioware. Nell’ultimo dragon age c’era davvero un personaggio per ogni preferenza sessuale eppure non uno che mi sia rimasto impresso, perché tanto a che serve inventarsi un background credibile quando basta infilarci una scena strappalacrimoni sul gay col padre conservatore o una scena di girl power sulla tizia che ti ricorda quanto sia una dura nonostante sia donna? Non stonano per nulla in un fantasy MEDIOEVALE. Per fortuna c’è chi riesce a contestualizzare dinamiche simili, penso ad esempio a the witcher, anche se lì il lavoro l’aveva già fatto sapkowsky in maniera egregia nei libri.
A proposito di TW3. ve la ricordate l’assurda polemica sul fatto che non ci fossero personaggi di colore o orientali? Ormai siamo condannati a questo perbenismo oltre ogni limite.
Tutto dipende dal contesto e dalla caratterizzazione dei personaggi.
Perchè se devi inserire razze e sessi diversi solo per fare numero da fastidio, invece se i personaggi sono ben caratterizzati , anche se stereotipati, va bene tutto.
Tipo di recente ho giocato Mass Effect 3 e dopo ben 3 giochi, mille pianeti esplorati, centinaia di persone incontrate ho finalmente conosciuto 1 personaggio gay.
Wow. Si vede che ci hanno lavorato parecchio dietro.
ecco , la penso esattamente come te :)
Sono d’accordo con la maggior parte dei commenti.
Ieri, e quando dico ieri mi riferisco a 20-25 anni fà, nei videogames ma anche in molto film, alcune tematiche erano un tabù.
Oggi avviene l’esatto opposto, non che la cosa mi dia fastidio per carità, ma ormai in ogni telefilm c’è il Gay, la Lesbica, l’Uomo di Colore.
Sembra quasi che la società che produce tali beni di consumo come film, vg, film ecc ecc vogliano per forza metterci del loro per far capire la normalità, che poi da capire non c’è proprio niente (nel senso che sono persone che sono tra noi).
Per quanto riguarda Gears, non mi sembra il caso, anche nei precedenti c’erano personaggi un pò “scansonati”, non è una cosa del 4 sicuramente….
Ma una domanda caro Farenz, te lo chiedo in modo non provocatorio, sei andato oltre il 1° capitolo della campagna per scrivere ciò???
Io sono al 3° capitolo e sinceramente mi sto davvero trovando di fronte un giocone di altissimo livello, se hai riserve persino su questo titolo, non ti converrebbe dar via la One?
Tempo fa lessi: “Il ritardo mentale ha stuprato il politicamente corretto, ed è così che è nato il XXI secolo”. Ora, a parte la formulazione comica, penso che la frase centri in pieno il bersaglio.
Dal lato “audience”, la situazione che si respira oggi, amplificata tra l’altro dal fenomeno di Internet, è di una lamentela continua, e francamente la trovo estenuante (e lo dico io da cazzone mediocefalo, figurati un creativo serio quanto ne debba risentire). Perchè sì, è vero, non si può far finta di nulla e assumere che cose come il razzismo, l’omofobia o il sessismo non siano esistite o non esistano, ma i tentativi di rendere giustizia alle varie minoranze in rete sono sempre più abbondanti, più violenti, più sbagliati. Col fatto che al giorno d’oggi per far massa compatta e giocare al buonismo basta premere un like, si hanno mandrie bovine di indignatih!1!1! che shitstormano qualsiasi cosa non vada a genio a loro e alla loro prospettiva spesso perversa di cui, in un mondo pre-FB, tutti se ne sarebbero bellamente sbattuti il cazzo. E da lì partono fenomeni mediatici come gli Oscar in cui non sono stati candidati attori di colore, o grandi indignazioni sugli stupri in GoT (tanto per fare un esempio), nonostante la serie sia il festival del gore e della viulenza medievale. Fenomeni alimentati più spesso da ignoranza e capacità di filtrare/contestualizzare, che dal fatto stesso. E cosa succede?
I media gettano benzina sul fuoco. Perchè non dovrebbero? Sono click/views facili.
Gli studios censurano o aggiungono macchiette. Perchè non dovrebbero? Chi glielo fa fare di tirarsi addosso un torrente di merda quando con un personaggio insipido messo lì per fare “numero culturale” si parano il culo agilmente?
Senza contare che penso che queste varie persone di cosiddette minoranze che si indignano per qualsiasi piccolezza sono secondo me i primi a creare dei paletti attorno alla minoranza stessa. Come puoi esigere determinati trattamenti quando sei il primo a cui manca la capacità di integrazione, definendoti prima come afromericano/gay/donna/qualsiasicosa che di videogiocatore, cittadino di un certo stato o altro?
La diversità culturale l’accetto volentieri, purchè non sia forzata. Anzi, un panorama variegato è sicuramente più verosimile e aiuta pertanto l’immedesimazione. Però ‘sta propaganda moralista che si trova in ogni dove col falso scopo di sensibilizzare quando è solo un contentino per i lagnosi, non la voglio. Un personaggio non deve star lì per rappresentare una fascia di persone, deve avere storia, contesto e una buona scrittura per sussistere. Tutto il resto sono stereotipi infiniti in cui si va a ricascare di continuo e aggiunte che se va bene sono inutili, se va male danneggiano l’opera stessa. Bah. Tanto finchè ci mancherà quanto basta la capacità di considerarci umanità nel nostro complesso, seppur non ignorando le differenze tra vari individui, ma si continuerà ad etichettarci tutti come minoranza A, minoranza B, ecc e a piagnucolare per qualsiasi cosa venga intesa come un affronto, questo patetico teatrino continuerà. E a me continueranno a cascare le palle ogni volta.
Io voto per il politically uncorrect.
Poi dai, va bene così, almeno sai che se su un horror vedi un negro sarà il primo a morire…e se negra morirà in cucina
Se non sbaglio in Gears 1-2-3 a causa delle guerra con le Locuste e il bisogno costante di nuovi soldati, le donne sane non in grado di combattere/essere di qualche aiuto ai COG (Ania ad esempio che faceva parte dell’intelligence o qualcosa del genere) erano costrette ad avere figli per rimpiazzare di continuo le perdite dell’esercito. Quindi dato il contesto la frase “No, non mi piacciono le persone che mi dicono di averne uno” non mi sembra fuori luogo
Correggetemi se sbaglio, non ricordo molto della storia di Gears
La cosa che trovo divertente è che il creatore di Gears qualche anno fa diceva di come non avrebbe mai fatto un protagonista donna nella serie perché non si sposava bene all’ambientazione e non voleva fare a tutti i costi qualcosa di politically correct come per esempio sta facendo BioWare che a tutti i costi mette sempre in risalto il protagonista anche femminile…
Li trovo ridicoli.
In realtà come la si fa la si sbaglia. Ci sarà sempre qualcuno che avrà da ridire o che traviserà, ed allora meglio a questo punto il politically correct che quantomeno si sforza di non offendere nessuno e svolge seppur indirettamente una funzione educativa nelle menti più giovani. Sono il primo a scherzare in modo dissacrante e scorretto, ma bisogna anche capire che chi ci sta di fronte non sempre percepisce il messaggio nel senso corretto. Trovo dunque giusto essere politically correct visto che la platea dei videogiocatori è estremamente eterogenea non solo in etnie, religioni ecc, ma anche in sensibilità, intelligenza e acume nel filtrare determinate cose. ovvio che gli estremi siano come sempre deleteri, come il già citato caso di Resident Evil, ma non per questo credo sia il caso di fare l’esatto contrario. Quello è stato uno sbaglio.
“ma almeno Uncharted 4 PROVA a proporre qualcosa di nuovo.”
Tipo? La Jeep per darti l’illusione, fallita, di poter uscire dal corridoio?
Ma vaffanculo dai.
di colore: che caxxo vuol dire? e più importante QUALE COLORE? verde fucsia
afroamericano: che caxxo significa?
ci sono gli svedesi i cinesi i sudamericani GLI AFROAMERICANI cosa sono? africani sbarcati in america? gli africani in norvegia come dovrebbero chiamarsi? e quella massa di gentiluomini che sbarcano a migliaia ogni giorno… gli afroitaliani?
E gli indiani? Chi sono? I fratelli di Dhalsim o i fratelli di Connor? E i marò?
Farenz questa volta mi trovo in disaccordo con te… non sul fatto che il politically correct a volte sia esasperato e ipocrita, ma sul fatto che nei videogiochi siano presenti minoranze che non erano presenti in passato. Sara’ che vivo all’estero e la gente che mi sta attorno e’ diversa da quella che si vede camminando per le strade italiane, ma se si vive in Stati come Inghilterra o Stati Uniti il vedere in una scena con persone di etnie diverse non e’ percepito come un politically correct ma come la normalita’, perche’ nelle situazioni di tutti i giorni tipo lavoro, strada, centri commerciali, cinema etc. il panorama umano che si vede e’ variegato. Io ormai sono abbituato a vivere in mezzo a situazioni in cui sono l’unico bianco o uno dei pochi, dove trovo persone di comando asiatiche, africane o sudamericane, e cosi’ e’ per tutti quelli che sono nati e cresciuti in America e Inghilterra (oddio razzisti ce ne sono ovunque ma sono una minoranza), e se portassi un videogioco a questa gente con solo bianchi maschi, anche un uomo bianco maschio si chiederebbe il perche’ non veda donne e gente di altre etnie, vedrebbe la situazione come un qualcosa di costruito che non rispecchia la realta’ in cui vive. I giochi non sono fatti solo per il mercato italiano e il mondo fuori dall’italia (in particolare nei mercati principalei USA, UK e Germania) e’ diverso. Il fatto che a te non scandalizzi un gioco con solo maschi bianchi non vuol dire che questo valga per tutta l’utenza videoludica del mondo abbituata a contesti di vita diversi. Poi se fanno un gioco ambientato nel Giappone Imperiale e mi mettono un protagonista che ha origini che non c’entrano un cazzo (che sia di colore, ispanico o anche solo europeo), li si e’ politically correct eccessivo, ma un indiano, uno di colore e una donna in Gears 4 non mi sembra nulla di diverso dalla realta’ in cui vivo (che poi siano sviluppati a cazzo i personaggi quello e’ un’altro discorso)!
Che siamo vittime del politically correct mi pare assodato. Il problema di fondo è proprio quello che tu hai esposto caro Farenzo; spesso si è più razzisti cercando di non essere razzisti piuttosto che essendo razzisti in maniera “genuina” poiché i primi cadono nel ridicolo dichiarando la loro tronfia supremazia, mentre i secondi sono solo persone ignoranti e cattive. Insomma la questione è vecchissima ma tirando in ballo un esempio pressappoco recente: si è parlato di Obama eletto presidente degli USA non solo in quanto presidente eletto ma piuttosto perché nero. Nero di qua, nero di là, la civiltà ha fatto un passo avanti e bla bla bla. Ma se la civiltà avesse davvero fatto un passo avanti, non avremmo mai notato il colore della pelle come particolare distintivo.
Termino il mio commento con la parola negro.
Tronfia superiorità*** il vostro sito fa pena e non mi ha concesso di correggere, oppure sono io un mongoloide, cosa tra l’altro più che probabile…
Cari saluti negri.