Da quant’è che si sta dibattendo in merito a questi giochi che ti permettono di fare scelte (morali e non), e che in base a queste possono condurti a finali diversi?
The Walking Dead, Heavy Rain, Infamous, Dragon Age, The Witcher, Fable, Mass Effect…
Ognuno a modo suo ha cercato di proporre la sua formula di “gioco di ruolo”, inteso nella forma del: “decidi tu quello che faresti in quella situazione, poi vedremo come andrà a finire“.
Ebbene, dopo tanto rimuginarci, dopo aver vissuto momenti di esaltazione, alternati ad altri di indignazione, quest’oggi sono giunto al punto, alla conclusione che tutti questi bivi, tutti questi finali, gli sviluppatori se li possono tenere.
Perchè?
Questa la domanda che la maggior parte degli utenti si starà facendo sgomenta in questo momento.
“Il poter decidere è bello” … “avere più finali rende l’azione più appassionante, devi decidere magari sul filo del rasoio“… “sapere che la storia si evolverà in base alle mie decisioni aiuta ad immedesimarmi“.
Queste le possibili rimostranze.
Ma è proprio quest’ultima, tra quelle citate, che mi ha portato a prendere questa posizione, a schierarmi contro questa soluzione nei videogames.
Perchè in realtà viviamo solo l’ILLUSIONE di una storia capace di evolversi in base a come noi agiamo.
In realtà la storia non si evolverà REALISTICAMENTE come possiamo cercare di prevedere, ma prenderà la direzione che il REGISTA, in questo caso lo sviluppatore, ha deciso.
“Grazie al cazzo! Cosa pretendi?”
Nulla. Ma piuttosto che vivere nell’illusione di poter determinare in modo PERSONALE una storia, preferisco vivere direttamente quella singola prospettata dall’artista. Come in un film. Come in un libro.
E’ più imprevedibile una storia narrata da capo a fondo, che non una in cui si voglia coinvolgere qualcuno facendogli scegliere, creandogli aspettative o, peggio, tradendole.
Preferisco non dover scegliere, perchè trattandosi di un videogame, con scenari già precostituiti (e non imprevedibili come nella realtà), quindi di una finzione orchestrata da qualcuno “terzo”, scegliere non aiuta ad immedesimarmi e farmi chiedere “cosa farei io REALMENTE in quella situazione” bensì mi porta a farmi chiedere “cosa avrà previsto qui lo sviluppatore? quale sarà l’azione più furba che mi ha organizzato? a quali malizie vuole indurmi? vuole solleticare il mio istinto da videogiocatore di vecchia data? o vuole compiacere l’utente casual che sceglierà sempre la strada banale?“.
Il tutto viziato dalla solita ambizione del videogiocatore che punta al finale migliore, a quello che ci arrivi solo se fai tutte le scelte “giuste”…o giù di lì.
Scenario cinico e svilente il mio, certo, ma a cui sono giunto tramite tutte le esperienze videoludiche vissute in decine di anni di storie digitali.
E gli esempi citati sopra sono solo gli ultimi nomi che mi vengono in mente, ma potrei sborsarne altri più o meno recenti: come ad esempio non ricordare il rimanere basiti di fronte alle astruse domande indiziali di L.A. Noire, ed alle relative risposte?
Ma anche nel caso in cui il gioco sia più lineare, e preveda più finali in base alle nostre scelte di essere buono o di essere cattivo, saremo sempre traviati da questo senso di voler “giungere al finale migliore per noi“, e le scelte verranno effettuate con l’alone di questa consapevolezza, invece che in base a propri atteggiamenti davvero PERSONALI (o anche INTERPRETATIVI).
Oppure se non per il finale, si agisce per far comparire su schermo quello di cui tutti parlano, perchè mica vorrai esserti perso quelle famose scene “clou”…
Ecco quindi che in Mass Effect fai il lumacone perchè vuoi vederlo scopare con tutte, se non te la dà capace che ricarichi il salvataggio precedente.
Io ormai, giunto alla situazione nella quale mi ritrovo (poco tempo per giocare, tanti giochi da voler giocare) chiaramente non posso permettermi più di un solo finale.
Nei giochi arrivo al finale a cui mi fa approdare il mio agire e non ci penso minimamente di tornare indietro per vedere come sarebbe andata a finire altrimenti.
Ma non è detto che se avessi il tempo e la possibilità di farlo lo farei, anzi!!
Le volte in passato in cui l’ho fatto è finita che spesso e volentieri mi sono adirato per la totale falsosimiglianza di certe connessioni **scelta => risultato**, invece che ritrovarmi ad esclamare, “massì, in fondo ho agito male, avrei dovuto pensarci“.
Gli unici esempi che mi sento di salvare per il futuro dello sviluppo dei videogames sono quelli di Heavy Rain e di The Walking Dead.
Nel primo caso accetto il fatto che più che ad una scelta interpretabile, la maggior parte delle volte giungeremo a finali diversi perchè non saremo riusciti a completare una “sfida” di abilità, generata da un quick-time. Sebbene rimanga il pensiero dei finali che non potrò vedere (quando sbaglio e so che questo potrà compromettere la storia, che faccio? Spengo e ricarico?), almeno si percepisce che verrà mantenuta una coerenza **causa => effetto.
Nel secondo caso ovviamente apprezzo il fatto che non ci siano finali diversi, ma solo “sfumature” diverse, a seconda delle scelte effettuate.
In entrambe i casi la soluzione multipla ha più effetto quando di mezzo c’è un’azione da compiere o una decisione da prendere in poco tempo, ed in cui si va a scuotere l’adrenalina del videogiocatore attaccato al joypad.
Ma tolti questi esempi, ormai ho deciso. Per me il finale multiplo, le scelte che portano a dei bivi, specie se concreti, non costituisce un fattore incoraggiante per l’immedesimazione, bensì solo una probabile fonte di contestazione verso chi ha deciso l’esito di quelle scelte.
A questo punto, sarò vecchio e cinico, ma preferisco che sia l’autore a decidere tutto, finale compreso, piuttosto che mettermi in sfida con il suo pensiero, con la sua creatività DURANTE il gioco.
E voi invece? Cosa preferite? Pillola rossa o pillola blu?
Illusione o cruda realtà?
Tendenzialmente sono d’accordo con questo discorso laddove si parli esclusivamente di Bioware, in quanto sono cani tremendi, mai stati in grado di fare giochi a scelta multipla che non si concludano con “eh ma tanto la tua scelta non conta, perchè mi pesa il culo”.
Ma al di là di questo caso specifico, mi sembra più inciso il fastidio di doverlo rigiocare, descritto in modo più diretto dal buon farenz,che a questo punto diventa un discorso di saper scegliere il gioco, visto che se un gioco è fatto bene dovrebbe essere naturale il volerlo finire co’ tutto pur trascurando altro (e anche qui basta sapersi fare i propri conti, senza comprare indiscriminatamente tutto, per trovare del tempo da dedicare a qualcosa che merita e buttarne su qualcosa che non ne meriti affatto).
Ma piuttosto che vivere nell’illusione di poter determinare in modo PERSONALE una storia, preferisco vivere direttamente quella singola prospettata dall’artista. Come in un film. Come in un libro. E in quel caso probabilmente conviene vedersi un film o leggersi un libro e non certo un videogioco che per sua natura è un veicolo differente dai precedenti che può fornire maggiore interattività potendoti far vivere un numero maggiore di avventure a seconda delle tue scelte (in prodotti che non siano fatti alla cazzo di cane tipo il suddetto Mass Effect, ovviamente). Come accade per i librogame che citavi qui o altrove.