Cambiare punto di vista

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E’ arrivato il momento (mancava già da un po’, in effetti) in cui vi racconto di cazzi miei.
Non uccidetevi però, non bruciate vostra sorella in segno di protesta, i videogiochi verranno trattati.

Qualche sera fa mi è capitato di uscire in compagnia di mia moglie e di altre 3 persone, o meglio suoi colleghe/i, che io non avevo mai visto in vita mia. Età media sui 45.  Non è che l’idea di questa uscita mi facesse fare i salti di gioia, ma sapete com’è… quando ci si sposa… no, non sapete com’è e non sarò io a spoilerarvelo.

Dopo la serie di “Piacere, Marco” che dopo 5 secondi non ricordi quale sia la risposta, mi rendevo conto di sentirmi un po’ spiazzato. Sia chiara una cosa: conosco ragazzi e ragazze di quell’età che videogiocano da anni, per non dire da una vita, quindi non si tratta di una questione anagrafica e se devo essere sincero del tutto, nemmeno pensavo di finire a parlare di videogiochi.

Ma avevo fatto i conti senza l’oste, o meglio senza la moglie.
Mia moglie  aveva già parlato di me a loro in molte occasioni e non si era dimenticata di accennare alla mia “appena accennata” passione videoludica, con tanto di spiegazione riguardo il blog e i video.

Dopo varie divagazioni riguardo il loro lavoro ed il mio, sono stati proprio loro a tirar fuori l’argomento videoludico, perchè se fosse stato per me non ne avrei sicuramente parlato, convinto di rompere i coglioni o comunque di parlare di qualcosa che a loro non avrebbe interessato assolutamente.

“Eh sì anche io giocavo, Doom è stato il mio gioco preferito”
“Io invece mi sono fermata dopo il Tetris””Io gli unici giochi che tollero sono quelli per smartphone: semplici, immediati, veloci da giocare.”

E così si è andati avanti a chiacchierare di videogames per una buona mezzora, trasformando mia moglie nell’elemento “fuori dal gruppo”.

Questo per dirvi cosa?Che indipendentemente da quali videogiochi sono stati trattati (si è parlato anche del recente Tomb Raider e della nuova generazione di console imminente), mi sono accorto che spesso il mio DNA e quello di molti fra voi ci gioca brutti scherzi.

Un po’ di tempo fa scrissi un articolo riguardo la mia inadeguatezza percepita in certe situazioni ed in certi locali che, detta in parole povere, non fanno per me. Dopo quell’articolo in molti mi mandarono mail per condividere le proprie esperienze, sentendosi frequentemente fuori luogo, la maggior parte delle volte perchè si sta in una compagnia in cui l’amore per i videogames non è condiviso da tutti.

Ebbene, ho voluto portarvi questa mia testimonianza per farvi ragionare su una domanda.
E’ possibile, secondo voi, che tutte le pare mentali che ci facciamo riguardo il “non sentirsi adeguati alla situazione” siano problemi che ci poniamo solo noi stessi, quando poi la realtà si potrebbe mostrare di tutt’altra specie?
Possibile che il nostro DNA a cui facevo riferimento poc’anzi ci porti a pensare “no, non parlo con loro perchè non mi capirebbero”, quando invece è possibile trovare di fronte a noi persone che, se anche non dentro l’argomento di cui vorremmo parlare, sono comunque disposte ad ascoltare, intervenire… interloquire?

In buona sostanza, siamo noi fottuti nerd solitari con la paura del resto del mondo, oppure è davvero il resto del mondo che non ci capisce?

farenz

 

 

Prova a cercare ancora!

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Il Game Pass è il cancro dei videogiochi?

Beh? Mi sembra di aver scritto l’altro ieri l’ultimo articolo ed invece… Mi è nata ...

94 Più commentati

  1. Dipende chi ti trovi davanti.
    Se hai davanti uno che massimo gioca a Fifa e ti metti a parlare di Super Mario o Zelda, ti prende per il culo senza possibilità di uscita, quindi tu sei fuori dai giochi. Se hai davanti uno serio che se ne intende e apprezza tutte le opinioni, puoi parlargli di qualsiasi genere videoludico tranquillamente.
    Con persone estranee, o comunque di età molto diversa dalla mia, non attacco bottone parlando di videogiochi rotfl… Non sono così nerd :D

  2. AngryCausalGamer88

    Lo dissi anche per l’articolo (bellissimo) precedente a questo che hai citato: bisogna parlare con la gente. Bisogna sconfiggere le barriere che ci dividono (che siano anche solo quella cazzo di musica a tutto volume che c’è in questi locali, che come dicano nel primo Mass Effect “sempre fatta apposta per non far parlare le persone tra loro” :D, ma anche età, culturel, modi di vestire differenti) e parlarci con la gente. E non smettere mai di far provare agli altri quello che ci piace con la scusa che “tanto loro non capirebbero”. Perchè non è vero. Anche se è vero che in Italia c’è la brutta tendenza a restare nella propria individualità e difenderla a tutti i costi.. QUando presto o consiglio un libro (Brucia la città – Culicchia/ Le relazioni Pericolose di laclos), un fumetto (The Walking Dead, Scott Pilgrim), un videogioco (Portal 2/ The Walkin Dead), un telefilm (Games Of Thones) a qualcuno e questo gli piace tantissimo è una delle soddisfazioni più belle che si possa ricevere da una relazione di amicizia e non, credetemi.

  3. Personalmente mi sono trovato in entrambe le situazioni: E ho notato che non dipende tanto dall’età, ma dall’apertura culturale dei nostri interlocutori. A volte trovi 50enni con cui puoi parlare meglio di videogiochi rispetto che 20enni di un certo genere. Quando l’età ci farebbe pensare il contrario. Poi è chiaro che si va verso uno sdoganamento; i videogames sono cresciuti insieme ai ragazzini accompagnandoli e creando man mano generazioni di adulti coinvolte in questo tipo di intrattenimento. Generazioni che si sono abituate alla presenza del videogioco e che sono diventate giustamente obiettivo dei produttori che hanno spinto per allargare quanto più possibile il bacino d’utenza. Dai giochi per smartphone, ai non giochi nintendo. Quindi tutto rimane delegato all’approccio culturale secondo me.

  4. Questo articolo mi ha fatto venire in mente un tipo di persona odiosa, veramente odiosa, i “finti” interessati, coloro che che magari ti fanno credere che sono interessati al discorso (che sia giochi, fumetti, film, o altro) ma che in realtà non gliene frega niente.

    E quando si è piccolo è più facile farsi fregare da certi tipi di personaggi…

    Io al contrario invece ho sempre apprezzato i collezionisti in genere, anche di cose che non mi piacciono assolutamente, se c’è una passione dietro l’ho sempre apprezzata, poi beh, se è proprio una cosa che non mi va giù (tipo gli appassionati di Dungeon) posso reggere fino ad un certo punto…

    • Io, così come la maggior parte delle persone (credo), a volte faccio così. Io però più che una cattiveria la vedo una gentilezza, fai sentire “più importante” il tuo interlocutore e di certo è più educato che interromperlo dicendo che non te ne frega niente. E anch’io preferirei che qualcuno mi ascoltasse piuttosto che mandarmi a fanculo, anche se non gliene frega niente xD

  5. Come al solito non va fatta una generalizzazione. Secondo me è sbagliato sia pensare di essere sfigati o altro se si videogioca, sia pensare che le persone che vengono a conoscenza di questo hobby non giudichino. Videogioco = Sfiga, la domanda è: Perché? La risposta è che ancora oggi, nella concezione comune, videogiocare è un hobby stupido e chi lo fa è un perdi tempo (a volte magari è davvero così), ma io vorrei sapere, chi costruisce galoeni? chi gioca a golf? come lo impiegano il loro tempo queste persone?
    Tra i videogiocatori stessi esiste una sindrome di sdoppiamento della personalità spesso e volentieri, infatti sfiderei chiunque a dire di non aver mai sentito frasi come “…io non videogioco più perché non ho più tempo, troppi impegni di lavoro/amicizie/famiglia/etc..” oppure “ho smesso di videogiocare perché è una stronzata, ormai gioco solo pochi VG, di tanto in tanto, quando non ho proprio nient’altro da fare”, frasi dette da persone che poi puntualmente finiscono 1000 giochi l’hanno o giocano si a un paio di giochi, ma per ore e ore online…
    La verità è che tutto dipende dall’intelligenza e maturità delle singole persone, da tutt’e due le parti, quindi se Marco ha passato una bella serata nonostante tutto, allora dipende unicamente da questo…

  6. Io non ho mai avuto problemi a far convivere le mie passioni (videogames, gdr, musica metal, fantasy ecc. ecc.)
    con amici e/o altre persone che hanno gusti e background totalmente diversi dai miei.
    Alla fine quando socializzo mi interessa molto di più che ci sia una certa….come dire…una certa armonia con la
    persona in sè, mentre i suoi interessi ed i miei passano in secondo piano.
    Ho cari amici ai quali non frega nulla dei videogiochi ma insieme a loro mi diverto, ovvio che non posso pretendere di discettare con loro sull’hardware della prossima console ma cerchiamo di trovare interessi comuni…donne, motori e sport tanto per dire.
    Poi ci sono anche persone con le quali non mi trovo bene…gli ignoranti cronici, i qualunquisti, i tuttologi, i menarelli, i sonofigosoloio ecc. ecc. Con questi mi troverei male pure se fossero i designer di baldur’s gate.
    Quindi caro Farenz, secondo me dipende solo dall’empatia generale con le persone e non solo dai loro interessi specifici. Difatti tua moglie non sa nulla di videogiochi eppure con lei ti trovi bene ed immagino passerete delle belle giornate insieme (aldilà del sesso).

    • Aggiungo anche il fatto che una qualunque attività, se fatta con passione e voglia di migliorarsi, è parte della crescita di un individuo.
      Parliamoci chiaro, ci sono una marea di persone che vivono stancamente e senza uno straccio di scintilla vitale e che si regolano basandosi solo sulle cazzate delle trasmissioni trash della tv.
      Quindi preferisco vivermi le mie passioni serenamente piuttosto che ridurmi come un decerebrato.
      Poi se conosco qualcuno con passioni diverse dalle mie mi fa anche piacere ascoltare qualcosa di nuovo e scoprire quanto profonda sia la mia ignoranza.
      L’importante è essere orgogliosi delle proprie passioni e viverle tranquillamente, poi bisogna venire incontro agli altri e portare rispetto, vedrete che vi divertirete e farete ottime amicizie.

  7. All’università tendo a non fare discorsi troppo da nerd con gente al di fuori del mio gruppo però ogni volta sono gli estranei che mi sorprendono. Mi spiego meglio: qualche tempo fa dovevo mettermi in gruppo di 3 persone massimo ed ovviamente io venni escluso da quello dei miei amici. La professoressa mi inserì in un gruppo di gente che a mio avviso sembrava seria. Mentre stiamo lavorando la ragazza del mio gruppo mi chiede se l’anello che porto è di un videogioco, io le dico di si (Kingdom Hearts) e parte la mia domanda sul perchè lei conosce il videogioco. Da li in poi il lato nerd degli altri componenti è uscito fuori e l’aura di serietà dell’intero gruppo si è dissolta parlando delle preferenze videoludiche dei singoli. Molte volte capita che il mondo non sia così tanto lontano dal’ universo nerd e se qualche volta ne parlassimo con qualcuno al di fuori del nostro gruppo forse scopriremmo che l’avvocato, il medico o il salumiere hanno la nostra stessa passione. Se poi non dovesse andare come immaginato la cosa più tragica sarà parlare delle sale giochi e del NES o del Mega Drive.

  8. Quando ero ragazzino (15/20 anni fa) i nerd erano i secchioni, quelli che studiavano tutto il giorno, non certo chi giocava con i videogiochi….non mi sono mai sentito un nerd, eppure gioco da una vita.

  9. Alle volte capita di sentirsi fuori luogo, credo che sia una cosa normale quando non si condividono le stesse passioni e ci si trova davanti a persone che non si conosce. Questo non lo vedo certo come un limite.

    Anche vivere costantemente in un ambiente di persone col nostro stesso DNA potrebbe essere snervante. Dipende tutto dalla maturità delle singole persone.

    Per la mia ragazza anche solo vedermi giocare con la console equivale alla visione un documentario sugli ornitorinchi! È incuriosita, ma a stento riesce a percepire il videogame come un passatempo.

    Ovvio, non passo molto tempo a giocare, ma se una passione mi ha fatto compagnia da che ero bambino, non vedo perché debba sentirmi a disagio con gli altri su come trascorro la sacrosanta oretta di cazzi miei. ;)

  10. Mah, io sinceramente non capisco il perchè se uno è più verso una certa passione o una figura stereotipata (come un nerd), per forza debba sentirsi estraneo o non debba far altro che esca dal “personaggio”.

    Io sono un videogiocatore appassionato, ascolto come molti di voi rock e metal e perfino ho tutti amici che non convìdividono la mia stessa passione per i videogiochi….ma:

    – vado in discoteca saltuariamente
    – vado nei locali con musica a palla a ballare e a “veder la patonza”
    – come accennato ho quasi solo amici che non sono videogiocatori
    – ascolto metal ma non disdegno se capita di fare un po’ il pirla con il tunz tunz
    – se esco di casa non penso solo ai videogiochi, cazzo son fuori casa, prima facciamoci due sane risate e stacchiamo un po’ vedendo in giro un po’ di gnocca, alle tette di lara croft ci penserò quando torno!!!

    per me son solo tutte paranoie che vi fate, basta dare il peso giusto alle cose… e io del NERD non ne devo fare per forza uno stile di vita, ma solo una linea di pensiero e di comportamento in alcune situazioni.

  11. Il fatto é che ti trovavi con persone “mature” (non anagraficamente ma cerebralmente) e ne è scaturita una conversazione piacevole. A me invece è capitato l’esatto opposto: cena con colleghe della mogliera anche loro accompagnate dai rispettivi mariti/compagni. Non vedevo l’ora di andarmene. Ti assicuro che ho provato in tutti i modi a fare conversazione (non ho neanche toccato l’argomento vg) ma più che parlar di moda e reality show non si faceva. Già il fatto di non avere interessi comuni non aiuta. Se poi ci vuoi mettere la faccia tosta di gente che ti ride in faccia perché usi il coltello con la mano sbagliata o perché hai comprato la A3 al posto della s3 o perché compri le magliette al mercato raggiungi l’apoteosi dell’antipatia. Invece a un’altra cena con altre sue colleghe è stato completamente diverso, abbiam parlato di lavoro, studi, sport, cinema, musica, videogiochi ecc..
    Capitan ovvio dice: non è importante il dove, non è importante il quando, ma l’importante è il con chi! Capitan ovvio RULEZ

  12. Non credo sia così, cioè che siamo noi a mettere delle mura invalicabili verso la gente.
    Anche io vivo in una compagnia dove di videogiochi, hardware pc e fumetti frega molto poco, ogni tanto capita di parlare di videogiochi o argomenti nerdosi, ma si parla sempre di gente non appassionata come me e a volte mi sento limitato negli argomenti che vorrei condividere perché né interesserebbero né alcuni, verrebbero compresi.
    Ergo la chiacchierata si ferma ai 5 minuti occasionali e via

  13. Condivido pienamente le tue sensazioni. Evito di parlare di videogiochi a persone che conosco poco o di cui non carpisco l’attitudine videoludica, per timore di annoiare o risultare fuori luogo e, diciamocelo, essere giudicato. Influisce sia l’attuale considerazione del nostro hobby nell’immaginario collettivo e nella “cultura popolare”, sia l’esperienza pregressa. Io, ad esempio, ho il problema di non avere amici/colleghi/parenti vicini che condividono la mia passione fuori dalle mura domestiche (fortunatamente mia moglie appoggia in pieno..), questo influisce molto sull’essere più diffidente di quanto si dovrebbe.
    In definitiva, per rispondere alla domanda, credo che “siamo noi fottuti nerd solitari con la paura del resto del mondo, MA ALLO STESSO TEMPO UNA DISCRETA PARTE del resto del mondo non ci capisce”

  14. Credo che la tua sia stata una coincidenza fortuita, infatti la percentuale di nerd è molto bassa, e non lo dico solo perchè la società ci ha indotto a pensare così ma proprio perchè io stesso conosco pochissima gente appassionata di videogames. Ovviamente non dobbiamo vergognarci di questa passione, dico solo che se conosco gente nuova la prima cosa che dico di certo non è “io amo i videogiochi”, però ovviamente una volta acquisita confidenza lo si può dire senza alcun problema

  15. secondo me è come dici tu, la maggior parte dei nerd, me compreso ha paura delle reazioni degli altri. ma è sempre così anche per le altre cose, mi accerto prima che quello con cui parlo ne sappia un po. cioè mica posso mettermi li a far cambiare idea a mio padre sui videogiochi, per lui saranno sempre una cosa quasi inutile che serve solo a passare il tempo quando non hai nulla da fare. una volta parlavo con mio cugino della trama di final fantasy e mio padre ci ascolta e mi fa: “perchè? i videogiochi hanno anche una trama?? come nei film??”
    e io mi sono messo a ridere perché lui non ci credeva. mi dice di smettere di giocare alla play perché sono troppo grande e quelli della mia età non ci giocano più (ho 20 anni)
    invece un padre di un mio amico da cui andavo a giocare da piccolo era un gamer e giocava spesso ai pichiaduro e giochi tipo getaway o gta, cioè seguiva la trama e i personaggi mica cosi a caso…
    fate voi

  16. Forse siamo fottuti nerd solitari che hanno paura di un mondo che non li comprende. Boom! 2 in 1 ho vinto io.

  17. non è che il resto del mondo non ci capisce ma….
    ci disprezza
    ci compatisce
    ci schernisce
    ci bulla

    un discotecaro che viene a sapere che spendo 70 euro per un gioco mi dà del fesso e ne spende uguale per una sera al coccoricò
    l’uomo/donna medio che impara che passo 2 ore di fila a giocare ai videogame (non è vero molte di più) mi dice che perdo tempo mentre loro guardano biscaardi e amici di maria de filippi

    neanche io condivido i loro passatempi ma NON li disprezzo (pace)

    mese scorso in fumetteria (ebbene si, non solo videogiochi, nerd bipolare) pur prendendo 1 solo fumetto ho chiesto la busta, giustificando il fatto al nerd commesso che abitando in provincia sarei discriminato passeggiando per il centro con un fumetto sottobraccio (fumetto normale specifico) e vi assicuro che è vero

    il videogioco è stato un po’ sdoganato ed è diventato più di massa grazie agli smartphone ma…
    gli anziani che comandano il paese non apprezzano

    nascondiamoci quando siamo soli oppure muoviamoci in massa (così becco qualcuno con lo streetpass!!)

  18. Rispondendo alla tua domanda, Farenz, direi che dipende dai casi. Per quanto mi riguarda è il resto del mondo che non ci capisce, una passione è sempre una passione, chi sono gli altri per giudicarmi o decidere cosa devo o non devo fare? Io, nel tempo, ho imparato a non dare peso a queste cose e a rispondere sempre alla gente (poca) che mi da del NERD (anche se la situazione ultimamente sta decisamente migliorando, spero non stia diventando una moda) con la stessa identica domanda che ho scritto poco più sopra, aggiungendo che i videogiochi sono una passione come un’altra. Quindi, il mio consiglio in caso di cerebroleso, è di non cagarlo neanche di striscio o di rispondergli come sopra, personalmente rispondo sempre e funziona.

  19. a parte che videogiocare nn vuole dire necessariamente essere NERD…il nerd è nerd a tutto tondo,è una cosa differente,NERD ci si nasce!Personalmente è un problema che nn mi sono mai posto,anche perchè,parlo un po’ di tutto a seconda della compagnia….mi piace videogiocare come mi piace leggere un libro,guardare un film,ascoltare della musica,mangiare una pizza,fumare una canna…l’importante è stare bene con se stessi,il resto è una conseguenza.

  20. Proprio oggi ho scoperto che il mio gommista (un signore di 50 anni) è un nerd della madonna

  21. ciao farenz, credo di avere una risposta molto interessante x te e chiunque legga, e ke chi ha visto (e capito xD) l’anime neon genesis evangelion potrebbe già in parte conoscere. innanzitutto questa caratteristica del sentirsi fuori luogo e il sentirsi incompresi è tipico di un particolare profilo caratteriale, di cui la maggior parte delle persone con una spiccata vena artistica ne fanno parte. questo “profilo” ha come bisogno primordiale quello di essere compreso, e tendiamo (si ne faccio parte ankio xD) di avere molto spesso voce in capitolo, ed è x qst ke evitiamo le situazioni in cui nn potremmo dire la nostra, inoltre diamo più importanza ai nostri argomenti ke a quelli degli altri, il ciò c porta a crearci un muro intorno entro il quale (purtroppo) facciamo entrare solamente specifici “eletti” con i quali abbiamo elevata confidenza e ke ci accomuna nei gusti o nella visione del mondo. e il fatto ke “casualmente” la maggior parte dei nerd sia fatta così è xke nel mondo videoludico (così cm qll musicale, cinematografico, letterario) ci si ritrova quasi sempre gente appartenente a qst profilo caratteriale, accomunate dalla vena artistica. tto ciò lho scoperto nell’enneagramma, interessante e affidabile studio psicoanalitico, ke a prima vista viene criticato x via dell’errata “schematizzazione” del carattere umano, ma ke farebbe ricredere chiunque lo analizzi più attentamente :)

  22. Sarà che io ho più a che fare con la generazione dei miei coetanei, nata a metà degli anni ’90, che quindi ha vissuto un era in cui i videogiochi erano socialmente più accettati, ma io non ho MAI avuto problemi a socializzare per via della mia passione, che si tratti di maschi o femmine, videogiocatori o meno. Praticamente tutti i maschi che conosco giocano ai videogiochi, e quasi tutti hanno una console tra PS3 e 360, magari la usano poco o con i soliti giochi (FIFA e COD, anche se nessuno ha solo quei giochi, o almeno io non ne ho mai trovati), spesso i videogiochi sono un argomento di conversazione quando esco anche con persone che non conosco benissimo (uno delle persone che ora considero mio amico l’ho conosciuta discutendo con lui del nuovo e del vecchio Dante),oppure può essere semplicemente anche una “rampa di lancio” per altri argomenti (videogiochi>videogiochi musicali>musica), oppure l’argomento principale di conversazione (“hai visto il trailer del nuovo MGS ?” “Cazzo si, deve essere bellissimo ecc. ecc…) Stessa cosa con le ragazze, di solito non introduco l’argomento io perché non sono sicuro di come la prenderebbero, ma più di una volta mi sono trovato in conversazioni di questo tipo “Questo pomeriggio che fai ?” “Boh, magari studio un po’, poi penso che farò una partitina a *gioco*” e le risposte erano del tipo”Maddai, anche mio fratello ci gioca” oppure “Non lo conosco, cos’è ?” e mai sono stato “etichettato” per la mia passione, anzi, in un paio di casi mi è capitato di iniziare discussioni con ragazze informate quanto e più di me. Quindi in definitva, secondo me i giochi sono stati accettati, magari non li riconoscono come “arte”, ma di certo non vengono considerati strani coloro che li utilizzano, almeno dalle generazioni più giovani.

  23. Bellissimo articolo Farenz e bellissima domanda, che ammetto, mi sono posto più e più volte. L’unica risposta che sono riuscito a tirar fuori è: dipende. Dipende da chi hai davanti. Ci son persone che come viene fatta una parola riguardo tecnologie o videogiochi subito si irrigidiscono e ti comunicano che sei fuori luogo, altre che proprio se la prendono male, altre che, e io le apprezzo particolarmente perché sono cosi anche io, ti ascoltano e ne parlano pur non essendo particolarmente “dotte” sull’argomento.
    Io non ho problemi con nessuno, ma ho conosciuto ragazze che ti tengono il muso tutta la sera se viene fatta una parola da nerd in mezzo alla compagnia e che il giorno dopo te lo fa pesare, sia perché non aveva le palle di cambiare argomento sia perché (secondo me) credo non avesse molta cultura per poter introdurre qualsiasi altra minchiata in compagnia..
    Dipende sempre da chi hai di fronte, purtroppo, anche se riconosco, il mio Dna nerd mi porta sempre a parlare con entusiasmo di queste cose appena vengono introdotte da altri.

  24. Il difetto principale dei videogiochi è quello di isolare il giocatore, immergerlo in un mondo/realtà alternativa, ma il pregio piu grande è che puoi fare tutto quello che nella vita quotidiana è impensabile. è chiaro che cosi si possa alimentare l introversione e socializzare meno, ma sono sempre subordinati al carattere della persona, cioè videogiocare non è essere automaticamente asociali.Inoltre come altri utenti hanno già fatto notare il concetto di Nerd è stato completamente ridefinito: prima era chi si prendeva la home console e giocava un casino, ora (tra l’altro cosa falsa) chiunque abbia i giochini su smartphone, come fosse una moda. Dire che essere nerd è una moda o uno stile di vita dice cazzate e di certo non lo è

  25. Purtroppo Farenz il problema centrale è la nostra “società” in cui mette idee sbagliate nella testa di gente, se tu ha una certa età giochi ai videogiochi, leggi i fumetti ecc… La maggior parte delle persone ti guarderanno sempre in modo storto c’è poco da fare.

  26. A me capita di rado di tirare fuori la discussione a carattere videoludico, ma nel 90% dei casi quando vengo interpellato da terzi su questo argomento, e do le mie risposte da “nerd appassionato” mi sento subito fuoriluogo, come se tutti mi stessero guardando e additando di essere un fottuto nerd sociopatico che non ha una vita sociale e si spacca di videogiochi ecc… La società non apprezza molto chi si appassiona a qualcosa che non è meinstream, (se sei strippato per il calcio sei accettato, se sei appassionato di videogames, manga anime comix ecc. sei fuori dal branco e sei un cazzo di sociopatico…)

  27. Io non saprei… A parte una branca dei miei amici che riassumendo descriverei come nerd (come me), temo di non conoscere altri con cui varrebbe la pena di trattare l’argomento. Studiando in un liceo musicale, i miei compagni per lo più hanno giocato a qualche Guitar Hero, ma il resto è tutto un Fifa, GTA, COD… Senza togliere niente a questi titoli, per carità! Il punto è che secondo me i veri videogiochi sono altri, e di conseguenza i veri videogiocatori sono… altri.

  28. Premessa: io ho finito da poco la maturità, e pochi giorni fa, all’orale, mi sono presentato non solo con la mia bella tesina sulla storia di Nintendo e sui videogiochi come arte (frequento il Liceo Artistico), ma ho piazzato davanti al banco della commissione anche un bel NES con tanto di cartuccia di “Super Mario Bros./Duck Hunt”. Incredibilmente, ho visto i professori interessarsi davvero all’argomento, tanto da vederli dilungarsi a chiedere più di una curiosità in merito.
    Inoltre, ti dirò, grazie alla scusa di questa tesi, qualche mese fa ho scoperto che una delle mie professoresse possiede tutt’oggi un Nintendo 64, e come se non bastasse mi ha pure prestato un gioco.

    Per cui, sì… Forse ci facciamo troppi problemi. Poi magari, a sto esame esco col minimo sindacabile, ma tant’è. ^^’

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