Gruppo B: Si è parlato di sfruttamento all’inverosimile di brand storici, col conseguente rischio di ottenere prodotti finali molto simili tra loro. Capita però che alcune saghe “cambino rotta” radicalmente, a volte sconfinando addirittura in generi estranei a quelli originali. Come ti poni di fronte a questi cambi repentini?
Nel vasto mare della “videoludicità”, sono tanti i pericoli in cui le nostre amate software-house vanno in contro. Quando poi una compagnia si ritrova ad avere capolavori come la “Nina”, la “Pinta” e la “Santa Maria”, decidere il futuro della quarta uscita è impresa assai ardua. Infatti a questo punto quello che si dovrà fare sarà scegliere tra portare la saga verso nuovi orizzonti o valutare l’effetto nostalgia. Purtroppo capita che la scelta non sempre sia esattamente quella giusta e che non produca gli effetti desiderati; faccio un esempio che mi è tra i più vicini: i primi Resident Evil erano giochi impostati in modo mirato a creare quella sensazione di chiusura e impossibilità data dalla telecamera fissa e dalla lentezza dei movimenti. Invece l’odierno quinto capitolo presenta aspetti sull’action o semplicemente di uno sparatutto in terza persona (senza contare che Chris ha un fisico paragonabile a Conan il barbaro e sferra pugni come Kenshiro). Secondo me questo cambiamento ha sì portato la saga verso un genere che è maggiormente apprezzato attualmente, ma ne ha sostanzialmente distrutto le atmosfere originali.
Però a cosa è dovuto tutto ciò? Io penso sia in parte colpa nostra. Sì, perché noi videogiocatori stiamo diventando sempre più esigenti e tendiamo a creare situazioni del genere “ma perché questo gioco è sempre uguale e non cambia mai, mi ha stufato” e quando arriva la volta buona che qualcosa cambia riusciamo a trovare sempre più difetti e ci lamentiamo perché il prodotto finale non è come ce lo aspettavamo.
Ma allora come deve essere il successore della “Santa Maria”? E’ ormai cosa certa che ognuno di noi ha suoi gusti personali, delle idee proprie e quant’altro che diverge dal pensiero di altri giocatori e che ognuno di noi voglia una determinata cosa nei nuovi capitoli delle nostre saghe preferite; a questo punto il comportamento delle software-house non può certo essere quello dell’accontentare tutti (anche perché salterebbe fuori un mezzo macello), quindi si tende a ricercare quale sia la cosa più voluta dagli utenti o di soprendere questi con un sistema di gioco completamente rinnovato e innovativo. I risultati di tali operazioni sono rispettivamente un Resident Evil 5 (perché oggi vanno tantissimo gli sparatutto in terza persona) e un Final Fantasy 13 (con un sistema di gioco completamente diverso dal solito). Ho voluto citare questi giochi non perché mi fanno schifo (anche perché sono saghe che apprezzo moltissimo), ma perché sono stati stravolti completamente dai loro predeccessori causando il sempre più comune effetto “o mi piace tantissimo, o mi fa schifo”.
Questo per dire che ormai vengono creati giochi che devono piacere alla fetta più grande della tipologia dei consumatori, ovvero persone che spesso si avvicinano in questi ultimi periodi al mondo dei videogiochi e che non vogliono scervellarsi dietro enigmi difficili o giocare per ore ed ore ed ore; vogliono azione, sparatorie, frenesia.
La software-house è quindi molto invogliata a tralasciare il vero “essere” della saga, perché cambiano i tempi e le persone e perché per guadagnare qualche spicciolo in più si può portare all’acquisto sempre più persone (a discapito però di chi è un “tradizionalista” e non apprezzerà a pieno le scelte fatte).