Nel corso delle ultime discussioni, abbiamo spesso sfiorato un discorso collaterale che avrei piacere di approfondire.
In più occasioni siamo stati li li per addentrarci in un argomento piuttosto vasto, ma ritengo sia ora di prenderlo per le palle e tiracelo definitivamente addosso.
Nell’eterno dualismo rivaleggiante di oggettività e soggettività, in cosa è che consiste il nostro lato soggettivo? Cosa è più importante considerare quando è il momento di decidere come considerare ciò a cui stiamo giocando?
Dov’è l’amore che mettiamo nel videogioco?
Succede che negli ultimi mesi ho aiutato un amico nella costruzione di un modello in scala 1:72 dell’U-47 di Günther Priem. Non solo esteticamente stupendo, ma un vero e proprio giocattolone radiocomandato con capacità di immersione, emersione, movimento nelle 4 direzioni e lancio di due siluri ad aria compressa. Una meraviglia galleggiante lunga poco più di un metro.
Peccato che la spesa sostenuta per costruirlo ha raggiunto cifre impensabili, nell’ordine di più di un paio di migliaia di euri.
Oltre all’assemblaggio e alla decorazione il mio amico ha dovuto prendere per mano ogni singola parte che costituiva il motore, rendere perfettamente ermetiche le sezioni della zavorra e dell’aria compressa, modificare pezzi arrivati dagli Stati Uniti (venduti come perfettamente collaudati) e inventarsi dal nulla nuovi componenti utilizzando parti di ricambio per caldaie e acquari che è andato ad accaparrarsi in punti agli antipodi della provincia.
Quello che mi ha sorpreso è che, nonostante tutto, il mio amico è felice come una Pasqua. Qualche giorno fa ha effettuato la prima prova in un laghetto, ci sono ancora modifiche da fare, ma alla venerabile età di over 50 aveva quella scintilla negli occhi. Un po’ come quando al poker elettronico quel dannato cinese in tuta da ginnastica che puzza di pesce fritto e ha fatto girare le balle a tutti giocando sporco per un’ora vi viene dietro al River con due 4 sul tavolo e due in mano vostra.
Vederlo tutto indaffarato, ma felice, col suo U-47 mi ha fatto pensare.
E se lui fosse me, e il modello con tutti i pezzi sbagliati un qualunque gioco mediocre e venduto a peso d’oro? Scena già vista.
Ne abbiamo parlato in più modi e a più riprese, ma non abbiamo mai preso la domanda veramente di petto.
Abbiamo i giochi belli, osannati da critici di tutto l’universo e talmente strafighi che non giocarci dovrebbe essere equiparato al reato d’odio nel codice penale.
Abbiamo i giochi brutti, alla gogna mediatica per essere tali porcherie prive di dignità e che a giocarli di fronte a testimoni si rischia di perdere il proprio status sociale.
Generalmente si spendono fiumi di parole per decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato in sede di valutazione, ma oggi vorrei capire cosa voi, cari Discepoli, considerate per costruire la vostra personale opinione su un videogioco. In che modo valutiamo e pesiamo un gioco prima di considerarlo buono o carente? Cos’è che si muove nelle nostre sinapsi, che fa scattare l’interruttore a destra o a sinistra, con la lancetta su FIGO o su ORRENDO?
I soldi che spendiamo? Se supponessimo di comprare un gioco qualunque al Day One pagandolo il prezzo full retail lo considereremmo diversamente se invece spendessimo un decimo comprandolo un anno dopo? Assassin’s Creed 3 comprato subito farebbe tanta nausea quanto se pagato 70 centesimi. La rabbia riguarda i soldi buttati via, varia solo la quantità. Non penso proprio che vada bene come metro di giudizio.
La difficoltà? Certo, è bene che un gioco ci tenga a bada, ma ovviamente c’è chi per predisposizione o per scelta eccelle in un ambito di gioco e prende esclusivamente sberloni in un altro. È più difficile FIFA 14 o Myst? GT5 o Carmageddon? La questione chiaramente può venire tirata in ballo per ciascun singolo individuo, non di certo come canone universale. Quindi non va bene neanche questo.
La durata? Dipende. Come un intercorso sessuale, ce n’è che durano ore e li si dimentica appena infilate le pantofole, ce n’è che durano 5 minuti e li si ricorda a occhi sbarrati per il resto della vita. L’importante è che un gioco duri il giusto, ma chi lo definisce? Sta poi tutto nell’approccio che si ha, il modo in cui giochiamo. Prendete il finale del Robocop originale del 1987, può sia partire l’applauso entusiasta che un NOOO! alla Luke Skywalker.
La realizzazione tecnica? Certamente non è un aspetto che si trascura, ma se fino a 20 anni fa i nostri antenati si facevano andare “bene” giochi con 4 direzioni e due pulsanti, oggi l’evoluzione del mercato ci ha portato ad essere piuttosto esigenti, forse qualche volta (escludendo casi eclatanti) anche un filino troppo. Chiaro che un gioco che ti uccide un salvataggio dopo 40 ore perché una side-quest non è scritta bene come dovrebbe fa incazzare, però non sempre i software hanno problematiche così drastiche.
Vi dico come la vedo io. Ogni gioco ha alle spalle una storia diversa, differenti persone che ci hanno lavorato, idee messe su carta prese chissà dove, responsabilità e concause, sviluppi positivi e non. Mi piace immaginare chi ha preparato il gioco prima che arrivasse a me, provare a pensare con la testa di un programmatore.
Il fatto che io spenda poco per giocare nasce dalla necessità, non dall’avarizia, setto ogni gioco per essere difficile al punto giusto e i giochi a cui gioco per più ore sono quelli che mi piacciono veramente, specie quando (raramente) ricomincio dall’inizio più di una volta. Gli innumerevoli crash su BF 4 mi hanno fatto ululare bestemmie che non si sentono spesso nemmeno sulle rive dello Stige, ma non per questo quando il gioco è tornato a posto ho smesso di giocarci per ripicca.
Quando gioco voglio che le mie aspettative vengano soddisfatte, ma mi piace lasciare che sia il gioco ad intrattenermi, non che sia soltanto la solita storia di un essere umano che sfrutta un software per alterare la concentrazione di ormoni nel proprio sangue. Vi sembra la stessa cosa? Secondo me non lo è. È vero che l’amore sta nel compromesso fra le parti, ed io ho iniziato a vivere meglio la mia relazione coi videogiochi nel momento in cui ho abbassato un po’ il naso e ho cercato di diventare più tollerante, di concedere al gioco il proprio sgangherato spazio di manovra prima di fare una valutazione definitiva.
Per voi, cari Discepoli, come pensate che funzioni? C’è un aspetto cui date più risalto rispetto agli altri? Avete una particolare serie di richieste a cui le alchimie del gioco devono far fronte o lasciate che ogni software giocato sia un evento a se stante, da sfogliare un pulsante alla volta?
A voi la parola.
Io acquisto diversi giochi, sono entrato nel tunnel del collezionismo, ma non tutti li apprezzo allo stesso modo, io non parto con preconcetti ma mi limito almeno inizialmente a godermi il gioco! L’amore per questo nasce e cresce strada facendo… mi rendo conto se il gioco mi ha preso ben presto… se una volta finita la storia ho ancora voglia di giocarlo… il gioco mi è piaciuto, che sia multiplayer o la caccia ai trofei mancanti o altro… il gioco mi è piaciuto.
Bel post. Scritto bene e interessante.
Io i giochi non li compro MAI al dayone retail (con un’unica eccezione importata uk), per me nessuno vale oltre i 20-30 euro a prescindere come tetto di spesa oltre il quale mi impongo di non andare. Chiaro che più un gioco lo hai pagato, più gli hai dato fiducia più ti picchi a volerlo finire ad ogni costo. Ciononostante cerco di dare ad ogni gioco (plus, gog, gratuito o a sconto che sia) la chance di arrivare alla fine.
Ci sono stati giochi che dalla presentazione, trailers non mi ispiaravano e che invece mi hanno poi cattuarto subito dall’inizio alla fine. Giochi che nelle fasi iniziali non mi sono piaciuti e dopo sono decollati. Giochi che al contrario sono all’inizio sfavillanti e alla fine una noia. Condivido le parole di marco878: “se una volta finitta la storia ho ancora voglia di gicarlo… il gioco mi è piaciuto”. Solo dopo mi viene voglia di approfondire in modo più analitico il perchè e uso questo schema:
– INTERazione: gameplay. Che poi è lo specifico del media videoludico. Meccaniche di gioco, sviluppo, difficoltà e sfida, intelligenza artificiale ecc..
– NARRazione: Trama e personaggi. intreccio narrativo, psicologia e carisma personaggi principali e secondari ecc..
– REALIZZazione: Grafica e tecnica. Conteggio poligoni, texture, framerate, fisica, compenetrazioni, tearing ecc..
– AMBIENTazione: direzione artistica, muische, effetti ec…
Come ogni schema o semplificazione è pieno di lacune o difetti. Alla fine un videogioc come ogni altro prodotto di comunicazione di cultura sfugge agli schemi e affonda le ragioni di quel quid, quella scintilla, in qualcosa di personale di legato a espereienze uniche che toccano quelle corde… che ti fanno innamorare.
Sò che non ha senso ciò che dirò ma tant’è. A me il gioco piace a pelle, un pò come per le persone. Alle volte capita che incontri qualcuno per la prima volta e scatta una qualche sorta di alchimia che rende tutto più semplice. Altre volte invece, alzi lo sguardo lo vedi e vorresti sfracellargli il cranio a suon di bashate.
Per me con i giochi è così. C’è una concatenazione di eventi, stile del design, meccaniche, e momento in cui lo acquisto (si conta molto il periodo in cui gioco) che devono filar lisce per far si che mi appassioni ad un titolo.
Dopodichè arriva il ragionamento, il foglio excel, le valutazioni oggettive e ragionate. Ma ci va feeling all’inizio, poi con il passare degli anni cerco di aprire la mente e anche ultimamente mi stò “forzando” a giocare ad alcuni titoli perchè non voglio scartare qualcosa senza conoscerlo, lo trovo stupido.
In definitiva quello che un gioco deve avere per essere amato, secondo me, è la combinazione tra una marea di aspetti personali, esperienze, e momento temporale.
Capisco benissimo!
Articolo interessante (anche se non ho ben capito la relazione tra l’esempio del tuo amico e l’argomento trattato ma fa nulla xD).
Tenendo presente che oggi come oggi non passo moltissimo tempo sui videogiochi (causa problemi economici, studio, ecc..) quello che faccio con i suddetti e semplicemente “giocarci”. Ok detto cosi sembra una sparata e bah, cerco di spiegarmi. Come già detto da svirgoloo, pure a me il gioco piace a pelle, come accade quando si incontrano nuove persone, o si inizia a leggere un libro. Ok, uno di solito prima di comprare un videogioco si informa online su com’è e come non è, decidendo di comprarlo o no e facendosi salire sempre più il desiderio di giocarlo. Ma tutto poi si basa durante le sessioni di gioco iniziali, come il gioco mi intrattiene, come il gioco si sviluppa nella trama ecc ecc.
Un esempio fondamentale per me e Metal Gear Solid 3. Quando mi e stato regalato, si può dire che nemmeno conoscevo più di tanto la serie di Metal Gear,… eppure MGS 3 l’ho finito una decina di volte perché mi aveva preso moltissimo, come gameplay, come trama (e sottolineo anche che un mio forte limite videoludico è quello di non aver ancora capito bene come si sviluppa la trama dei vari metal gear ahah si… atteggiamento da classico casual gamer). Poi da lì e nato un certo amore per la saga.
Altro esempio e God of War 3. Mi erano piaciuti molto i primi due, poiché titoli “liberatori” (sei stanco, ti metti a giocare a God of War e vai come se nulla fosse… uccidi, strappi in due i nemici, vai a duemila tra colpi di ogni genere seguendo una trama non difficile ma comunque abbastanza originale e tutto arricchito di una certa “epicità”) e GoW3 è stato l’unico titolo di cui ho preso la limited edition, giocandolo tutto di un fiato.
Il mio amore (o odio) sui videogiochi si basa su questo, sul provarli e vedere come va a finire. Come dice Matyas “voglio che sia il gioco ad intrattenermi”. Oggi giorno sento sempre più gente che prende un videogioco e lo analizza sotto ogni punto di vista sforzandosi di immedesimarsi in un critico d’arte mondiale. Non dico che sia sbagliato, ma sicuramente limitativo. Esempio clamoroso: GTA 5 …. fighissimo sotto molteplici punti di vista… ma ha qualcosa in se che non mi ha mai convinto, e che mi ha tolto il desiderio di spolparlo.
D’altronde è come quando leggi un libro, ne fai la recensione, la porti alla maestra e quando legge “il libro è scritto bene”, si mette a ridacchiare dicendo “certo che è scritto bene, senno l’autore per lavoro non faceva lo scrittore”. (tristi scene di vita vissuta xD)
Personalmente dipende da quando inizio il gioco, da li può nascere amore o abbandono del gioco dopo poche ore…ci sono titoli che ho finito quasi controvoglia, non tanto perchè brutti ma non c’era quella voglia di giocare che ho trovato in altri titoli.
Il lato economico non è influente, ho comprato giochi a prezzo pieno che però non ho giocato, tipo BF con tutti i dlc, altri come far Cry 3 col plus che ho giocato quasi d’un fiato, Skyrim prezzo pieno e ho preso pure i dlc giocando per centinaia di ore, per TLOU non è stato amore subito subito ma dopo anche quello finito in fretta perchè trama e realizzazione da Oscar.
Essendo “abbastanza onnivoro” non ho quasi mai preconcetti di base, vedo trailer, leggo news, pareri di amici e redazioni, poi lo provo…
Unico fattore se mai che mi allontana magari da un titolo prima di provarlo può essere il genere, poichè se ho finito un fps magari tendo a cambiare e buttarmi su un action in terza persona.
C’e un primo giudizio in tutti noi (e lo trovo troppo radicale alla fin fine) pero le esperienze ci insegnano ad aver pazienza e guardare la situazione/oggetto desiderato sempre da un altro punto di vista; Dipende dalla situazione ed in media riusciamo a salvarci in corner (almeno quello,XD) sapendo prendere la decisione giusta, dopo tot. facciate di orgoglio pero mai dire mai.
Scelte cosi decise ho paura si possano avverare sempre, credo, dalla mia esperienza che un piano ben radicato in testa aiuta a limitare i colpi di testa, visto la natura insidiosa e consumistica del web tutto in intorno a noi.
Innanzitutto deve avere una trama che mi piaccia o comunque un incedere tale da non farmi addormentare.Prima di comprarlo, evito di vederne il trailer (spesso commissionato a terzi e non coerente con il gioco),piuttosto ne vedo il gameplay.Poi mi faccio un’idea sulla libertà lasciata al giocatore e valuto se c’è un significativo passo avanti rispetto al predecessore.Ad es Dead Island Riptide non lo prenderò perchè è troppo simile al primo.infine l’aspetto più importante:la localizzazione.se ci sono pochi dialoghi i sottotitoli vanno bene,ma non sono disposto a leggere papiri a schermo.
Personalmente io gioco solo pochi generi di giochi,picchiaduro,action,e rpg sia giapponesi che occidentali.Gli altri proprio non riesco a giocarli,la settimana scorsa mio fratello mi ha prestato Bioshock Infinite,dopo 2 ore lo abbandonato,i giochi in prima persona proprio non riesco a farmeli piacere.Questo per dire che un gioco puo essere bello come vuole,ma se non rientra nel genere che ho elencato prima non riesco proprio a giocarlo.
Io, se devo essere sincero, sotto questo aspetto sono un po’ strano.
Prima di procedere all’acquisto di un qualsiasi titolo, vado sempre su alcuni forum e/o siti a cercare quelli che sono considerati da recensori, utenti etc. etc. dei buoni giochi per quella o per quest’altra console: un po’ come farenz e le sue top/flop, vado a cercare commenti preferibilmente argomentati sul perchè QUEL titolo merita oppure no.
Dopo essermi convinto, vado a vedere uno o due video di gameplay per farmi un’idea di cosa mi aspetta: fatto questo, prendo in considerazione l’idea di pigliare o no QUEL determinato titolo.
Una volta preso, seguo una precisa scaletta per quanto riguarda la sua valutazione:
1) Gameplay, l’anima di ogni videogioco, guardo se i valori di genere appartenente, bilanciamento, IA e morfologia dei livelli sono amalgamati perfettamente tra di loro e con la…
2) …Trama, che viene valutata in base all’originalità, ai colpi di scena, alla profondità, alle emozioni suscitate e alla coerenza con un possibile capitolo precedente;
3) Colonna sonora, originale o non, costituisce un valore aggiuntivo alla trama ed è valutata in base a qualità (molto personale), varietà, coerenza con gameplay e trama, e possibile ripetitività;
4) Stile grafico, valutato in base alla coerenza con il feeling del gioco, originalità e perchè no, se è brutta oppure no.
Detto questo, ci sono due valori speciali che prendo in considerazione solo alla fine del gioco:
1) ambientazione, se la vista di un qualsiasi elemento relativo al titolo suscita quella scintilla dentro di me, vuol dire che è riuscito a colpirmi in pieno (di solito si accende spesso quella dannata scintilla);
2) più importante, i DETTAGLI, ma non quelli grafici, bensì quelle piccolezze che si possono trovare più o meno in alcuni giochi che alla sola vista fanno sorridere oppure emozionare.
Ho un parere particolare a riguardo: i primi 4 punti determinano se un gioco piace oppure no, ma sono i dettagli che determinano l’innamoramento di quella o di quell’altra saga.
Ultima cosa: la trama non è per forza necessaria in alcuni generi, ma se viene inserita, è giusto valutarla per come è, se merdosa oppure no.
PS: Matyas, ti stimo per aver citato Carmageddon. :) Se siete interessati, andate a vedere qualche video su Carmageddon Reincarnation: Max sta per tornare. XD
Condivido totalmente l’avversione per gli fps e la valutazione negativa su Bioshock. Mi sono costretto a finirlo perché ho letto pareri opposti in rete sul finale e volevo farmi un idea personale. però che fatica! E ci sono tantissimi innamorati pazzi per questo gioco. Si ritorna al post.
Prima hai la tua sensazione. Poi la razionalizzazione in cui si prova una analisi. Alla fine spesso si scopre che le stesse ragioni per cui a te non è piaciuto sono quelle per cui altri sono innamorati.
Però sei andato oltre il mi piace o non mi piace e magari hai capito qualcosa in più sui vg o meglio ancora su di te.
unico parametro per il giudizio postumo di un gioco: il divertimento che mi ha procurato.
nient’altro conta
Io valuto la bontà del gioco in base ad un solo criterio: quanta voglia ho di metterci su le grinfie? L’ultimo gioco dal quale non riuscivo proprio a staccare la spina, e che quando non ci giocavo pensavo a quando l’avrei rifatto è stato l’ultimo Zelda su 3DS. Ecco, la voglia, secondo me è un ottimo metro di giudizio, infatti sto giocando anche a dei capolavori in questo periodo, come Ni No Kuni ad esempio, ma non riesco a fare sessioni lunghe perchè dopo un po’ diventa frustrante, o semplicemente mi stufo. Poi se arrivo al punto che l’unica spinta che ho per finire il gioco è il fatto che ci abbia speso dei soldi, beh, allora secondo me varrebbe la pena dedicarsi ad altro. Il fatto è che, a seconda di quanto questi chiacchieroni del mestiere ci dicano quanto un gioco sia bello o meno, sta solo a noi capire quanto siamo portati a giocarci e quante gioie ci da. Un ultimo esempio per rendere chiaro il concetto: Titanfall. Premetto che non nutro una particolare simpatia per gli FPS online, e nonostante abbiano parlato di Titanfall come qualcosa di innovativo per il genere, io l’ho voluto provare, ma l’ho trovato il solito FPS di merda, con un’interattività con l’ambiente pressochè nulla e le solite modalità, ma cazzo se è divertente. Mai, in nessun FPS mi posso vantare di essere salito di più di 10 livelli nell’arco di 3 giorni. Dopo ogni partita volevo farne un’altra, e secondo me questo è il sintomo principale di un bel gioco.
DIMMI semplicemente come hai risolto con bf4…son 3 giorni che ci sto a smadonnare!!!!
(e conta che con il vecchio pc riesco a giocarci!!!!)
Il 2° commento di questa pagina è epico:
http://answers.ea.com/t5/Battlefield-4/DirectX-function-GetDeviceRemovedReason-failed-with-dxgi-error/td-p/1634343/page/10
A me veramente non ha dato particolari problemi a parte i (numerosi) crash, poi dalla 3a patch grossa sono riuscito a giocare bene anche su Crash of Shangai!
Son saltati fuori altri casini??
boh ora dopo la fix 5…o 6 riesco a giocare
di casini è pieno…ora nel single player sto su uno schermo tutto glitchato…dovrei attraversare un ponte ma cado :°
Già lo stavo giocando praticamente solo x testare il nuovo hardware…così la voglia mi passa del tutto
Penso che innanzitutto l’elemento principale sia il genere e forse piu iimportante…il brand di quella tipologia di gioco che piu si ha interesse!
Secondariamente deve avere una grafica almeno decente, una buona longevità e una durata nella media ecc…
Ci sono giochi considerati perfetti nel loro genere e anche a livello di grafica, gameplay come Cod o Battefield…ma è un tipo di gioco che non ho mai digerito, soprattutto per la prima persona, e che non mi ha mai portato interesse.
Dal lato “tecnico” dell’analisi normalmente giudico 3 fattori ovvero Gameplay, trama (inteso non solo come storia ma anche come stile di narrazione) e poi il divertimento che mi procura, e le prime due ovviamente se presenti (non mi faccio domande sulla trama in Mario, o di gameplay su Heavy Rain). Poi ovviamente ogni singolo gioco ha i suoi pro ed i suoi contro e molto spesso mi capita che anche uno solo di questi 3 fattori sia a livelli stellari per farmi piacere alla follia un gioco.
Dal lato non tecnico è sicuramente una cosa inconscia (a meno che non si parli di generi che già so non mi piace giocare, come ad esempio i survival horror che quindi scarto a priori), diciamo a pelle per cui un gioco mi prenda piuttosto che un altro, magari simile nelle meccaniche o nella storia
“I soldi che spendiamo? Se supponessimo di comprare un gioco qualunque al Day One pagandolo il prezzo full retail lo considereremmo diversamente se invece spendessimo un decimo comprandolo un anno dopo?”
Eh si, questo è proprio il mio metro di giudizio
Non saprei, sarebbe come dire che le Mezze Penne Barilla del LIDL sono più buone perché costano meno che al SuperW..
Secondo me si. Io di recente ho giocato a deus ex: human revolution pagato 18 euro dal gamestop, e nonostante ne ho sentito parlare come capolavoro da molti (farenz compreso) non sono riuscito a farmelo piacere molto. Bel gioco ma secondo me non vale la pena di spenderci più di quello che ci ho speso io. Se l’avessi pagato 30-40 mi sarebbe dispiaciuto di più. Poi vabè ci sono anche delle eccezioni in cui mi pento di aver comprato un gioco a 15 euro quando meritava di essere pagato anche a 35-40 euro. Ma in generale i soldi spesi su un gioco influenzano molto il mio giudizio finale. Ma magari è anche colpa mia che non sono un grande appassionato di videogiochi. :P
Il primo criterio assoluto nel mio giudizio di un gioco è che mi deve divertire. Questo è il prerequisito intrinseco di un gioco, “divertire”. Se non mi diverto nemmeno un po’ non è un gioco, è una rottura di palle, e lo considero solo ed esclusivamente come tale (ed è per questo che non ho scaricato quella merdata di Flappy Bird, tento per fare un esempio). Una volta appurato che mi diverto, non ho ricette precise. Un po’ vado a sensazioni, un po’ ci arrivo dopo valutando ciò che il gioco mi ha lasciato, un po’ considero la sua longevità, un po’ la sensazione di immedesimazione… Dipende insomma. Quello che ti so dire è che magari da genere a genere do importanza a certe cose anzichè ad altre, non so, magari apprezzo di più la difficoltà in uno stealth o in un survival e me ne frego in un picchiaduro, o magari mentre in un RPG o in un avventura grafica l’ambentazione la ritengo fondamentale in un FPS finchè c’è una frenesia che mi incolla al monitor posso anche passare sopra a una setting mediocre. Probabilmente un gioco per essere il mio titolo ideale deve avere A) un gameplay come già detto divertente ma anche stimolante e “flippante” e B) una completezza nel totale (ritengo superiore un gioco che eccelle in tutti i i suoi aspetti che uno stesso gioco che magari in qualcosa eccelle ancor di più del gioco precedente ma che in altri è un po’ povero). Magari la cosa che guardo meno sono le grafiche… Non sono mai stato un grande amante del tirato e poligonoso, i giochi inutilmente pastosi non mi stanno molto simpatici (e qui il Frostbite può farmi una sega), però gli artwork li considero un sacco: stili, ambientazioni, personaggi… Quando l’artwork dietro un gioco è ben costruito lo trovo molto piacevole, sia che siano giochi a basso budget come Don’t Starve che siano giochi tripla A e che magari non mi son piaciuti, come Diablo 3. Per concludere volevo parlare dei soldi… A me spendere di più o di meno per un gioco non me lo fa ritenere più bello o più brutto… Ma quando spendo una certa sommetta per roba che si rivela una merdata incoerente, uuuu, lì m’incazzo come una scimmia e inizio a odiare il gioco (e qui anche Minecraft può farmi una sega, perchè me lo deve). In sostanza le spese mi stanno bene, ma prendere le inculate no, come (penso) a qualsiasi persona razionale.
Il mio metro di giudizio principale, quello che fa pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra, è principalmente uno: L’INNOVAZIONE
Tendo ad alzare di molto la valutazione di un gioco magari corto o pieno di bug se presenta meccaniche di gameplay innovative.
Al contrario si abbassa il giudizio di un gioco lungo e ben fatto ma che alla fin fine non propone niente di nuovo sotto il sole.
Di fronte ad una meccanica di gioco mai vista prima rimango sempre molto piacevolmente colpito.
In fondo è proprio il gameplay la caratteristica principale dei videogiochi …. quella che li differenzia da film, libri e fumetti … ed è proprio tramite l’esperienza utente creata da esso che un videogame può innalzarsi ad arte.
Ritengo che chi sviluppa un gioco dovrebbe SEMPRE pensare a far evolvere la tipologia di giochi di cui fa parte il titolo che sta creando.
Wow Maty, articolo fantastico e che mi rammarico di aver letto solo oggi… per risponderti dovrei scrivere un papiro come il tuo ma non mi sembra il caso, cerchero’ di farlo nel piu’ breve modo possibile.
quello che mi fa decidere il “destino” di un gioco?
Prima di tutto deve darmi soddisfazione, non un qualcosa in particolare ma deve avere QUEL qualcosa che mi tiene attaccato al TV, puo’ essere la trama, il gameplay, lo stile o un mix di queste cose… se il gioco e’ anonimo con me fa una brutta fine.
La durata e’ relativa, se mi sento completamente appagato da un gioco sono contento che duri solamente 4 o 5 ore, ad esempio in Beyond mi hanno dato tremendamente fastidio le scene inutili create unicamente per aumentare la durata in modo “vile”… preferisco giocare al massimo per 5 ore piuttosto che avere un esperienza diluita in un mare di monotonia per arrivare a 12.
Area tecnica… inutile dire che non e’ fondamentale per un videogioco ma e’ anche patetico non ammettere che non conta nulla, siamo nel 2014 e avere un gioco “vecchio” tecnicamente almeno a me da un po’ fastidio, chiudo un occhio (o entrambi) quando siamo di fronte ad un indie o SH minore, ma quando i problemi vengono da studi importanti no, dei controlli approssimati o texture ridicole per me iniziano a pesare…. caso a parte i bug, per me sono importanti, se i bug sono troppi e non vengono corretti alla svelta per me e’ un addio per quel titolo, Skyrim lo abbandonai per quello, mi era diventato impossibile giocarci e quando sono stati corretti oramai per me era tardi, ero passato ad altro, non era ripicca ma semplicemente gioco a tanti giochi e finche’ parliamo di un Mario che riprendi quando vuoi e nulla e’ cambiato in giochi complessi al contrario, una volta abbandonati, e’ difficile rientrare nella loro mentalita’ e ricominciarli da capo e’ dura….
Una cosa che invece voglio puntualizzare e’ il discorso COSTO
Quando mi si chiede una recensione per un gioco alla fine raramente mi si sentira’ dare un voto, per me i voti lasciano il tempo che trovano, personalmente preferisco dare un prezzo a quell’esperienza.
Posso portare un esempio fresco, Resogun, gioco per me meraviglioso che ho avuto gratis ma che potevo benissimo pagare, ma quanto? 70€ non di certo, quei soldi non li vale, 20? Perche’ no…
Anche qui, difficile dire il come giudicare un prezzo di un gioco… probabilmente e’ puramente l’area tecnica che fa la differenza, probabilmente per un gioco che so aver avuto modesti investimenti mi vien naturale pensare a minori richieste monetarie, al contrario un GTA5 o uno Skyrim per fare un esempio, mi vien naturale rapportarli al classico 70ello.
non so se ho reso l’idea, come dicevo ci vorrebbe una pagina intera o forse due per rispondere in modo esauriente…