Grew

È curioso constatare quanto un insieme di piccoli eventi separati può portare allo scatenarsi di una rivoluzione di proporzioni disumane.

Si vivono quasi tre decenni nella convinzione di conoscere abbastanza a menadito noi stessi e l’ambiente che supponiamo ci circondi, ma come nella miglior tradizione del Ravensburgeriano Labirinto Magico, è sufficiente che quello di fianco a noi sposti la casella giusta al momento giusto, ed ecco che si finisce imbottigliati all’estremo opposto del punto del tabellone in cui pensavamo di essere, spesso con lo sterco fino al collo.

Giusto per non perdere l’abitudine, queste righe parlano di me, perché sto vivendo questa indefinibile esperienza che -nella sempiterna ottica di pseudo ‘buon padre di famiglia’, alla base di qualunque tipo di organizzazione piramidale profit e non del pianeta- mi sento di condividere con voi cari ragazzi.

Vedete, temo di aver perso una delle più importanti partite con il resto dell’universo, di quelle che si disputano fra il nostro subconscio e l’insieme delle forze inintelligibili che reggono la società.

Temo proprio di essere cresciuto.

Se anagraficamente non risulto che soltanto qualche mese più vecchio di prima, il recentemente trascorso abominevole 2011 si è portato via qualcosa di più importante di 365 semplici giorni di vita.

Risparmiandovi la lunga sequenza di operazioni finanziarie, investimenti, eventi, scampate catastrofi e insperati rinnovamenti di cui sono stato testimone sia come essere umano che nei panni di lavoratore autonomo, sappiate che l’anno in questione è stato un’autentica merda.

E soprattutto mi è costato la ‘gioventù psicologica’, l’infantile innocenza che custodivo gelosamente da 26 anni, l’eterna voglia di essere e di palesarmi ‘teenager inside’, la capacità di cancellare i problemi con una scrollata di encefalo e di scordarmi del resto del mondo nel momento in cui accendevo la console.

Non v’è più traccia dell’imperturbabile serenità con cui a prescindere arrivavo a fine giornata, né della voglia di lanciarsi in arrembanti discussioni senza lesinare energie.

Il mio Peter Pan interiore è stato ucciso a colpi di responsabilità, mansioni di crescente importanza, biancheria da stendere, articoli per la casa da acquistare e bambini pelosi (gatti) da accudire e curare.

Ho perso un po’ alla volta l’esigenza fisica delle continue ore di gioco, la necessità impellente di avere un pad per le mani e di urlare bestemmioni all’indirizzo del camper di turno. Mio malgrado le priorità di oggi non sono più attendere con la bava alla bocca ogni singolo gioco, leggere ogni rumor o notizia e stare inchiodati a scaricare ogni singolo DLC, bensì avere vestiti puliti per il lavoro (e aggiungo che con amarezza ho scoperto che la t-shirt non si qualifica come abbigliamento da lavoro), avere qualcosa da cucinare che non generi troppo inquinamento nel lavandino e provvedere quando e quanto possibile al benessere della mia nuova, fantastica, compagna.

Una volta espletati i compiti domestici e lavorativi arrivo a sera che non ho più tutta quella voglia di svegliarmi dolorante sul divano alle 5:00 di mattina, ho già abbastanza pensieri riguardo a portare a casa i soldini per pagarmi le spese condominiali e a gestire la graduale transazione verso il futuro status di ‘famiglia & figli’ per aver voglia di bisticciare con gente che non conosco su chi abbia il membro più poderoso. E magari ne avessi il tempo, figa.

E se da un lato mi rendo conto che il processo era inevitabile, un pochino me ne dolgo. Mi manca oggi come non mai la fanciullezza Pascoliana, il declassare ogni problema a “qualcuno più competente di me ci penserà a tempo debito”, il non dover fare a cazzotti sul muso con la vita quotidiana ogni santo giorno, fra clienti da non mandare a cagare a calci e rappresentanti a cui dire che il “titolare è in ferie fino a data da destinarsi”.

A questo punto, come di consueto, vi domando cosa ne pensiate. Fra voi alberga qualche altro neo-adulto che nostalgicamente rivorrebbe indietro la sua gioventù? Siete ancora dall’altra parte e temete che il cambiamento vi travolga quando meno ve l’aspettate?

Parlate, quindi!

Prova a cercare ancora!

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Il Game Pass è il cancro dei videogiochi?

Beh? Mi sembra di aver scritto l’altro ieri l’ultimo articolo ed invece… Mi è nata ...

97 Più commentati

  1. Matyas non ti conosco sono da poco entrato nel mondo dell’angolo di Farenz e posto ogni tanto commenti. Detto questo da 31enne quale sonno posso garantirti che secondo me STAI CRESCENDO è un processo normale e la vita porta a maturare e pian piano far perdere tanti gesti fanciulleschi che prima facevi e nemmeno pensavi alle conseguenze. Oggi poi lavorando di “merda” ne vedo ne sento e ne spalo ogni giorno sono sempre a contatto con la difficoltà di arrivare a fine mese sapendo di prenderlo o no lo stipendio ma sopratutto di MANTENERLO il lavoro. Tirati su comunque come leggevo post precedenti avere casa lavoro e famiglia è un GROSSO traguardo che tutti al mondo vorrebbero raggiungere. Per il resto la voglia d giocare ai videogiochi per me non finirà mai mi ritaglio quando posso specie il fine settimana momenti per giocare (PC avendo quello per far tutto film gioco e svago) fai cosi anche te se e quando puoi per il resto secondo me è solo un tuo momento un pò no. VIVI LA VITA E GODITELA!

  2. ho 29 anni e gioco da soli due anni. Mi occupo di ristrutturazioni di aziende in crisi finanziaria e ti assicuro che i problemi non mancano. I videogame non sono solo una passione, sono anche una valida valvola di sfogo…prima di dormire accendo la console (scegli tu quale) salvo il mondo e fino al mattino dopo sparisce tutto.
    Inoltre ho notato che dopo aver giocato, magari anche fino a tardi, il giorno seguente lavoro meglio, il fatto stesso di aver trovato sfogo ed essermi goduto la mia meritata dose di videogame mi fa affrontare al meglio anche il lavoro e tutti i cazzi della vita da adulto.

  3. Maty
    Ti accorgi che è “finita” quell’epoca quando, solamente anche pensando, di prendere in mano il pad e voler passare le prossime 5 ore al skyrim di turno, ti senti in colpa.

    Quella sensazione che non si sa spiegare, che nemmeno tu sai il vero perchè, ma ti senti in colpa.

    Almeno per me è stato cosi che ho capito che erano altre ormai le priorità.

  4. Da alcuni anni ho messo in piedi la mia attività. Sono molto contento di riuscire a togliermi diverse soddisfazioni.
    Di contro però c’è il fattore tempo che ormai è praticamente inesistente.
    Pure il weekend risulta utile per organizzare e recuperare lavoro arretrato.
    Tornerei indietro? ovviamente no, ma ricordo molto piacevolmente i tempi passati, senza di quelli non sarei a questo punto.

  5. L’articolo sembra scritto da uno in Depressione e mi spiace per te. Evidente fare il lavoro autonomo non è la tua strada …se continui così ti consiglio di andare a fare il dipendente. Ok si prende meno ma sei più tranquillo! In bocca al lupo!

    • Ahahahhaha
      dove sta scritto che il dipendente ha meno problemi e stà più tranquillo? smettiamola di dire ste stronzate, non si possono sentire :P

      • sta scritto nel fatto che prendi meno soldi (ma in realtà non è sempre vero…oggi come oggi in realtà se sei un artigiano normale alla fine prendi poco più di un dipendente) e nel fatto che quando hai finito il turno puoi staccare la spina e non pensare al lavoro. E questo ti cambia la qualità della vita (in meglio ovviamente). Mi sembra che sei del 91…fra qualche annetto forse te ne accorgerai anche tu.

        • quando hai finito il turno c’hai da pensare che magari tra un mese ti finisce il contratto,trovare un lavoro a tempo indeterminato oggi come oggi è quasi impossibile.

        • “sta scritto nel fatto che prendi meno soldi e nel fatto che quando quando hai finito il turno puoi staccare la spina e non pensare al lavoro”, mi sembrano generalizzazioni molto spicciole.

        • Slim come si vede che non hai mai lavorato…
          Non prendertela, ma hai toppato. Io ho lavorato e so cosa significa e qual’e la differenza tra le due cose.

          “e nel fatto che quando hai finito il turno puoi staccare la spina e non pensare al lavoro.”
          Questa poi è la più ridicola di tutte, non ho parole -.-“

          • sono circa 10 anni che lavoro…e tutt’ora sto lavorando (per fortuna e perche’ mi sono adattato…datemi pure del fallito perche’ ho scelto l’adattamento ma a fine mese io ci arrivo). Per il resto…saranno generalizzazioni fin che vuoi pero’ e’ la sacrosanta verita’…almeno per me. Poi se uno vuole portarsi i problemi (non suoi ma dell’azienda in cui lavora) anche a casa e’ un problema suo…non di certo mio!!

          • Mah, pensa anche solo agli insegnanti e ai medici: non mi pare che, finito l’orario di lavoro, questi non abbiano più pensieri. Mi spiace che i tuoi guadagni non superino quelli di un lavoratore dipendente, ma non significa che questo valga per tutti i lavoratori autonomi.

          • Che dire beato te, non so come fai, ma non è solo la questione di portarsi i problemi del lavoro a casa. La cosa va ben oltre a quello che dici E STAI GENERALIZZANDO TROPPO.
            Boh! certe cose le leggo solo qui. Lavorare come dipendente è meglio del lavoro autonomo, che tristezza.

          • Scusa Slim, ma non ci siamo. Un lavoratore dipendente più tranquillo? Un lavoratore dipendente molto spesso non sa neanche se il mese dopo avrà ancora un lavoro. Un lavoratore dipentente molto spesso non sa neanche se verrà pagato a fine mese. Un lavoratore dipendente molto spesso è costretto a sottostare a merde incapaci di provare un minimo di rispetto per delle persone perchè “tanto non può fare a meno di lavorare se vuole vivere, quindi posso trattarlo e sfruttarlo come preferisco”.
            Non sto dicendo che un lavoro autonomo sia tutto rose e fiori, ci mancherebbe…ma onestamente tu, potendo scegliere, andresti per il dipendente? Sii sincero.

            No seriamente…Matyas questo articolo mi ha fatto cadere le braccia. Sfoghi del genere ci stanno quando parli con un tuo amico…ma non puoi scrivere un articolo di tale disperazione in un luogo pubblico alla faccia di tutti quelli che si ritrovano ad avere problemi decisamente più gravi del non poter più dedicare lo stesso tempo ai propri hobby. Hai idea di quante persone vorrebbero avercelo questo problema? Il “problema” di un lavoro?
            Un articolo che, invece di dimostrare la grande maturità raggiunta (che mi pare fosse lo scopo oltrettutto, scusa ma sembra proprio che volessi dei complimenti e sentirti dire quanto sei diventato adulto), dimostrano esattamente l’opposto. Il non voler credere e accettare di essere arrivato a un’età in cui è NORMALISSIMO non poter più vivere nel fancazzismo. E non solo è normalissimo…ma era anche ora. XDXDXD
            Considerati fortunato, perchè di solito capita molto prima.
            Davvero, capisco che vorresti essere ancora un pampino e capisco anche la voglia di sbattere la testa al muro per la consapevolezza di non poter più tornare a quei tempi…però dai, questo articolo è esagerato.
            Spero non te la prenda per questo messaggio, era solo per dirti che non è così tragica come ti sembra (o almeno come sembra che ti sembri, potrebbe essere anche un’impressione dovuta al tuo modo di scrivere molto “potente”, non so…).
            Se proprio questa situazione ti fa stare male molla tutto per un pò. Ti renderai subito conto di aver sclerato per nulla e tornerai indietro con nuove energie. Potrebbe decisamente farti bene vedere il tutto da una nuova prospettiva.

          • Mika, pensa che io l’avevo interpretato come un sottile, gli adulti non hanno tempo per i giochini dei bimbi XD

          • L’articolo? Eh, anche questa interpretazione ci sta XD
            Poi magari, alla fine, voleva davvero solo sfogarsi…XD

          • mika, ovvio che il lavoro autonomo e’ meglio e ti da piu’ soddisfazioni. Il problema e’ che ora sei destinato a fallire. Non ci sono cazzi, non c’e’ ripresa, e’ tutto fermo.
            Fanno fatica le grandi aziende che pur di vendere ti darebbero anche il culo figuriamoci un autonomo. Dai su per cortesia…un conto e’ se sei da anni nel settore e allora provi a buttarti dopo aver preso un nome, ma anche li la vedo dura. Poi chiaro se apri un bar in centro citta’ che ha un certo fatturato parti gia’ meglio, ma in quel caso devi avere una base di partenza e voglia di lavorare 10 ore al giorno per 4-5 anni…sono scelte.
            Riguardo ai commenti che hai fatto sui dipendenti quel che dici purtroppo e’ vero…confermo quasi tutto (mi hanno sempre pagato a fine mese!!), pero’ ci sta, sopratutto quando cominci. Devi imparare il mestiere e qualche cazziatone lo prendi, ma e’ normale. Se parti col dire, mi trattano male, non mi pagano gli straordinari, ho paura di lavorare troppo…allora non lavorerai mai.

          • Slim, credevo fosse chiaro, se ho scritto cose simili forse è perchè so già che vuol dire lavorare e ho già le mie esperienze (positive e negative)…non è mia abitudine parlare sulla base del nulla XDXDXD
            Non mi riferivo certo a straordinari non pagati e credo che anche tu abbia capito comunque (sempre se non sei stato uno dei pochi fortunati ad aver avuto sempre e solo datori di lavoro onesti…in quel caso beato te XDXDXD), quindi evitiamo discorsi antipatici, come ho scritto prima a Matyas questo non è certo il luogo sfogarci dei nostri problemi.
            Per quanto riguarda il discorso del lavoro autonomo, l’ho scritto anche io, non è tutto rose e fiori. Ma che sia più pesante di quello dipendente no, questo proprio no. Qualunque dipendente preferirebbe avere la possibilità di aprire un’attività propria, possibilità che in pochi hanno purtroppo.
            C’è da lavorare? OVVIO. Come c’è da lavorare anche da dipendente. Del resto, se si vuole avere qualche possibilità di andare avanti, non si può aver paura di lavorare.

          • mika, no sbagli. Un semplice esempio.
            A(Autonomo)- apro negozio pc
            D(Dipendente)- lavoro in azienda come programmatore
            A- si ammala –> no paga, devo pagare bolletta vado a lavorare nonostante la febbre a 38
            D- si ammala –>mutua, sto a casa, mi curo, mi pagano lo stesso e pago la bolletta
            A- ferie –> c’e’ crisi e poco lavoro, non posso farle
            D- ferie–> ho le ferie pagate

            Considera che piu’ o meno avranno lo stesso guadagno non capisco perche’ affermi che lo sforzo sia lo stesso.Ti do ragione sulla soddisfazione A ne e’ pieno. D pero’ si soddisfa in altro modo :D

          • Vallo a dire al 90% dei nuovi assunti con contratti precari. Comunque anche i dipendenti vanno al lavoro con la polmonite, che credi (poi in un periodo come questo, guarda, sciallano tutti in malattia perchè tanto le aziende mica stan facendo tagli del personale).
            Suvvia, vallo a dire a quelli che fanno il turno di notte in fabbrica, o lavorano tutto il giorno sulle impalcature, che fanno meno fatica dei lavoratori dipendenti.
            Gente che si sveglia alle 5 per prendere un treno e torna a casa alle 21 se gli va bene.

          • *fanno meno fatica dei lavoratori autonomi

          • slim ma dove vivi? No, perchè di situazioni così rosee per i lavoratori dipendenti non le avevo mai sentite/lette. Dove devo trasferirmi?

            Dai, seriamente, i dipendenti sono animali da sfruttare, nè più nè meno. Devono accettare quello che i datori decidono, chinare la testa e subire. Spesso al di fuori dalla legge, senza potersene lamentare per paura di perdere il lavoro.
            Devono lavorare come muli senza neanche poter dire con certezza “Almeno mi pagheranno”/”Almeno piano piano farò carriera”/”Almeno se lo faccio non mi licenzieranno”.
            Ferie? L’ultimo dei problemi per la maggior parte dei dipendenti di oggi…le ferie non esistono.
            Massacro psicologico (e non solo). Ecco il problema dei dipendenti. E se dici che sto esagerando, allora voglio DAVVERO sapere dove vivi.

            Però se vuoi continuare a pensare che gli autonomi siano nella merda fino al collo e i dipendenti persone con nessun problema oltre a quello di finire le 8 (nel tuo mondo perfetto) ore massime di lavoro…

          • E in più quoto totalmente Yumemiru, ora che ho letto.

          • e’ da circa 10 anni che lavoro (come detto prima) quindi qualcosina (piccola eh) l’avro’ ottenuta o no? non ho incominciato ieri. cmq massacri psicologici a parte…da cui agli inizi sono passato anche io te lo assicuro…cazzo sembrate che dovete andare in guerra…d’un dio. Le urla, le umiliazioni, me le sono prese tranquillamente anche io che credete…con il tempo pero’ si impara e che cazzo.
            Tornando al discorso degli autonomi forse avete dimenticato una cosa…il rischio.
            Un cazzo di dipendente di merda non puo’ fare debiti, mentre un cazzuto di imprenditore puo’ tranquillamente perdere casa, macchina, lavoro e anche il culo se non lo sapete. Anche se la merda di dipendete si fa dalle 5 alle 21 non perde una sega…chi puo’ perdere e’ l’artigiano/imprenditore che puo’ benissimo fallire e perdere tutto. Come dice farenz (che poi lo dice morfeus)…pillola rossa o pillola blu?

          • Senti…se devi rispondere con certi toni puoi benissimo evitare.
            Nessuno ha detto che stiamo andando in guerra (anzi, se vuoi saperlo in questo periodo, precarietà a parte, non posso certo lamentarmi del comportamento di chi mi dà da lavorare). Stiamo solo dicendo che, molto spesso, i lavoratori dipendenti si trovano ad avere a che fare con persone che APPROFITTANO della mancanza di offerta per sfruttare i propri dipendenti e/o trattarli come merda. E quando dico trattarli come merda, non mi riferisco ai cazziattoni dovuti all’inesperienza o agli errori (che, mi trovo d’accordo, sono normalissimi), ma a violenza verbale, psicologica (e, in certi casi anche fisica) ingiustificata. Cosa che un autonomo non dovrà mai subire.
            L’autonomo può perdere tutto? E il dipendente no? Il dipendente che viene licenziato o non pagato non perde casa, macchina e culo? Stai facendo discorsi fuori dal mondo e il bello è che ti incazzi se non ti si dà ragione.

            PS: Dov’è che vivi quindi? XD

          • ah quindi sei dipendente (sfigato) come me!! bene bene! se il dipendente viene licenziato, puo’ trovarsi un altro lavoro e bene o male non avra’ una grossa perdita.
            se sei autonomo e impegni i tuoi soldi per il tuo lavoro e ti va male, sei fottuto. Oltre a rischiare di perdere tutto, dovrai pure cercarti un lavoro da dipendente (pensa oltre al danno anche la beffa) che ti consenta di pagare i danni fatti col tuo lavoro da autonomo. non mi sembra di essere cosi’ fuori dal mondo come dici te…molti sono finiti in questa situazione.

            p.s. io ho ragione

          • Dipendente precaria. Non mi lamento perchè, finalmente, lavoro per qualcuno che mi tratta come…una persona. Non so per quanto durerà ma, cavolo, ora faccio ciò che devo fare felice e contenta. :D

            Per un dipendente che viene licenziato è difficile trovare un lavoro esattamente quanto un autonomo.
            Soprattutto considerando come si cerchi sempre il 18enne (perchè, come ho detto prima, si cerca sempre di far lavorare chi è più facile da sfruttare…e chi meglio di un ragazzino alle prime armi?) e, nonostante la mia giovane età, posso già dire di essere stata più volte scartata per motivazioni simili.
            Inoltre l’autonomo non è che INIZIA a lavorare come dipendente; TORNA a lavorare come dipendente. Per iniziare un’attività propria una persona deve avere qualcosa da parte e, a meno di soldini di mamma e papà o attività di mamma e papà (e in quel caso mi perdonerai se non riesco minimamente a pensare alle sfortune di queste fortunate persone), questo qualcosa da parte uno non può averlo ottenuto in nessun modo se non lavorando…come dipendente.
            Insomma, dovrà tornare a fare ciò da cui era fuggito (strano vero?).
            Detto questo, quello che passa un autonomo che perde tutto non è molto diverso da quello che stanno passando moltissimi lavoratori costretti a chiedere prestiti per pagare altri prestiti chiesti per pagare altri prestiti (e potrei continuare) chiesti per pagare mutuo, bollette e le spese varie che uno stipendio medio non permette più di sostenere (e considerando che lo stipendio dell’italiano medio è inferiore a quello di un greco, per dirne una, la cosa non è poi tanto sorprendente).
            Il discorso che fai tu si riferisce al fatto che siamo in un periodo nero e per nessuno è facile tirare avanti. Sono d’accordo e non sei certo fuori dal mondo dicendo cose simili.
            Peccato che avessimo iniziato la discussione con la tua affermazione: “Il dipendente ha meno cazzi, meno ansie e lavora meno”. Cosa che, è stato ampiamente dimostrato, è una cazzata. Tutto qui.

            p.s. Ah, mi scusi, ero fermamente convinta stessimo portando avanti una conversazione costruttiva. Non pensavo volesse sentirsi dare la ragione che si dà agli stupidi, soprattutto considerando il fatto che, avendo lei iniziato quando io avevo forse finito le medie, una persona adulta, generalmente, non approverebbe un comportamento simile.
            Se per lei la situazione è diversa mi scuso. Mi dica, vuole che le dia ragione?

          • @mika, yumeru
            basta io mi sono stancato di rispondere, con queste persone è meglio parlare solo di VG.

            @slim:
            Che dirti sei la persona più fortunata di questo mondo. Io lavoro, e dalle mie parti devi ringraziare dio se lo fai in nero, se vieni pagato e se quei 4 soldi che prendi ti bastano per tirare avanti. Perché la sera dopo lavoro, devi trovare un’altro lavoretto per raccimolare qualcosina (e non per cassatine come vg, ma per mettere il pane a tavola, pagare auto, tasse ecc :P)
            I tuoi esempi sono stupidi e sbagliati, e i tuoi discorsi sono solo “teorici”. Da come scrivi non hai idea dei problemi che ha un semplice dipendente per campare (mio padre docet).

            “Un cazzo di dipendente di merda non puo’ fare debiti, mentre un cazzuto di imprenditore puo’ tranquillamente perdere casa, macchina, lavoro e anche il culo se non lo sapete. Anche se la merda di dipendete si fa dalle 5 alle 21 non perde una sega…chi puo’ perdere e’ l’artigiano/imprenditore che puo’ benissimo fallire e perdere tutto. ”
            Ennesime cazzate, un dipendente non può fare debiti?aahhahahhahahhah
            Senza offesa eh, ma ho i miei dubbi che lavori…


          • A(Autonomo)- apro negozio pc
            D(Dipendente)- lavoro in azienda come programmatore
            A- si ammala –> no paga, devo pagare bolletta vado a lavorare nonostante la febbre a 38
            D- si ammala –>mutua, sto a casa, mi curo, mi pagano lo stesso e pago la bolletta
            A- ferie –> c’e’ crisi e poco lavoro, non posso farle
            D- ferie–> ho le ferie pagate ”
            Teoricamente DOVREBBE essere così, peccato che IN REALTA’ non lo è.
            Prendono lo stesso stipendio!? ma LOL sei sicuro?

          • Hai ragione…cacchio, perchè non riesco mai a sorvolare? Quando crescerò? D:
            Avevo proprio deciso di non rispondere alla discussione e guarda che mi ritrovo a fare? Sono proprio idiota.

          • Correggo, non è neanche come l’hai descritto tu, l’esempio è totalmente sbagliato :P

          • Peccato che un dipendente debba farsi un muto di 10 anni anche solo per andare dal dentista (e sai, le banche fanno presto a venirti a pignorare anche le mutande, soprattutto se si è un dipendente e si ha ben pochi miseri beni da sequestrare), certo sempre se non è un precario: in quel caso non lo fanno nemmeno entrare in banca. Tra l’altro quei “cazzo di dipendenti di merda” come dici tu, sono quelli che mandano avanti lo stato con le loro tasse: sai, almeno in quel campo loro sono una garanzia ;D (tanto per abbassarci al tuo livello di “un uomo, una generalizzazione”).

            Dai, già che ci siamo, vogliamo parlare della condizione della donna lavoratrice dipendente? Ah, ma no dai, tanto probabilmente per te è una situazione giusta: le donne fanno meno fatica degli uomini.

            Guarda, poverino quello che un giorno dovesse finire a lavorare per te, visto che consideri la plebe null’altro che parassiti pronti ad approfittarsi degli esseri superiori come te. Spero che quando sarai anziano tu non ti metta a insultare la badante che ti aiuterà ad andare al gabinetto, dandogli magari dell’insulsa dipendente scansafatiche: potresti ritrovarti in una situazione abbastanza spiacevole.

            Condizione autonoma e dipendente hanno il loro pro e contro, ma dire che una sia meno faticosa dell’altra è da ignorante: mi domando perchè tutti gli autonomi non vanno a farsi assumere visto che, tanto, è così facile trovare un buon lavoro remunerativo e soddisfacente.

            Ah e ovviamente parlo da lavoratrice autonoma :D

        • @Yumemiru: minkia ma leggi a modo quel che scrivo anzichè sparare cazzate e dopo forse e dico forse capirai che io sono dipendente.

          @mika non è che mi devi dare ragione, c’è l’ho! PUNTO!

          @master91: grazie mi hai illuminato!

          basta flame…ognuno si tenga le sue idee giuste o sbagliate che siano. pace

          • E chi ti ha più detto che sei autonomo? Ho solo detto che, se un giorno dovessi diventarlo, auguro buona fortuna ai tuoi possibili futuri dipendenti :D

            Comunque il flame te lo sei fatto tutto da solo, visto che agli insulti sei ricorso solo tu (tra l’altro anche contro te stesso; volevamo solo darti delle ragioni per ritrovare un po’ di autostima, ma contento tu di sentirti “un cazzo di dipendente di merda”, contenti tutti).

          • Secondo me slim intende dire che, nonostante chiunque vorrebbe essere un lavoratore autonomo, quest’ultimo, pur guadagnando di più, ha più preoccupazioni, corre più rischi (perlomeno in questo periodo), e spesso deve sacrificarsi e lavorare un po’di più.

          • Avete visto? con queste persone si può parlare solo di VG. O gli dai ragione o è flame.
            @rock rileggi e capirai meglio ;)

          • @master

            “L’articolo sembra scritto da uno in Depressione e mi spiace per te. Evidente fare il lavoro autonomo non è la tua strada …se continui così ti consiglio di andare a fare il dipendente. Ok si prende meno ma sei più tranquillo! In bocca al lupo!”

            …effettivamente non ha senso

  6. Matyas al contrario di moltissimo sono sempre stato fan dei tuoi lunghissimi articoli e mi è piaciuto sempre il tuo modo di scrivere.A riguardo della situazione descritta nell’articolo non posso dire niente altro che mi ci trovo nella stessa situazione da parecchio tempo ormai e non posso fare che dispiacermi per questo anche se io sia più piccolo di te di parecchi anni. La morosa risucchia il tempo e i soldi :) però ricambia con qualcos’altro (e no,non mi riferisco al sesso,non sono talmente bimbo da fare allusioni sessuali in questo caso) .
    La vita descritta da te nell’articolo porta i suoi alti e i suoi bassi però il tempo per giocare ogni tanto alla console lo trovo,anche se sinceramente mi ritrovo a giocare 50 volte a giochi sul mio smartphone e 1 sulla ps3(e non mi riferisco a giochetti come pes e fifa che non ho mai acquistato in vita mia ma al giochi come uncharted,gears of war 3 ecc ecc).
    Ho capito da tempo che non ci sarei mai tornato indietro alla mia vita spensierata di prima ma adesso non ci posso fare niente e quando trovo il tempo(spero d’estate ne abbia di più però dubito fortemente) mi godo quello che ho davanti e cerco di farlo al massimo anche se spesso mi ritrovo a fare la scelta tra la poltrona e il pad o la morosa e capisci cosa e qui la mia virilità,per dir così,vince sulla voglia di giocare spesso.
    Con ogni giorno che passa la sensazione di non essere più il ragazzo che ha tutto il tempo a disposizione mi sparisce sempre di più e questo mi dispiace assai tanto.
    Non rileggo quello che ho scritto prima perché avrei da aggiungere tanto ma mi limito qui perché sennò inizierò a dilungarmi troppo su un argomento non piacevolissimo a me e te presuppongo .

  7. Guarda, Maty, ho paura che il problema non siano i tuoi 27 anni, ma il 2011 in se.
    Perché, a essere sincero, io di anni ne avrò 20 fra quattro giorni, ma la sensazione è esattamente la stessa.
    Ho almeno una decina di giochi iniziati e lasciati perdere, perché non ho tempo di stargli appresso e nessuna voglia di arrivare alle cinque per finire una missione di Skyrim….

  8. Sembri una dodicenne in crisi adolescenziale.

  9. Prima o poi vieni per tutti il momento di crescere. Io sono andato a vivere con la mia attuale compagna a Ottobre 2011. Ho una grandissima passione per i videogames ma anche per l’informatica (tempo fà davo una mano a “macca” nel negozio di un mio amico), avrei voluto pure io mettermi in proprio ma ho deciso dopo attente valutazioni di restare a lavorare in fabbrica dove sono attualmente. Nella mia zona il settore informatico è già saturo di professionisti e negozi, ce ne sono già troppi e poco competenti ma comunque con un certo nome ed entrare nel giro sarebbe stato troppo impegnativo. Poi sono scelte che una persona valuta attentamente e mette in pratica. Sarà perché discendo da una famiglia di operai e ho sempre pensato che il lavoro autonomo porta tutta una serie di “casini” oltre a quelli che una famiglia si trova ad affrontare ogni giorno.
    Per i giochi fai conto che un’oretta ogni due giorni la trovo, ora che la compagna non ha più il lavoro e “tiene su la casa” metti che quando arrivo alla sera è tutto fatto e c’avrò un po’ di tempo in più per giocare ma con il pensiero che sono l’unico a “tirare paga”…

  10. Oh, proprio un bel articolo Maty, su cui ci sarebbe da discutere parecchio….
    Guarda io dall’alto dei miei ormai 30 anni ho vissuto pari pari quello che sta capitando a te ma sono riuscito a fare una cosa che mi sta giovando parecchio: ho diviso il mio io, il mio subconscio in due parti che vivono parallelamente ma anche in maniera distinta.
    E’ vero, la vita ad un certo punto, ti pone davanti una serie interminabile di ostacoli e paletti ma io penso che, indipendentemente dalla maturazione che ne consegue, il bambino che è dentro ogniuno di noi in fondo non se ne vada mai, sta a noi stessi decidere se metterlo dietro la lavagna o tenerlo ancora al centro della classe.
    Vedi Maty, non dipende da quanto tempo tu possa dedicare o meno ora ad attività videoludiche o simili in stile nerd, ma da quanta gioia di dia anche solo pensarci un attimo tra tutti i problemi assai più importanti che di norma affollano una vita comune.
    Se riuscirai a non perdere mai questa fanciullesca felicità per ciò che ami, quello che ti sei lasciato alle spalle non ti mancherà mai perchè lo porterai sempre dentro di te.
    Scusa se questo discorso può sembrare un tantino retorico ma questo è il mio pensiero nudo e crudo che spero tanto possa darti spunto per questa nuova dimensione alla quale ti stai affacciando.

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