Chi mi segue su Twitter (@AngoloDiFarenz) sa che nelle ultime settimane, complice quella sciagurata di moglie che mi ritrovo, ho seguito quasi tutte le puntate di quel fantastico programma che corrisponde al nome di The Voice of Italy.
Complice anche la presenza (almeno nelle prime puntate) di una cantante di Cremona.
Complice anche la presenza fra i giurati – pardon, i “vocal coach” – di J-Ax, di cui mia moglie è fan fin dall’adolescenza, fin dai tempi di Tranky Funky.
Si parla di 18 anni fa.
Fanculo, il tempo è come un treno che mi passa dentro senza stazione.
E giusto per rimanere in tema… se lei è fan di J-Ax, io lo sono sempre stato dei Litfiba, dagli esordi fino più o meno ai tempi di Spirito…. del 1994… quindi stavolta si parla di 20 anni fa… ri-fanculo.
Se la mia passione per Litfiba giunge tutt’oggi a livelli d’erezioni notevoli riascoltando album come 17 Re, Aprite i vostri occhi o Terremoto, non nascondo che ciò sia dovuto sicuramente in parte a dei pezzi memorabili, pietre miliari della storia del rock italiano, ma anche in parte alla bestialità e al “saper star sul palco” di Piero Pelù, che in svariate occasioni ho avuto modo di constatare coi miei occhi dal vivo.
Per chi non lo sapesse, il rapporto tra Pelù e Renzulli, chitarrista e fondatore della band, è stato nel corso degli anni via via sempre più burrascoso, portando alla creazione di album francamente dimenticabili come Mondi Sommersi (1997) o a momenti imbarazzanti della band, come la pubblicazione di Infinito (del 1999), un album le cui tracce ti suggeriscono di versare del cemento a presa rapida nei tuoi canali auditivi.
La band si scioglie, o per meglio dire Pelù se ne va passando ad una altrettanto imbarazzante carriera da solista.
Renzulli prosegue col marchio Litfiba assoldando Cabo Cavallo, un nuovo cantante che, almeno nel primo album, cerca non riuscendo di ereditare sia la personalità che il timbro vocale di Pelù, ma soccombendo tristemente in questo tentativo.
Risultato? Elio e le storie tese incidono il brano “Litfiba tornate insieme” (non vi conviene una carriera da Renzulli e da Pelù) e i due si riavvicinano prima in alcune live ed inseguito nel 2010 tornano a formare i Litfiba come li conoscevamo.
Sì, ve l’ho fatta breve.
O almeno QUASI come li conoscevamo.
Perché dopo un doppio live che ci fa tremare il cuore riascoltando Pelù intonare brani di 20-25 anni fa con la stessa potenza e passione, dopo pochi mesi esce un nuovo album di inediti, Grande Nazione, di cui si salvano forse 2 tracce su una dozzina. Tanti inediti, tanto anonimi. Album probabilmente evitabile.
Tutto questo per dire cosa?
Che se da una parte i Litfiba senza Pelù sono come una mano senza 3 dita, l’idea di Pelù senza i Litfiba equivale a quella di masturbarsi senza mani. È qualcosa di inconcepibile.
Visto che ormai i Litfiba sono zitti musicalmente (i maligni dicono “per fortuna) da almeno un paio di anni, ecco che Pelù si reinventa e viene ingaggiato come giudice – pardon, vocal coach – del talent show di Rai Due.
Se quindi mia moglie è una faggot di J-Ax, io lo sono/ero/sarò di Pelù.
In un modo quasi impensabile e francamente leggermente triste, ecco che (parte de) i Litfiba rientrano nella mia vita.
Qualche giorno fa mi metto a riascoltare alcuni dei loro brani più vecchi e ricerco in rete alcuni forum di appassionati del gruppo per conoscere altri pareri riguardo alcuni passaggi nel testo di certe canzoni, che anche a me fecero pensare all’epoca.
Googolando, mi imbatto in un articolo scritto alcuni mesi fa che mi ha fatto pensare a come le persone si comportano in maniera molto simile, specialmente in rete, a prescindere dal contesto di cui vogliono parlare.
L’articolo in questione narrava in maniera molto (MA MOLTO) più descrittiva ed approfondita la vita e le opere della band fiorentina rispetto a ciò che vi ho raccontato io, analizzando passo per passo quasi ogni anno trascorso, ogni canzone pubblicata, ogni dose in vena sparata dal Pelù degli esordi.
Leggevo con molta curiosità, non tanto per le informazioni di cui ero già a conoscenza da anni, ma perché l’autore descriveva la storia dei Litfiba e dei loro dischi e concerti in maniera molto personale ed automaticamente mi veniva naturale generare parallelismi con chi scrive di videogiochi.
Mi chiedo come sia possibile parlare di un qualsiasi argomento in maniera fortemente soggettiva, senza però motivare ciò che si sta affermando. Come si può fare battute (spesso anche molto riuscite) senza però spiegare il perché si sta facendo una battuta del genere?
Certo, se ogni comico dovesse ogni volta spiegare il perché delle cose, non sarebbe un comico.
Ma l’articolo che stavo leggendo non era scritto né da un comico, né tantomeno da uno che volesse far ridere.
Si trattava di un personale e soggettivo percorso lungo la carriera di una band che ha vissuto e sta vivendo alti e bassi.
Perché quindi scrivere di musica (o videogiochi) spalando merda su un determinato album (o videogioco) senza motivare il perché si dica ciò?
Perché non esiste una sorta di decalogo per chi, come noi, naviga nell’internet quotidianamente?
Se a differenza del mondo reale, in rete ognuno di noi è decisamente molto più libero – e coraggioso – nell’esprimere le proprie idee, perché dopo aver ottenuto questa sorta di “diritto” non ci auto-poniamo anche il dovere di dover dimostrare la motivazione che ci spinge ad affermare determinati pensieri? Anche solo per un semplice rispetto nei confronti sia di chi ci sta ascoltando, sia dell’argomento di cui si sta parlando.
Quante volte vi è capitato di sentirvi dire “Questo gioco per me è una merda e tu non puoi e NON DEVI controbattere perché le mie sono solo opinioni personali?”
Ma col cazzo.
Perché le tue, le mie, le vostre opinioni… proprio perché personali, si devono basare su qualcosa di tangibile e quindi, per definizione, di discutibile.
Se uno mi venisse a dire che Tetris è un gioco di merda perché è un gioco calcistico riuscito male, io non mi sentirei impossibilitato nella risposta perché “sono sue opinioni personali”, perché quante volte ci capita di sentire “opinioni personali” che in realtà sono stronzate?
liiiibeeeraaaa libera la tua mente prima che si liberi di te! Libera Sopra quei giganti!
Con quei segni sulla faccia
Perchè su molti fronti, la gente ha smesso di elucubrare col PROPRIO cervello.
Io penso che il “a mio parere” sia utilizzato da tutti principalmente per il fatto che, su internet, proprio per le potenza che viene dello stare dietro uno schermo, tutti sono pronti a insultarti e a darti del coglione non appena dici qualcosa. Posto che qualunque giudizio esca dalla bocca (o dalla tastiera) di un uomo è solamente un’opinione personale, non ci dovrebbe essere bisogno di specificarlo ogni volta. Detto questo, io, per evitare che la gente spari cazzate tendo sempre a specificare che è una mia opinione, ma dopo la motivo anche. Invece, quando leggo cose scritte da altri le considero sempre opinioni personali, con o senza “IMHO”. La validità di quello che uno dice infatti come dici te non dovrebbe essere data dal fatto che è qualcosa di personale, perchè appunto lo sarà sempre, ma dalle motivazioni che uno da. Io prendo più sul serio uno che dice “Gioco X è oggettivamente una merda per Y motivi”(facendogli magari poi notare che la sua pretesa oggettività non è così fondata), rispetto a uno che dice “Per me fa cagare. Punto.”.
quando leggo cose scritte da altri le considero sempre opinioni personali in un mondo ideale saremmo d’accordo, il problema è che la gente pensa di poter portare avanti discussioni unicamente su preferenze personali immotivate sulla falsa riga di “Steam è una merda/il male assoluto” senza essere in realtà in grado di spiegare perchè (in quanto la chiara ragione è fanboysmo fine a sè stesso, che ini primis si vergognano di ammettere nonostante sia lampante e qua dentro ne hai a frotte di persone che “ragionano” così) usando l’ihmo come coperta di Linus e protezione universale, piuttosto che opinioni chiarite (faccio questo distinguo perchè opinione in sè avrebbe già intrinsecamente la caratteristica che invece nel 99% dei casi manca: non essere qualcosa di tirato fuori dal culo perchè così girava al momento).
Oh poi per carità, ciascuno ha diritto di avere una propria opinione in relazione all’altrui diritto di poter discutere tale opinione qualora venga esposta pubblicamente.
Guerra (UOMINI NERIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII GUERRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!), elettrica danza (quando davano i video sul buon vecchio tmc2), Linea D’ombra, Gira nel mio cerchio (la chitarra mi sembra troppo da ost contro un boss di FF), Tex, Paname, Lacio Drom (uuuuuuuuh ZINGARA !!!), El diablo (anche se oggi mi ha rotto il cazzo XD), Desaparecido (si scrive così?), Apapaia, GIOCONDA (questa canzone me la ascoltavo almeno 2 volte di seguito), Si può, lo spettacolo, eroi nel vento…e altre che ora non mi vengono in mente…se le metto in comparazione con le canzoni di ora mi viene da piangere…bimba elettrica…VOMITO.
Belli i miei vecchi Litfiba -.-
Eppure a tante persone le canzoni odierne piacciono…e non persone che hanno scoperto i litfiba con bomba boomerang, ma persone che li hanno conosciuti con le canzoni sopra citate…ok che uno possa “ascoltare/vedere/fare quello che vuole”, ma penso che al libero pensiero ci sia un limite…per quanto uno possa fare il gianni morandi della situazione, mangiare merda non è buono per quanto di qualità la merda possa essere a livello oggettivo.