Oggi si parla di recensioni, di recensori.
Eh lo so, fatevene una ragione. Oggi và così.
Ma cercherò di farla breve, concentrandomi su un aspetto, una specifica questione, che viene oggigiorno sottostimata, o poco considerata.
Parlo dei numeri di una recensione.
Che palle! Un’altro articolo sui voti!!
NONONO!
Niente voti, cari miei.
Oggi parlo di ben altri numeri. Di quei numeri che potrebbero davvero caratterizzare l’oggettività di una recensione, altro che il voto.
Di quali numeri parlo? Facciamo degli esempi per capirci meglio.
Quando viene recensito un Gran Turismo, od un Need For Speed, ti viene segnalato il numero di auto totali presenti nel gioco, il numero eventualmente di piste.
Facile.
Di solito è tutto nella cartelletta stampa. La maggior parte delle volte è il publisher che ci tiene a sciorinare certi dati, a sbandierarli quasi come un vanto.
Ed il recensore, ligio, provvede.
Però quasi mai viene dettagliato il numero complessivo di gare per finire il gioco, quello per completarlo al 100%.
Quanti eventi esattamente ci sono?
Ma non vorrei far sembrare di volerne fare una questione personale, relegata al singolo genere dei giochi di guida.
NONO
Lo stesso esempio lo posso fare con…toh, prendiamo ad esempio un gioco Nintendo. Captain Toad.
Sempre più raramente vedo citato il numero di livelli totale, il numero di schemi se considerati quelli rivisitati….
Sempre più di frequente invece, vedo parlare di un dato, che cerca di restituire la longevità di un gioco, ma che non può essere, di suo, oggettivo: la durata in ore.
Quanto c’ho messo per completare Bloodborne? Quante per completare The Order?
Uno c’ha messo 3 ore l’altro 9. Chi ha ragione? Chi trolla? chi considera cosa?
Però per il recensore è molto più semplice. Magari col counter di Steam, della console, oppure per una stima “a spanna” fatta da esso stesso. O magari lo legge in giro, gli viene suggerito nelle presentazioni o nelle cartelle stampa, il numero plausibile di ore per finire il gioco.
Molto più complesso annotarsi schematicamente il numero di capitoli, di livelli, di gare…o tutta la serie di dati oggettivi che potrebbe, ed a mio dovere dovrebbe, enumerare in sede di recensione.
Perchè se da una recensione pretendo oggettività, è questo ciò che mi può servire, non certo un voto scolastico spacciato per “valùta”.
Sia ben chiaro però, non stò dicendo che è questo ciò che è importante in una recensione, o che vorrei che una recensione parlasse prettamente di questo.
Anzi.
Semmai il contrario. Preferisco una “recensione/opinione”, quella sotto forma di consiglio soggettivo.
Ma questa è un’altra questione.
Qui stò dicendo che in una recensione che si prefigge il ruolo dell’oggettività, dell’informazione “professionale“, vengono a mancare proprio i dati più oggettivi.
Qualche mese fa sfogliavo vecchi numeri di Game Power (una vecchia rivista anni ’90), in cui quando si dava ampio spazio ad una recensione, si coprivano questi aspetti con dovizia di particolari.
Magari un’intera pagina sarebbe stata dedicata al numero di “mondi” di un Toad, mostrando mondo per mondo un piccolo screenshot che restituisse con immediatezza, con un colpo d’occhio la diversità delle ambientazioni, la magia del game design Nintendo.
Se guardo alla carta stampata con nostalgia, è proprio anche perchè con l’informazione su internet, con l’impaginazione di internet, sono venute a mancare certe prelibatezze.
Anche per questo, lo scorso week-end, mentro ero al mare a crogiolarmi sul lettino, a sfogliare alcune riviste automobilistiche, mi veniva da sogghignare sotto ai baffi, pensando alla “professionalità” autocertificata dai “giornalisti” dei così detti siti istituzionali videoludici (di cui, ricordiamolo sennò ogni volta vien fuori tardi, anch’io ho fatto parte).
Prendete un Quattroruote.
Le auto oggetto di recensione non vengono discusse solamente con le “sensazioni” (sacrosante) del giornalista. Le vetture vengono testate a fondo, e si dettaglia una serie di parametri di interesse.
Ora, di nuovo.
E’ palese che un videogioco non è un’autovettura.
Tuttavia è altrettanto palese che un videogioco contiene parecchi parametri oggettivi, che potrebbero e dovrebbero essere riportati.
O perlomeno, dovrebbero esserlo nel momento in cui la recensione vuole qualificarsi come “professionale”.
Si tratta di dati che mi permettono di inquadrare il gioco o che trattano aspetti di maggiore interesse ad esempio rispetto ai 900/1080 pixel, per quanto riconosca tutta l’importanza del caso anche a dati tecnici come questi.
Mi rendo conto ovviamente che richiedano anche uno sforzo maggiore da parte del recensore, per aspetti che, siamo daccordo, non necessariamente interessano a tutti.
Però che a mio giudizio sono proprio materia di una recensione da sito di informazione.
Altrimenti ascolto l’opinione di un amico, o mi guardo un video.
Voi che ne pensate?
Purtroppo, Viper, hai ragione. E siccome io sono uno di quelli che sostiene che “a pensar male si fa peccato,ma quasi sempre ci si azzecca”, ti dirò che, secondo me, il motivo per cui certi aspetti non vengono più presi in considerazione è il tempo che richiederebbe un’analisi così approfondita. E più tempo speso per stendere un articolo significa meno articoli scritti, tanto per dire, in una settimana; meno articoli significa meno click, e quindi meno guadagno da banner pubblicitari o simili. In più, la butto li, potrebbe anche essere che, riprendendo come esempio Cpt. Toad, sapere che la longevità è di 10 ore, piuttosto che comunicare in fase di recensione che gli schemi da completare sono 10, ma da dover ripetere 2-3 volte, influenzerebbe negativamente le perdite?
Il problema è che un giornalista deve scrivere una recensione entro determinati tempi tecnici, non può giocarci 3-4 settimane per decine di ore finendolo più volte e poi magari darne il resoconto tecnico e anche le proprie opinioni. Il giornalista spesso deve finire i giochi in pochi giorni per uscire al day one, altrimenti su altri lidi viene accusato di essere pagato per non dare la propria opinione in tempo (vero Sonic Boom?). Se The Witcher arriva una settimana prima dell’uscita nella redazione di un sito, è matematicamente impossibile riuscire a contare tutte le quest che ci sono, tutti i finali possibili per ciascuna quest, tutti i dungeon, tutte le armi, tutte le armature. Richiederebbe 150-200 ore di gioco, che il giornalista potrebbe anche affrontare, ma poi dovrebbe pubblicare la recensione dopo diverse settimane, quando all’utente interessato all’acquisto al day1 “quando lo comprano tutti” non è più di alcuna utilità. Ci sono ancora generi che essendo fruibili a lungo termine vengono recensiti in un tempo più diluito, vedi gli MMO o gli fps only online, dato che la recensione è valida anche a distanza di settimane o mesi dall’uscita. Ma il problema è che la gente vuole l’informazione al day1 (vero Sonic Boom?-bis) e se non ce l’ha si lamenta (vero Sonic Boom?-tris), e quest’informazione deve essere per forza di cose più approssimativa di una valutazione tecnica sul compendio contenutistico del prodotto. Se le recensioni di The Witcher fossero uscite dopo un mese, come succede con le recensioni delle auto o dei cellulari, avrebbero perso tutta la loro utilità, perché oggi il videogiocatore è stupido, preordina e compra al day1 anche le edizioni standard, e pretende recensioni tempestive per capire se sta per prendere un’incu**ta oppure no.
Ps: non sono un giornalista, non lavoro nel settore, e non ci tengo a farlo, just my 2 cents.
Quotone.
Beh,però chi preordina e compra al day1 non se ne fa nulla di una recensione,a prescindere che questa sia più o meno completa. Tanto lo ha già comprato. La recensione serve a quelli che sono indecisi se comprare o meno un gioco, quindi l’attesa di 10-14gg dal day1 è accettabile.
Mi hai risparmiato un wall post.
Quoto ogni parola.
La professionalità richiede tempo, ma il tempo è considerato molto più importante della professionalità, al giorno d’oggi, in special modo su internet.
aggiunto che spaziogames non ha voluto dare un voto a splatoon ed a oggi non ce l ha quindi uno non sa se è un buon gioco o no
No alt piano, se leggi la recensione un’idea te la fai, se cerchi solo il numero avrai comunque un valore che non rispecchia per forza il tuo livello di gradimento personale
Un’analisi più approfondita dei videogiochi è inutile secondo me, sono giochi alla fine e va bene come vengono trattati. Forse si potrebbe discutere sul chiamarle recensioni o opinioni, perché la recensione è una cosa seria e quelle sui videogiochi spesso non lo sono ed è giusto così. Preferisco come fanno su rockpapershotgun che non le chiamano recensioni, ma “Wot I think” e non danno voti.
Ciao Elwood, mi trovo in disaccordo sulla considerazione -> sono giochi, va bene trattarli in modo superficiale, ma concordo che il parere e` piu` importante del numero a pie` pagina.
Verissimo il discorso degli screenshots e della varietà di ambientazioni. soprattutto oggi che anche un utente normale con il tasto share può fare uno screenshot, trovo molto limitante che in tutte le recensioni, in tutte le news ecc ci siano sempre le solite 5 immagini ufficiali. Più volte mi è capitato di non comprare dei giochi perchè sembravano monotoni o con ambientazioni tutte simili che alla prova pratica si sono dimostrati invece molto vari e ricchi di situazioni diverse.
Quantitativo e Qualitativo.
Il “quanto” ci sia in un videogioco è importante, ma in linea di massima solo tangenzialmente rispetto alla qualità di quello che c’è. Ci troviamo in un momento in cui a fatica si ha qualche commento sulla qualità, la quantità non viene neanche presa in esame (anche perchè la tendenza è quella di avere giochi sempre più corti e senza alcun valore aggiunto nella rigiocabilità).
Quattroruote e una rivista console sono evidentemente due prodotti differenti. La prima prova ad avere un approccio scientifico, identifica degli elementi da valutare e li analizza, mentre la seconda viceversa è più sentimento che ragione.
Quelli che secondo me riescono a fare un ottimo lavoro sono coloro che riescono a fornire una via di mezzo ovvero un pezzo che sia di godibile intrattenimento, informazione e conclusioni anche personali, ma bilanciate. E questo genere di gente la si trova meno tra i recensori professionisti, e più su eventuali blogger/youtuber che sono costretti ad avere un certo livello qualitativo nei propri materiali e a cui basta un video/articolo per bruciarsi completamente.
Concordo sul discorso longevità e come questa sia soggettiva: per alcuni è il tempo impiegato ad arrivare ai titoli di coda, per me è il tempo effettivamente speso sul titolo, nonché il “lasting appeal”. Ecco anche la differenza fra chi ha bollato Ground Zeroes come una demo di due ore e chi invece se l’è goduto a fondo.
Quindi in breve il ragionamento è: le recensioni pretendono oggettività, o quanto meno vi ambiscono, ma proprio di quegli elementi di cui si potrebbe dare un resoconto oggettivo spesso non c’è neanche l’ombra. Devo dire che non ci avevo mai pensato, e che sono abbastanza d’accordo. Però ti invito comunque a riflettere sulla relativa oggettività di quei dati. Voglio dire, prendendo il tuo esempio (premettendo che non ho mai neanche provato il gioco, sto inventando al 100%): Captain Toad. Mi leggo una recensione che mi dice che ci sono 100 livelli. Poi mi deve specificare che 40 sono standard, divisi in 4 mondi, altri 40 sono la rivisitazione dei primi, mentre gli ultimi 20 sono bonus. Nessuno mette in dubbio che questi siano dati oggettivi, ma quanto realmente mi aiuterebbero a farmi un’opinione sul gioco? A parte il fatto che questo non mi risolverebbe il problema del tempo di completamento (100 livelli da 5 minuti? o 100 livelli da 30 minuti?), io credo che rimarrebbe una semplice mostra propagandistica della quantità di contenuti. Ti faccio un esempio concreto: retro di copertina di Monster Hunter 4, “Affronta oltre 120 mostri, bla bla bla…”. Ora, il recensore potrebbe anche contarli e dirmi che sono (per dire) esattamente 132, ma rimarrebbe un dato fine a se stesso. Per essere realmente informativo dovrebbe dirmi quanti sono in totale, quanti riproposti in forma potenziata, quanti quelli inutili e irrilevanti. Insomma credo che per avere un dato oggettivo veramente utile si arriverebbe a dover stilare una lista di tutti i mostri presenti, magari descrivendoli uno per uno. Stessa cosa per mappe, armi, oggetti, etc. A mio parere sarebbe un lavoro mastodontico (ovviamente ciò varia da gioco a gioco) quanto inutile e sopratutto noioso, specie per il lettore. Come dici te, i videogiochi non sono macchine. Un’automobile (per quanto poco me ne intenda) ha bene o male una serie di dati standard che vengono presi in considerazione e misurati in qualche modo “matematicamente”, che possono essere abbastanza rilevanti per il godimento finale del prodotto. Il problema della recensione di un gioco è proprio che c’è un’intrinseca difficoltà a valutarlo oggettivamente, perchè i dati oggettivi “numerici”, quantitativi, se ci sono, sono spesso poco rilevanti. Quindi in definitiva sì, queste informazioni spesso mancano nelle recensioni, e potrebbero anche starci, ma non sarebbero significative a mio parere. Ci pensa già la Capcom (specie in questa era di notizie che arrivano ogni giorno) a dirmi che nel nuovo Monster Hunter ci saranno 120 e passa mostri. Io non chiede al recensore di controllarli uno per uno e farmi un resoconto, ma di provare il gioco prima che io la acquisti e di darmi le sue impressioni, cercando di trovare dei pregi e dei difetti in maniera il più oggettivo possibile (e non c’è bisogno di contare quanti mostri diversi ci sono per capire se la loro varietà è sufficiente al godimento del gioco). Di sicuro non sarà un lavoro oggettivo, il che per me è impossibile, ma mi sarà più utile per capire se il gioco può piacermi oppure no.
p.s.: io ho 22 anni, le riviste le leggevo anni fa, ma per quelle di cui parli te sono troppo giovane. Probabilmente, come ho detto, oggi con internet ci sono diversi modi di ottenere dati oggettivi sui giochi, e le recensioni possono dedicarsi ad altro.
Nella stragrande maggioranza dei casi non credo ci sia neanche una pretesa o ambizione di oggettività, è noto che sia una marchetta si fa quello che si può per mantenere un minimo di faccia davanti a quelli che ancora ci credono perchè, come sempre, il target in mente è qualcuno in tenera età o che riesca ad essere irriducibilmente pigro e disinformato nonostante la presenza di internet ovunque.
Concordo sul fatto che la “quantità” sia in realtà un parametro abbastanza secondario e non così tanto significativo come possa erroneamente sembrare.
Argomento molto interessante quello dell’articolo. E tu, Dario-Link mi hai risparmiato un fiume di parole, visto che hai espresso esattamente la mia opinione. Grazie :)
Dopo un paio d’anni di pausa sono tornato ad acquistare le riviste cartacee. Ormai se voglio informarmi x bene utilizzo le riviste, i siti dedicati e le opinioni sul tubo e sui forum. Adesso do molta importanza a chi recensisce/da l’opinione ad un gioco xché conosco bene i suoi gusti e posso fare una sorta di filtro tra lui e il mio personale “flavour” videoludico. Insomma mi fido solo di chi conosco.
Viper tolto l’esempio dei racing ma considerando tutti gli altri esempi, il conoscere il numero esatto di livelli (es. captain toad) per me rientra a piene mani nello spoiler. Preferisco proseguire nel gioco senza sapere cosa mi aspetta nel livello successivo nè quando arriveranno i titoli di coda piuttosto che conoscere a priori una panoramica dei mondi, livelli, ambientazioni ecc. Mai vorrei che una recensione mi dicesse nel dettaglio da quanti e quali livelli/capitoli è composto un gioco. Non mi interessa, il metro di giudizio della longevità così come viene espressa, anche se meno precisa e indicativa solo in modo approssimativo lo trovo più utile al mio modo di vivere un gioco.
Caro Viper, non sono d’accordo, semplicemente perchè una sciorinatura di dati una recensione sarebbe a mio avviso superflua quasi completamente. Darebbe più impressione di “oggettività/professionalità”? Forse… ma alla fine è la ciccia che conta.
Personalmente, gli unici dati pseudo-matematici relativi a un gioco che potrebbero interessarmi sono la longevità (intesa come durata minima del titolo da cui poi sviluppare la tua giocata, e che si trova molto spesso a giro, come tu stesso hai detto) ed eventuali curiosità o specifiche grafiche (per cui ci sono siti specializzati come Digital Foundry).
Se in un picchiaduro mi dicessero che “ci sono 152 personaggi giocabili”, o che mi dicessero “ha una rosa di personaggi ampissima” non è forse uguale? Se in un platform mi dicessero “sono presenti ben 253 livelli giocabili” oppure “più di 250 livelli da giocare”, o “tantissimi livelli da giocare” cambierebbe forse qualcosa? Io credo che liste della spesa simili renderebbero solo più noiose le recensioni, perchè nella scelta di un videogioco alla fine credo conti molto più la qualità che la quantità. Le macchine in questo senso sono un paragone sbagliato, perchè fra due macchine che costano uguale e mi piacciono più o meno uguale vado a comprare quella che magari ha, non so, cilindrata maggiore, consumi più ridotti, ecc. , mentre fra due videogiochi se uno mi ispira di più e uno meno a parità di prezzo sceglierò sempre il primo.
Per non parlare, come altri hanno fatto notare, dalle eventuali pubblicità controproducenti e dagli spoiler che i dati numerici minuziosi che proponi potrebbero portare, che uniti al lavoro bello peso che un recensore dovrebbe affrontare per scrivere un pezzo fanno ben capire perchè questa pratica non sia in uso… e onestamente, mi sembra una scelta sensata.
capotan toad è un esempio di gioco senza infamia ne lode però pompato(io ho visto spaziogames magari con le altre case è diverso) dalla stampa con voti alti con 100000 mila livelli ma che durano 5 min massimo e molti sn solo versioni diverse
Discorso abbastanza superficiale e circoscritto ad alcuni generi. esempio, recensione di batman: chi l’ha finito mi può indicare quanti livelli ha? quanto difficili? in quanto tempo finiscono? no? certo perchè il tempo di gioco non si può circoscrivere alle missioni ra o alle missioni della storia principale, stesso discorso per i giochi di ruolo. il tempo è soggettivo. purtroppo.
Poi menarla con la storia dell’oggettività: non ho mai letto su uno dei siti che vengono menzionati nella foto dell’articolo la voce “recensione soggettiva” penso che stia all’intelligenza del lettore qualificarla come tale. Non per questo mi urtano o le vedo come il male, anzi.
Mi sembra più che altro la polemica del “le recensioni erano più belle quando le leggevo/facevo io”. Il mondo dei videogiochi è cambiato, non si possono paragonare schemi e metodi degli anni 80/90 con i giochi di adesso. E’ cambiato il target, è cambiato il mercato, è cambiato chi legge (spesso addirittura nn si legge più, si ascolta superficialmente una videorecensione skippando alla fine per vedere il voto) ma sopratutto sono cambiati i videogiochi.
Questo i “giornalisti” lo sanno e si adattano, chi lo fa meglio e chi lo fa peggio. C’è sempre il “telecomando eh”, puoi fare come faccio io quando sento i podcast, skippo i monologhi di viper, altrimenti quando guido rischio di addormentarmi e morire. Si, li trovo soggettivamente soporiferi.
Il mio primo commento sull’Angolo, che emozione!!
Cagate a parte, credo di poter darti parzialmente ragione, Viper, perché è sì giusto fornire qualche dato tecnico preciso (risoluzione, fps, ma anche cenni sul numero di livelli/mondi/auto/etc), ma niente di più. Ritengo anche tu abbia sbagliato paragoni: prima di acquistare un’auto è necessario sapere tutti i dati relativi perché c’è di mezzo anche la sicurezza delle persone, mentre per un gioco sarebbe un semplice spoiler; come esempio porto Bloodborne, che tu stesso hai citato: io non sarei propriamente felicio se mi ritrovassi il numero esatto di boss con tanto di foto di ognuno prima dell’uscita del gioco…quindi direi sì ai dati tecnici/di gioco, ma con moderazione :D
P.S.: faccio ora il mio primo commento solo perché la app android dell’angolo mi dà errore di login
Consiglio a tutti di rileggersi qualche vecchio numero delle riviste console degli anni ’90, si trovano facilmente scansionate su internet, per farvi una vera idea della qualità. E vi renderete conto che oggi è molto meglio.