Solo chi era al mare ad abbrustolirsi le palle 24 ore al giorno potrebbe non aver sentito la notizia del massacro in Norvegia.
So che si tratta di un argomento molto delicato, fastidioso, assolutamente non indicato per un sito che tratta di videogiochi.
Io stesso ci ho pensato su un po’ prima di scriverlo: sia se fosse il caso o no di farlo, sia il motivo per cui scrivere.
Poi però mi sono anche chiesto “perchè no?”.
In particolar modo in questa occasione credo sia doveroso scrivere qualcosa.
Non ho nessuna intenzione di parlare del fatto in sè: le immagini, i filmati nei tg, le interviste a raffica e di poco gusto che ci vengono proposte in continuazione, credo ci abbiano già fatto capire che star qui a parlare per ore di un’azione così violenta per opera di una o più persone mentalmente disagiate sarebbe quantomeno superfluo.Ma se non parliamo dell’accaduto, di cosa si può parlare?
Beh, io un’idea ce l’avrei.
Vorrei parlare del fatto che, anche in questo caso, esattamente come più di 10 anni fa col massacro di Columbine, i giornalisti di tutto il mondo abbiano sottolineato più e più volte il fatto che questo malato di mente, autore della strage, sia un grande amante dei videogiochi, in particolar modo (guarda che combinazione) degli sparatutto.
Questo articolo però non vuole far la parte della mia collezione di “crociate” contro i giornalisti spara-merda sul videogaming: sia perchè questo episodio mi ha toccato molto (la maggior parte delle vittime aveva la mia età), sia perchè anche in questo caso mi sono venute in mente le parole del mio maestro delle elementari.
“Ciò che differenzia una persona intelligente da uno stupido è una sola. L0 stupido reagisce, l’intelligente si domanda il perchè.”
E’ questo ciò che mi sono chiesto.
Perchè anche in questa occasione si è voluto calcar la mano sull’argomento videogiochi?
Cosa si cerca di dimostrare sottolineando che questo squilibrato era un amante degli fps?
Possibile che nel 2011 siamo ancora convinti che i videogiochi portino i ragazzi sulla cattiva strada?
E’ dagli inizi degli anni 80 che in televisione se ne parla male e quali sono stati i risultati?
Dopo 30 anni abbiamo i videogiochi che ci escono anche dal culo.
Se poi per assurdo volessi vestire per un secondo le parti di un giornalista che deve (evidentemente) parlar male del pluri-omicida, io preferirei spendere minuti per cercare di far capire all’ascoltatore chi sia il personaggio in questione, quale sia il suo credo, quale sia la sua appartenenza politica, quali possano essere i motivi che la sua mente malata abbia partorito per portarlo a compiere ciò che ha poi effettivamente eseguito… ma i videogiochi cosa c’entrano?
E’ un hobby, per Dio.
Perchè non mi han detto che faceva la Settimana Enigmistica prima di addormentarsi?
Io questa cosa non la capirò mai.
Ancora a dire “… il 32enne fà parte dell’estrema destra, contestatore del sentimento anti-razzista della società norvegese… amante dei videogiochi…”
Ma cosa cazzo c’entra?
Io vorrei solo puntualizzare una cosa.
Questo articolo non è anti-giornalismo-idiota, come dicevo prima, ma il suo scopo è capire, tramite i vostri pareri e commenti, il PERCHE’ ancora oggi si tenda a vedere nei videogiochi il demonio.
Soprattutto in casi come questi, quando il demonio ci appare invece ben evidente sottoforma di 32enne dal biondo capello e dall’occhio azzurro.
*UPDATE*
Sono Lodoss, mi permetto di inserire nell’articolo del Boss il video che ha creato tutto sto’ scandalo, a voi le immagini, intanto io mi chiedo come possa un TG nazionale di tale portata fare un’articolo cosi… cosi… cosi… non ci sono parole…
Anche io ho sempre odiato i servizi dei telegiornali che accusano i videogiochi di stragi e roba varia.
Anche io mi sono sempre chiesto: “perchè? Perchè danno la colpa ai videogiochi piuttosto che ai film?”
La risposta alla fine l’ho trovata: perchè esiste l’ignoranza.
Quella gente che si mette a discutere e che usa dei termini così forti come “sterminare ogni forma di vita”, non sa nemmeno di cosa sta parlando e non ha nemmeno mai provato il gioco in questione. Sparano cazzate a vanvera senza avere in mano qualcosa di concreto, per loro è così e basta.
Si basano solo sul fatto che “nei videogiochi siamo noi i protagonisti”, e quindi automaticamente la colpa è di quest’ultimi.
Ma i film sono qualcosa di reale, non è finzione, non vediamo un mondo virtuale creato in un computer, nei film vediamo scene molto violente che seppur siano finte danno l’impressione di essere vere, perchè vediamo degli essere umani, non un’insieme di poligoni.
Recenti studi (si fa per dire, perchè era già risaputo ma a quanto pare i giornalisti non lo sapevano – vergognoso) hanno affermato che i videogiochi sono anti-stress, e che invece di trasformare le persone in killer spietati, fanno l’esatto contrario.