Nella vita di una persona comune, siamo soliti trovare e riuscire a coltivare una unica passione tanto appassionante da arbitrare a vita la produzione di endorfine e che sia in grado di imporre notevoli modifiche caratteriali o comportamentali.
Gli esseri umani medi tendono a mantenere un attaccamento piuttosto edulcorato ai propri “hobby”, riuscendo a mantenersi dolcemente distaccati e non cadere nel baratro della più nera ossessione.
Ma con gli specialisti del nerding, c’è ben altro da dire..
Per un Nerd, anche le più basilari regole della biochimica vanno integralmente riscritte. In primo luogo, l’ammontare di informazioni che siamo in grado di immagazzinare supera di gran lunga quella dell’Homo Sapiens Sapiens, consentendoci di memorizzare un numero elevatissimo di informazioni e dettagli, inoltre la capacità di analisi e la mostruosa rapidità sinaptica di cui ogni Homo Nerdi è dotato permettono di identificare all’istante loghi, suoni, volti, sigle ed acronimi, attingendo alla propria sconfinata biblioteca e indicizzando istantaneamente la relativa serie di informazioni per un eventuale accesso privilegiato.
Ma soprattutto, il Nerd riesce a gestire contemporaneamente un numero di passioni anche elevatissimo.
A differenza delle persone “normali”, che tendono ad avere una unica grande passione a vita, nei nostri neuroni albergano interi server di informazioni: il server Star Wars, il server Heavy Rain, il mainframe Metal, il server Big Bang Theory, il server SoftAir, interi core di dati relativi a M4, Lightsaber, bastoni allungabili e bombe a base di Mentos e Coca Light. Vediamo una figura qualunque, un casco integrale da moto appoggiato su un tavolo e il nostro cervello ci imbottisce di endorfine mentre dall’altra parte ci elenca le similitudini con l’elmo Mark VI variante B di Noble Six.
E quando troviamo un gioco che ci appassiona, i nostri encefali entrano in funzione, al nostro servizio come sempre. Per un esempio pratico, ho recentemente scoperto Red Dead: il lavoro di associazione della mia sezione logica mi ha fatto desiderare di dare una spolverata alla mia collezione di Sergio Leone, di Tex, di cenare a base di hamburger e fagioli piccanti e di far prendere un po’ d’aria agli stivali texani che da lungo tempo giacevano inerti nell’armadio.
Qualche giorno prima, Dead Rising 2 alla mano, ho trovato l’occasione di riordinare la mensola dei DVD per riposizionare in ordine cronologico alcuni nostalgici film firmati Romero, e andando ancora più indietro rivedo me stesso edificare un piccolo tempio ad Halo con il materiale della Legendary, i libri, le guide, il diario della Halsey.. e vogliamo dimenticarci di quando mi sono fatto procurato una katana farlocca, per esporla a perenne memoria e ricordo dei fantastici Tenchu e Bushido Blade? No, impossibile.
Il nostro ego ludico ci spinge a comformare la nostra esteriorità, nei gesti e nei corredi, con l’amore per le nostre adorate saghe che cova nel nostro animo. Cerchiamo qualsiasi maniera di esternare le nostre passioni, dal più blando portachiavi, a veri e propri volti tatuati a grandezza naturale, e tutto a fasi cicliche, la cui rotazione coincide spesso con inattesi eventi randomici.
In noi Nerd convivono numerose passioni, ciascuna di cui occuperebbe l’intera esistenza di un comune mortale, ma che per noi rappresentano il più quotidiano dei pani. Analizziamo gli eventi che ci capitano e con agilità passiamo da una fase nerdica all’altra: all’occorrenza in pochi istanti togliamo l’uniforme di Starfleet e corriamo ad imbracciare la mazza da baseball chiodata.
Come vivete questi repentini passaggi? Riuscite a convivere con le vostre passioni o vi sentite soverchiati dal peso delle vostre conoscenze?