Come tutti sapete, in questi giorni è uscito Beyond e, anche se non intendo parlare del gioco in sè (che ho finito la notte scorsa), mi piacerebbe spendere due parole su un argomento che evidentemente lo tocca da vicino.
Che cosa hanno in comune un libro, un fumetto, una serie tv, un film e un videogioco?
Molto semplice: una storia da raccontare.
Sono tutti mezzi, molto diversi tra loro, per trasmettere una storia.
Il media videoludico ha approcciato questo concetto molto più di recente rispetto agli altri e, soprattutto, è indubbio che la qualità e il tipo di storia raccontata sia estremamente diverso da gioco a gioco. E’ ovvio che esistono una marea di giochi in cui la storia è del tutto irrilevante ma ne esistono anche altri in cui è fondamentale e, per questo motivo, molto più studiata.
E’ inutile negare che, paragonato alle alternative, il videogioco sia sicuramente il media più “indietro” quando si parla di storia. I veri esperimenti sono relativamente molto recenti se confrontati con film e compagni e sicuramente in quantità infinitamente inferiore. Infatti, anche una saga come Metal Gear Solid, che con i suoi 20 anni abbondanti è sicuramente una delle più “vecchie”, pur essendo in grado di costruire una trama fantapolitica eccezionale che si estende per 40-50 anni e due generazioni, si può definire “giovanissima” se paragonata alla storia degli altri media.
A fronte di questo “svantaggio”, i videogiochi hanno però un’arma incredibile dalla loro parte rispetto alla concorrenza: sono interattivi.
Nella più blanda delle ipotesi si controlla semplicemente il personaggio attraverso un’avventura, in quelle più spinte si è addirittura in grado di modificare gli eventi sulla base di scelte del tutto personali. Questo significa che, come minimo, mentre si segue una storia di un gioco si è mediamente più attivi e quindi attenti, facilitando di molto l’immedesimazione.
E alla fine, almeno per me, questa è la cosa più importante.
Quando un gioco riesce a non farti più meditare sulla “migliore” decisione da prendere ma ti fa reagire puramente basandoti su emozione e istinto, penso si sia creato qualcosa di straordinario. Mille film sono in grado di farti provare qualcosa, anche forte, ma nessuno ti dà la possibilità di reagire agli eventi. Negli ultimi anni, anche grazie al progresso tecnologico che permette di creare personaggi sempre più fotorealistici, vari sviluppatori stanno cercando di sperimentare questo concetto con diversi prodotti e risultati.
Ovviamente, non si può non spendere due parole su David Cage, eccentrico creatore di Heavy Rain e Beyond, che basa i suoi giochi interamente sul “suscitare emozioni”. Molti sostengono che i suoi non siano “veri e propri giochi” ma film interattivi e, tutto sommato, posso anche concordare ma non vedo cosa ci sia di male. Sono esperimenti che mi fa enormemente piacere provare, indipendentemente dal risultato finale. L’ultimo passo da lui compiuto nell’ambito dell’ibridazione tra film e videogioco è stato l’impiego di attori acclamati per i protagonisti di Beyond. La più recente tecnologia di motion capture, unita agli avanzamenti grafici, ha permesso agli attori di fornire delle performance di livello mai visto prima in un gioco. Gli attori stessi si sono detti entusiasti di questa esperienza perchè, non dovendosi preoccupare della posizione delle telecamere, hanno potuto recitare con un grado di libertà altrimenti impossibile.
Nonostante tutto ciò, penso che i già ottimi risultati che si stanno ottenendo nel mondo dei videogiochi nel raccontare una storia appassionante, profonda e, a volte, matura possono ancora essere definiti dei frutti acerbi. Hanno evidentemente i loro difetti, spesso derivati dall’inevitabile contrasto che nasce tra il “mostrare” una storia e renderla “giocabile attivamente” ma è innegabile che ci siano dei risultati incoraggianti.
Quello che spero è che si continui ad andare avanti per questa strada, creando prodotti che, in futuro, possano essere veramente considerati allo stesso livello “artistico” di un film, pur non snaturando il concetto di gioco.
La mia modestissima opinione è che le basi ci sono e sembrano solide, il futuro per me è roseo.
Concordo pienamente! :3
ho perso il conto…è il 3° 4° o 5° articolo sullo stesso argomento nella stessa settimana??????
Direi decisamente di no visto che questo articolo non parla di Beyond, ma lo prende solo come pretesto per fare un bellissimo parallelo tra videogioco e altre forme di intrattenimento.. Comunque ottimo articolo Drom!!
Evidentemente szandor non c’è arrivato :D
Tra l’altro se non ti va bene questo argomento basta semplicemente non leggere e tornare quando ci saranno argomenti interessanti anche x te ;) :)
Amen
Dannatamente d’accordo su ogni virgola, il videogioco è il mezzo espressivo più completo di tutti, che comprende tutti gli altri e che fornisce il parametro aggiuntivo dell’interattività.
Se fino ad oggi è stato considerato di serie b rispetto alla musica, al cinema, alla letteratura, è stato da un lato perchè, oggettivamente, è anagraficamente molto più giovane, ma anche perchè gli stessi addetti al settore non sono stati in grado di valorizzare ciò che avevano fra le mani, a parte rare eccezioni che, fortunatamente, stanno diventando sempre meno rare.
Finalmente il settore sembra star maturando, una nuova concezione di videogaming si sta facendo strada e si moltiplicano i progetti di nuovi sviluppatori dalle idee fresche ed interessanti, che gli stessi colossi dell’industria non posso ormai ignorare, come dimostrano le nuove politiche di incentivo al mercato indie.
Un in bocca al lupo a tutti, che si possa proseguire su questa strada, io ci credo :)
Concordo con ogni tua singola parola, punto.
Se avevi ancora più ragione su tutto mi esplodeva lo schermo
Ho lasciato un commento anche all’articolo di lodoss riguardo a questo argomento, mi sembra giusto farlo anche qui :)
A mio parere non è affatto necessaria questa tanto agognata ibridazione tra cinema e videogioco.
Io amo guardare film e serie tv, così come amo videogiocare, non per questo mi sento di dover desiderare qualcosa che riprenda le due cose e le sintetizzi in un prodotto che sacrifica uno dei due aspetti per l’altro, come accade in HR e Beyond.
Che poi siano piacevoli esperienze alternative, posso anche starci, ma se è questo il futuro dei videogiochi, tanti saluti.
Per come la vedo io, dopo che la storia dei videogiochi ci ha insegnato come sia possibile creare prodotti che uniscano tanto una buona storia, quanto un ottimo gameplay (soprattutto negli ultimi dieci anni), beh, un ‘videogioco’ dove praticamente si guarda e basta (banalizzo) è un passo indietro mica da ridere.
Personalmente sarei più curioso di vedere Cage nei panni di sory writer e basta di un futuro titolo, lasciando magari il gioco vero e propirio nelle mani di qualcuno che sappia il fatto suo.
Penso che sia un errore vedere i giochi di cage come futuro dei videogiochi. Sono semplicemente un altro genere che può stare benissimo assieme agli altri. Tanto è vero che ad oggi nessuno si è inoltrato in esperimenti del genere.
Non so se cage abbia di queste pretese ma io non sopporto chi mi impone il futuro e mi dice cosa mi deve piacere. Alla fine siamo sempre noi e i nostri soldi a decidere :)
Drom di articoli ne scrive pochi ma quando lo fa non si può che essere sempre d’accordo con quello che pensa :)
Cage è un pioniere di un futuro videoludico ben più evoluto di quello attuale, un “futuro roseo”…. Perfettamente d’accordo.
Io invece no,il futuro del mondo videoludico deve mischiare belle storie ad un gameplay bello. Se Cage decidesse il futuro del mondo videoludico avremmo dei film in CG a 70€
Quoto, non bisogna avere per forza un film interattivo, esistono altri giochi oltre a quelli di Cage con una storia eccezionale, e con gameplay migliore
Non ho detto che preferisco i giochi di Cage a tutti gli altri (anche perchè per ora ho provato solo Beyond), ma che mi sembra stia ponendo delle basi per dei VG interattivi e con trama emozionante a cui poi verrà implementato un bel gameplay (e non per forza da Quantic). Per ora i giochi che ha fatto mi sono sembrati molto degli “esperimenti”, ma diamine, qualcuno questi azzardi li dovrà pur fare se si vuole avere un qualche tipo di sviluppo…. E sono d’accordo con Drom sul dire che sarà partendo da queste basi che in futuro più o meno prossimo si potrà avere un’evoluzione e una rivalutazione artistica dei videogames, e che è proprio questo che questi titoli fanno sperare.
sono assolutamente d’accordo con te, il problema di avere un medium giovane come il videogioco è che anche chi lo devo giudicare o ci approccia non ha le competenze per farlo in modo approfondito quando si esula dal mero gameplay e si devono giudicare i tempi e le modalità di narrazione propri dei titoli di Cage..le recensioni soprattutto straniere in effetti poco ci hanno capito…tutti sanno giudicare la bontà dei controlli di un titolo pochi hanno la cultura per affrontare in COME la storia è narrata ma del resto l’età media di chi gioca forse è ancora troppo bassa…e per fare il recensore di un videogioco non vengono richieste conoscenza di storia del cinema o della letteratura…il PEGI più che per la violenza dovrebbe essere indirizzato al grado di maturità che serve per capire cosa si sta guardando…altrimenti la gente per capire il finale di titoli come Bioshock Infinite deve usare Youtube..la cosa strana è che quando i recensori accademici toccano i film o libri tratti da videogiochi o fumetti tutto il mondo nerd si scatena per l’ignoranza che questi hanno nell’affrontare il tema…quando però un recensore non sa nemmeno cosa sia un piano sequenza o una narrazione asincrona nessuno dice nulla e si pigliano per buone recensioni superficiali….
ti do ragione ma bisogna anche dire che i recensori (e i giornalisti in generale) a volte scrivono pensando al pubblico che li legge , una persona competente come te capisce che cosa sia un piano sequenza o una narrazione asincrona ma prova a scrivere una recensione cosi su un sito dove ci sono per lo più ragazzini under 18 corri e spara e finirai per far morire il sito :P
ad esempio mi pare ovvio che il taglio giornalistico di questo sito è “barbuto” dove si parla in un ambiente familiare con giocatori che nerdano da una vita e dove si addestrano i giovani bimbiminkia a diventare dei Jedi del nerding
probabilmente hai ragione ma io non critico che i recensori o chi ha commentato il gioco abbiano usato un linguaggio semplice, quello ci sta, ma che proprio non abbiano capito cosa abbia voluto fare Cage…perché un conto è dirmi la storia non mi è piaciuta, e questo ci sta, un altro è che sia narrata male…e questa è una cazzata bella e buona.
magari il prossimo passo potrebbe essere un andare a giocare un film al cinema e creare un esperienza ludofilmica O.O
il problema principale del discorso di Drom è che la gente che videogioca( e non) non è sufficentemente matura per questo tipo di produzioni, la stragrande maggioranza di persone ritiene ancora che videogiocare sia un qualcosa per bambini , uno svago o un passatempo , ma non tutti i giochi sono cosi!come ci sono film per bambini e film rivolti a un pubblico adulto lo stesso si può dire per i videogiochi.
Per fortuna esistono vari generi videoludici e per me gli esperimenti film/gioco sono interessanti e anche divertenti purchè non ci si aspetti la frenesia di un action o di un fps.
Poi io sono dell’idea che è meglio avere più generi ed esperimenti diversi tra loro piuttosto che il piattume totale, tanto alla fine non ce la faremo mai a giocarli tutti, a meno di spiluccare come viperfritz.
Vorrei ricordare che David Cage prima di Beyond ed Heavy Rain aveva fatto un gran bel gioco su PS2, molto particolare, chiamato Fahrenheit.
E’ stato un gioco che ho apprezzato particolamernte poiché si poteva proseguire nella storia come una sorta di film interattivo basandosi sulle scelte del giocatore.
Cage ha capito perfettamente che nel mondo dei videogiochi bisogna anche tentare, e per fortuna direi, ecco perché escono sempre dei giochi interessanti e innovativi, come i suoi.
Per una volta che non fanno uno spara spara e fanno qualcosa di diverso tanti a lamentarsi, dai ben vengano produzioni diverse dal solito! E se non vi interessano statene semplicemente alla larga :D non fatevi tante seghe mentali
Il problema del videogame, è che essendo appunto il più giovane tra i mezzi narrativi, a parer mio deve ancora trovare una strada propria, per differenziarsi dal film, per quanto concerne la narrazione (specialmente contando che 15 anni anni fa era considerato poco più di una forma di intrattenimento infantile).
L’equlibrio interattività/narrazione, sempre a parer mio, non è ancora stato raggiunto, e infatti nella mia esperienza i giochi con il più profondo impianto narrativo sono quelli dotati del gameplay più blando. Non che sia necessariamente un male, ovviamente, spesso la forza della trama è sufficiente a spingermi a continuare da sola..ciononostante sarei comunque curioso di vedere come evolverà il mezzo nei prossimi anni
Concordo, anche se d questo punto di vista the last of us ha avuto il merito di saper mixare bene gameplay e narrativa, cosa che a QD, per quanto ami i loro giochi, non riesce.
Condivido tutto di questo articolo. E faccio i complimenti a drom anche per il modo direi professionale in cui scrive.
La bellezza di un libro è che seguendo la narrazione dell’autore siamo poi noi con la nostra fantasia a ricostruire ambientazioni e personaggi.
Il film è mediamente più passivo ma fino a quando il lynch di turno non decide di farti usare il 50% del tuo cervello.
Il videogioco invece è interazione pura e non necessita di una alta componente narrativa. Però a volte si creano titoli pretenziosi che, pur non raggiungendo le vette narrative delle altre “arti”, riescono comunque bene nel loro intento. Oltre a cage che rende importanti le nostre scelte e oltre il solito metal gear, a me vengono in mente i primi due silent hill o rule of rose, giochi in cui la componente narrativa è essenziale tanto quanto il gameplay.
E dimenticavo eternal darkness…
Credo che però, ngli ultimi progetti, Cage abbia dovuto fare dei passi indietro..
A ben guardare, il massimo potenziale in ambito storia interattiva si è raggiunto nella prima
metà di Farenheit (quella realizzata prima che terminassero i fondi..).
Lì davvero ho vissuto un’esperienza in cui ero io a decidere l’evoluzione della vicenda.
Un esempio semplicissimo, nella primissima sezione, quando se non si stava attenti
si potevano lasciare tracce del delitto appena “commesso”..
Avete presente quei libri dove in base alla scelta che effetui devi andare a pagina X o a pagina Y? Beh, da un certo punto di vista sono quelli che preferisco anche perché credo sia normale, quando leggi qualcosa o guardi un film, che la tua mente vaghi in cerca di quella che può essere la decisione del protagonista o come andrà a finire.
Il fatto che qualcuno si cimenti in quest’opera tramite videogame è solo da apprezzare e se purtroppo sembra che ci sia solo una casa a fare dei “film interattivi”, non ci si può lamentare del fatto che si parla sempre e solo di quella.