Il ritorno dell’inquisizione

Tempi duri per i videogiocatori d’oltralpe.

La terra dei maestri cioccolatai Lindt, degli orologi più precisi dell’universo e dei conti in banca più comodi del mondo sta per tingersi di un nuovo, insolito e non proprio “desiderato” colore: il nero censura!

Signore e signori, l’ignoranza in materia di videogiochi miete una nuova vittima illustre, in questo caso un’intera nazione spesso e volentieri considerata “più avanti” degli altri stati europei.. e stavolta sembra proprio che si faccia sul serio!

E’ notizia non proprio recente: il parlamento svizzero, nell’ultimo periodo dell’anno scorso, ha prima reso legale il valore del PEGI, in seguito poi ha emesso un secondo emendamento che minaccia di bandire la produzione e la vendita di videogiochi dai contenuti scabrosi.

Le due proposte di legge, se promosse, potrebbero tranquillamente rendere illegale la vendita o la realizzazione di videogiochi con valori PEGI 16+ o 18+. Letteralmente, la mozione permette il ban per tutto ciò che riguarda “manifattura, importazione, vendita e distribuzione di software di gioco in cui appaiono atti di violenza verso umani o creature umanoidi”, il che praticamente è un dato riscontrabile in almeno 70% dei giochi in commercio!

Secondo un’inchiesta di GamesMarket.de, la mozione di per sé non porta implicazioni legali, ma se dovesse venire approvata nessuno può prevedere che conseguenze potrebbe avere a livello globale. Si sa che quando c’è da farsi notare, i governanti del mondo sono ben disposti a copiarsi a vicenda.

Personalmente, ritengo che ci si trovi di fronte ad uno dei punti più bassi toccati dal genere umano negli ultimi anni.

Benvengano coloro che dicono di prendere la macchina e andare in Giappone per andare a trovare i creatori di Rapelay con un buon numero di mazze da baseball, benzina, sale grosso e limoni, benvenga che qualcuno dica che l’umanità sta perdendo sensibilità di fronte alla violenza e alla morte..

.. ma la censura no, davvero. Soprattutto da un paese libero e spensierato come la Svizzera, ma chi se lo sarebbe mai aspettato uno svarione simile? Oltretutto, ben conoscendo la manifesta cretinaggine dei responsabili del PEGI, come ci si può aspettare che un provvedimento del genere funzioni in maniera equa? E ancora, per l’ennesima volta, perché un organo incompetente (in questo caso lo stato) deve anteporsi ai genitori di un ragazzino?

Sono senza parole. Veramente.

Prova a cercare ancora!

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