Finita. Punto, basta, stop, nonc’èpiùtrippapergatti.
Sappiate, discepoli, che finalmente oggi è possibile decretare la fine di un conflitto (rimane da vedere se effettivamente ci sia mai stato) che divide in due il vasto popolo dei giocatori di rhythm game da oramai quasi cinque anni.
Osservate con attenzione l’immagine qui accanto. Immaginate che il malvagio ex sia Guitar Hero, e che abbia appena preso un mostruoso cazzotto sul muso dall’oramai invincibile Rock Band. War is over.
Tranquilli, lo so.
So già che ci sarà qualcuno che, terminata la lettura dell’articolo (e anche prima), avrà da ridire in qualche modo, che sosterrà che Guitar Hero non è la commercialata del secolo come invece affermo da mesi, che il gameplay che non introduce novità sostanziali da 4 edizioni è tuttavia ancora sulla cresta dell’onda e del divertimento e infine che le tracklist piene fino al collo di garage, thrash e industrial di nicchia in realtà rispecchiano appieno il suo gusto in quanto a musica.. buon per voi, fratelli miei, buon per voi.
Tuttavia, di fronte a tanta roba così, non è possibile negare l’evidenza: EA ci ha messo il portafogli e Harmonix ha comprato tanta, ma tanta musica da arrizacapezzoli.
Prendiamoci un attimo larghi: era appena marzo quando stava per uscire il primo album di Jimi Hendrix, Axis: Bold as Love, poco dopo seguito da Tragic Kingdom dei No Doubt, poi da British Steel, il disco live del trentesimo anniversario dei Judas Priest, da The Great Southern Trendkill dei Pantera, fino ad arrivare a Legend di Bob Marley & The Wailers e al secondo favoloso album di Hendrix: Are you Experienced. Tutto ciò farcito di vari add on stand alone di Serj Tankian, Smash Mouth, Creedence Clearwater Revival, Doobie Brothers ed altri ancora, e naturalmente anche in questi casi non stiamo parlando di canzoncine sentite una volta ad uno dei primi sette concerti della band nel periodo del liceo, per ogni artista Harmonix si è fatta comprare di volta in volta la canzone simbolo, la bandiera a cui si associa automaticamente un complesso famoso nei nostri processi cognitivi di associazione (vi dicono niente Long Train Runnin’, Listen to the music, Fortunate Son, All Star?).
Poi è arrivata la grande scommessa di Rock Band 3. Cosa succede di norma quando viene introdotta una nuova periferica, nel nostro caso la tastiera, sul mercato?
L’umanità si trova di fronte ogni volta un dubbio cruciale: durerà? Sparirà inesorabilmente? Se la compriamo, investendo ad occhi chiusi parte del nostro prezioso salvadanaio, verremo ricompensati? Fortunatamente, stavolta la risposta è si.
26 Ottobre 2010: in Europa esce Rock Band 3 con la sua tastieronza. Contestualmente sullo store approda un fantabuloso best of dei Doors, e come fin’ora ampiamente dimostrato, le canzoni sono come sempre VERAMENTE degne di un best of: Touch Me, Love me two Times, Riders on the Storm, Roadhouse Blues, Hello, I love you, Light My Fire.. e non sono neanche tutte.
Bello bello, tastieristi tutti felici nel mondo, ma poi?
Passa una decina di giorni e sullo store appare UN ALTRO Greatests hits, stavolta dell’idolo rock delle nostre mamme negli anni ’80, nientemeno che Jon Bon Jovi. E anche qui, la bava (e non solo) corre nuovamente sul pavimento: Livin’ On a Prayer, You give love a bad Name, Wanted Dead or Alive, Bad Medicine, It’s My Life, Have a Nice Day e altre ancora.
E poi?
Beh, se vi dicessi che la settimana successiva è uscito un pack dei BEE GEES? E se ve lo state chiedendo, si, ci sono Stayin’ Alive, Night Fever e You Should Be Dancin’. E se anche con gli organetti soul anni ’70 la vostra sete pianistica non è stata placata, una settimana dopo è arrivato a ruota l’album Imagine di quel gran figlio di una pacifista di John Lennon.
E infine, giusto l’altro giorno, nuove avvincenti pubblicazioni mi hanno fatto capire che la concorrenza praticamente non esiste più.
È uscito il primo pack dei Lynyrd Skynyrd.
C’è anche Sweet Home Alabama.
Ah, e se non è ancora abbastanza neanche così (e allora siete proprio incontentabili!), sappiate che martedì esce un certo nuovo pack di brani che il popolo videogiocante chiede/esige/pretende da oramai ere geologiche: ci sono dentro Hammer to Fall, Keep Yourself Alive, Now I’m Here, Play the Game, Tenement Funster, We Are the Champions, We Will Rock You, I Want it All, I Want to Break Free, Killer Queen, One Vision, Somebody to Love e Under Pressure. Si, è lui: il Rock Band 3 – Queen Extravaganza Pack. Potete andare a cambiarvi di biancheria, ora.
Potrei quindi concludere svelandovi le uscite del prossimo pack dedicato a Billy Joel e di Electric Ladyland (che contiente una certa Voodoo Chile Slight Return), tuttavia penso che sia già chiaro a tutti che, ahimé, Guitar Hero è rimasto vittima della propria avidità. E mi raccomando, tenete a mente la tastiera e le modalità PRO per chitarra cordata.
Le scelte di marketing che hanno accompagnato il brand a partire dal secondo capitolo, quando Harmonix è stata spedita a casa in malo modo, si sono rivelate le fautrici del flop che il gioco è oggi: tante canzoni messe li, di cui soltanto una povera dozzina veramente degne di nota, e il resto buttato la semplicemente per far numero e accontentare gli smanettoni del manico (della chitarra, depravati!) con pretestuose e spesso banali canzoncine ipermetal/underground, pensate più per divertire con le loro sequenze da 170 note al minuto che per deliziare il consumatore a partire dalle orecchie.
E i DLC? Tre a settimana di band autoprodotte, perfetti sconosciuti (ma che ogni volta salta fuori quello che dice “MACCHECCAZZODICCI! SONO FIGHISSIMI!”) che probabilmente manco sanno l’Italia dov’è. Nel caso vi interessi constatare di persona, la lista dei DLC per la saga di Rock Band è qui.
Per quanto possa essere amaro, per me è assolutamente lampante che Guitar Hero, se non si da una scossa, è destinato ad estinguersi. Ciò purtroppo va a braccetto con l’annuncio di inizio anno fiscale, quando Activision, se ricordate, annunciava che avrebbe ridotto il numero di uscite per aumentarne l’intrinseca qualità.. non sarà perché sapevano dell’uragano Harmonix che li avrebbe lasciati in brache di tela?
E se i soldoni che EA investe per il nostro piacere vi fanno tanto schifo, pensate un po’ all’inverso, e considerate un po’ gli ultimi 4 episodi di Guitar Hero, tutti a partire da 70 euro, tutti praticamente identici, pubblicati ciclicamente ogni 12 mesi.. non vi ricorda forse un altro brand sempre targato Activision?
Meditate, fratelli. E nel dubbio, Rock Band è la via.