La chiave nei miei ricordi

Chiedo scusa preventivamente, perchè credo che questo articolo sarà più prolisso rispetto ai miei standard.

Vi è mai capitato di leggere un testo, ascoltare un discorso alla radio, vedere qualcosa in televisione che vi spara in testa un ricordo-flash della vostra infanzia e a cui non pensavate da secoli?

Sicuramente sì.

Una scena del genere mi è capitata una decina di giorni fa, quando leggendo una mail di un ragazzo mi è tornata alla mente una situazione legata alla mia adolescenza che francamente credevo di aver dimenticato.

Tutto nasce dalla mail.
Alessandro mi ha linkato un articolo-inchiesta del sito online di Repubblica, sulla nocività dei videogiochi nei ragazzi più giovani.

I soliti discorsi, insomma.

“Mio figlio prigioniero dei videogiochi”, questo era il titolo dell’inchiesta, in cui un padre parlava del proprio ragazzo schiavo dei cosiddetti MMORPG, con tanto di video e interviste correlate.

Di ciò abbiamo già parlato anche sull’Angolo più e più volte.

Se penso a me stesso rapportato all’età del ragazzo protagonista dell’articolo, ovvero 13/15 anni, ricordo in maniera vivida che quella fu l’età in cui molto gradualmente cominciavo ad abbandonare le console in favore del pc.

Natale 1994.
I miei mi regalano il mio primo personal computer.
Un 486 a 20 megahertz, dotato di un pulsante “turbo” sul case per portarlo a ben 33 MHz.
Tuttora mi domando perchè tenerlo a 20… ma va beh…

Effettivamente quel periodo è corrisposto ad un mio attaccamento quasi morboso nei confronti dei videogiochi, giocavo molto e a moltissimi generi, praticamente tutti (sì, compresi Fifa International Soccer e Stunt o Nascar Racing).

All’epoca non si parlava ovviamente di mmorpg, tuttavia ogni tanto mi capitava di beccare non un gioco ma IL gioco, che mi assorbiva completamente: Wolfenstein 3D, Doom, Little Big Adventure, le avventure grafiche della Lucasfilm e così via.

I miei genitori si accorgevano di ciò, perchè si rendevano conto che raramente uscivo da camera mia, quindi con le dovute pinze, facciamo un paragone tra me di allora  e il ragazzo di oggi amante di  mmorpg SCHIAVO dei videogiochi.

Qual è la differenza?

Il padre del ragazzo si lamenta, si fa intervistare, racconta la propria esperienza per poter mettere in guardia altri genitori.
Niente di male, per carità… anzi. Sotto certi punti di vista è un bene che si condividano queste esperienze, magari per mettere in guardia altri genitori ignari di vivere nella sua stessa situazione.

Tuttavia penso alla MIA situazione di allora e mi riallaccio al titolo dell’articolo.
A mio padre non sarebbe mai venuto in mente di gridare “mio figlio è schiavo dei videogiochi”…. al massimo avrebbe gridato “mio figlio è un coglione”.
Ma prima di tutto.. mio padre era dotato di un gadget…. una chiave.

Una chiave che bloccava completamente il computer, in modo tale da non poterlo nemmeno accendere anche se connesso alla rete elettrica.

Ebbene, se vedeva che stavo più di 2 ore attaccato al monitor… clac.
Computer chiuso a chiave (in tutti i sensi) per diversi giorni.

Mi sembrava ingiusto, mi giravano i coglioni, ma forse è anche grazie a quella chiave che col tempo sono riuscito ad auto-dosarmi le ore da dedicare al videogaming.

E oggi?
Esistono ancora ‘ste chiavi?

Esistono ancora i genitori in grado di dire di no al proprio figlio nutellante?

Se vedi che tuo figlio si scimmia con un videogioco, perchè non si può privarlo dell’uso del computer, prima di farlo rincoglionire del tutto?

 

Prova a cercare ancora!

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176 Più commentati

  1. I miei mi permettevano di giocare alla ps1 solo nei weekend e penso che questa cosa mi abbia aiutato molto in seguito (superiori e adesso all’uni) a dosarmi il tempo da passare alla ps e il tempo da passare a giocare. Inoltre credo che ciò mi abbia permesso di apprezzare di più il tempo passato sui videogames: da piccolo ogni weekend era più bello e ogni volta che avevo un videogame nuovo non ci dormivo la notte :)

  2. D’accordo con te. I miei non avevano chiavi, avevano la bocca per dirmi di smettere e la capacità di agire sui miei rimorsi di coscienza.

  3. farenz quando pubblicherai la flop? Non sono uno scassa maroni però tra poco sarà aprile…

    • aprile = vacanze di pasqua = uovo di pasqua = Flop Ten

      ops… Spoiler…
      XD

      cmq, anch eio giocavo poco, per via dei miei genitori, ai videogames…
      ora, invece, gioco quanto voglio…
      sono abbastanza in grado di controllarmi, ma solo se ho altro da fare…
      altrimenti, chi me lo fa di staccarmi dalla console?

  4. Mio padre staccava la ps1 e la nascondeva chissà dove (lo ignoro tutt’ora XD), come hai già detto questo mi ha aiutato a “dosare” le ore da dedicare ai VG, e per quanto riguarda il genitore dell’articolo, senza togliere nulla al valore informativo della cosa… o è pigro, o semplicemente un coglione.

  5. Eh beh caro Farenz il discorso è sempre quello: “Disciplina”.A te a quell’età non sarebbe mai venuto in mente di mandare a cagare i tuoi genitori, per lo meno non in maniera verbale, adesso i bambini/ragazzini vengono cullati e viziati in una maniera a dir poco disgustosa, e poi quando i genitori si rendono conto di aver perso il loro “potere decisionale” si fanno mandare a cagare e vanno a lamentarsi col broncio su giornali e riviste varie.

  6. Mia madre mi fratoiava i maroni e lo fà tuttora, sicche io ti capisco.

  7. Per mè il genitore voleva solo demonizzare i VG, aiutato dai tanti articoli a riguardo

  8. Vi voglio portare adesso il caso in controtendenza di un mio amico per anni i genitori hanno vietato completamente i videogiochi diventato maggiorenne siè preso ps2 in seguito ps3 e un pc sempre aggiornato al massimo ora la sua vita oltre a lavorare quando deve il resto del tempo è a giocare ormai vive solo di quello e fa solo quello non esce piu di casa se non è costretto anche il troppo no fa male…

  9. diciamo che se volgiamo fare un paragone fra la generazione anziana ( 25-30 anni ) e ora, la differenza è sostanzialmente che i genitori ( guarda caso la generazione anziana ) ha perso autorità nei confronti dei giovincelli…. io modestamente passo 4-5 ore al di a studiare e 3 ore davanti allo schermo ( del pc o della tv\ps3\xbox360 ) quindi riempio quasi completamente le mie giornate.
    Piuttosto al ragazzo dello scandalo io direi ” fatti una vita, vedrai che i giochi sono solo giochi e come normale che sia non sono indispensabili “

  10. Vedi akarem91 il problema è comunque imputabile ai genitori, si perchè è ovvio che non sappia contr, e come il proibizzionismo.

    Cioè se ti vietano di fare una cosa per un macello di anni e vedi che è una cosa che è stupenda e che tutti i tuoi amici la fanno e si divertono un mondo, poi è ovvio che appena sei libero dall’egemonia genitoriale ti sfondi di quella cosa per recuperare il tempo perduto.

    Se invece gli avessero spiegato che le cose si possono fare ma che ci si deve regolare, adesso non avrebbe problemi.

    Tipo il genitore che fà ubriacare il figlio e poi gli dà caffè e limone, per fargli capire che dopo sta male e basta o come tutte quelle cose che si imparano sbagliando.

    Insomma lui non avuto modo di sbagliare e crescere.

  11. Caro Farenz,chiavi o meno ringrazio che all’epoca della scuola si giocava (giocavo) col Sega Master Sistem, l’Amiga 600,il Mega Drive e Super Nintendo (ogni amico una console)…giochi rapidi…un oretta e ti rompevi le balle e poi tutti fuori a giocare a calcio e a bastonarsi…se andassi a scuola ora…altro che chiave con l’M60 inbracciato da mia madre e premuto in testa starei…un domani con un figlio sarà dura chi lo stacca da un Resident Evil 10,Call of Duty Space War,Assassin’s Creed 10.000 A.C.,GTA in Paris,ecc…, bhè nessuno!
    Saranno tutti PEGI 18+,col cazzo che ci gioca…

  12. Troppa libertà nuoce. Lo aveva capito anche Giorgio Gaber.

  13. Io sono un ragazzo di 15 anni ed è stato mio padre ad infondermi la passione per i videogiochi (ci siamo fatti la trilogia di Gears of War tutta in coop). Devo dire però che non mi sono mai scimmiato davanti ad un videogioco anche perché uscivo a giocare, i miei mi hanno insegnato a rispettarli e rispettare gli altri a differenza di molti miei coetanei che conosco. Probalbilmente è anche il rapporto che c’è tra il figlio e i genitori ad influire su ciò ed anche se è primogenito o figlio unico perchè molti bimbiminkia “nutellosi” sono spesso figli unici e quindi posono permettersi più roba.

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