Durante il nostro iter angolare, in cui attraverso i vari articoli si è discusso se un iPhone potesse essere considerato una console da gioco vera e propria, in cui ci si è chiesti se il futuro delle console portatili è negli smartphone, pur avendo registrato opinioni molto distanti, il mood generale è rimasto più o meno costante:
“L’iPhone è una piattaforma di gioco, ma non la si vuole considerare alla pari di Vita o 3DS, in quanto le mancano i controlli necessari tipici di una console dedicata al gaming”.
di contro
“L’iPhone è l’unico strumento ludico portatile a 360 gradi, perchè l’unico che sta ogni giorno nelle nostre tasche, per i più svariati motivi”.
Sino a qualche giorno fa queste due filosofie facevano fatica a tangersi: sì, c’è chi reputa i controlli touch tanto fruibili quanto i tasti, e c’è chi asserisce di portarsi una Vita nella tasca dei Jeans e di spedirci le email…
…tuttavia buona parte dell’utenza, ed in particolare dei componenti dell’Angolo, utilizzano Vita e 3DS per le esclusive, o per quei titoli che assomigliano maggiormente alle esperienze che solo tasti e analogici sanno ricreare, ma lo fanno quasi esclusivamente in casa (salvo quelle rare settimane di vacanza).
Mentre l’iphone è utilizzato per esperienziarie giochi mordi e fuggi od esperienze touch, che meglio si configurano per un approccio portable nella sala d’attesa del dentista così come alla fermata dell’autobus.
Ora invece, la combinazione di due cose apre un nuovo scenario:

1) Apple pare essersi UFFICIALMENTE aperta al mondo gaming, dando la possibilità ad uno standard (MFi, Made For iPhone) di affermarsi per la creazione di add-on hardware che permettano all’iPhone (e magari anche all’iPad…) di beneficiare di un’interfaccia fisica dotata di tasti ed analogici.
2) Sono stati presentati sul mercato i primi dispositivi che sfruttano questi standard, ed al contempo sono comparsi i primi giochi che dichiarano UFFICIALMENTE di aderire allo standard di cui sopra. Il primo di una certa qualità e portata pare essere il MOGA Ace Power.
Questa creazione di uno standard fa sì di potersi attendere un’ottimizzazione di questi device, capace di far diventare queste implementazioni esterne un format apprezzabile, e non una semplice curiosità con cui dichiarare “miiinchiie, guarda, gioco all’iPhone come con una PSP“.
L’idea fino a qualche tempo fa non mi aveva smosso più di tanto, prevalendo uno scetticismo di fondo che mi portava a biascicare: “si vabbè, ma tanto chissà se usciranno poi giochi che rendono realmente utile acquistare uno di questi accrocchi“.
Poi in 2 giorni ho letto la recensione di quello che sembra essere una delle prime, nonchè migliori, interpretazioni di questo “hardware”, ed al contempo sono venuto a conoscenza della pubblicazione su iOs di GTA San Andreas.

Premessa personale contestualizzante: San Andreas è uno dei pochi giochi della generazione PS2 che mi dispiace non aver mai portato a compimento.
Mi dispiace a maggior ragione, essendo GTA una delle mie saghe preferite.
Ho ancora la PS2 collegata, dove stò già portando a termine l’ultimo Killzone.
Ma se penso alla grafica in bassa definizione, alla legnosità di alcuni aspetti, a come il gioco salvava nel vecchio sistema (con scarsità estrema di checkpoints durante le missioni), mi scendono a terra le padelle, ed il loro clangore mi rinsavisce e mi fa ricordare che ho ben altro rimasto da giocare su grande schermo.
Sottolineo questo “Su grande schermo“.
Si perchè non mi dispiacerebbe invece poter disporre di San Andreas nelle sessioni “riempitive” che delego ai device portatili. Al cesso, a letto, sul divano mentre la donna guarda altro in TV.
Ma, data la natura ed il gameplay abbastanza articolati del gioco, desidererei possederlo su un device che supporti controlli fisici.
Ecco fatto!
Ecco che il Moga e la comparsa di San Andreas su iTunes rappresentano la risposta a tutte le mie esigenze.
Almeno sulla carta.
Prima di gettare il cuore oltre l’ostacolo voglio ad esempio capire se la versione iOs di San Andreas fruisce anche di salvataggi adatti a sessioni più tipicamente “portable” (qualcuno che ha già scaricato San Andreas può illuminarmi in merito?).
Tuttavia, oltre a San Andreas c’è già un parco titoli interessante, anche in escclusiva, che può essere sfruttato con questo strumento (di seguito alcuni di questi):














Se la cosa prende piede, c’è da aspettarsi che lo standard si affermi e diventi un riferimento per gli smartphone del futuro e per chi vorrà pubblicare certi videogame su questi device.

Se ciò avvenisse probabilmente da qui ad un anno tutto lo scenario del portable gaming potrebbe subire una revisione di notevole portata:
Pensateci: questa combinazione incarnerebbe in modo quasi perfetto la definizione di Portable gaming così come oggi già viene di fatto praticata.
Già oggi portiamo sempre con noi il nostro smartphone, ed una volta a casa giochiamo a 3DS e Vita.Con questo faremmo la stessa cosa, ma avendo tutto in un solo device: l’iphone “nudo” che portiamo sempre con noi al lavoro, a fare shopping, in gita, e che alla sera, una volta a casa, colleghiamo al MOGA per poter estendere le potenzialità “gaming” del device.
Il “quasi perfetto” a cui mi riferivo sopra è dato dal parco giochi, che come sappiamo rappresenta sempre una variabile primaria: Nintendo e Sony, investendo di tasca propria sullo sviluppo, possono fregiarsi di esclusive di un certo spessore.
L’iPhone invece no.
Almeno fino a ieri.
Perchè oggi una sua prima grossa esclusiva ce l’ha: se voglio godermi San Andreas su device portable, non posso far altro che comprarlo su Smartphone.
A meno che non ne annuncino una versione per PS Vita.
E voi che dite?
Siete disposti a ridiscutere le vostre abitudini “portable”?
dai Farenz, San Andreas lo si finisce a occhi chiusi… impegnati!
lapsus, volevo dire Viperfritz
Devo dire che da quando ho uno smartphone ne ho scoperto piacevolmente le doti di retrogaming tramite emulatori.
Nulla più però.
A parte quello, ho sempre trovato i giochi nati per questi device come strutturalmente poveri (La roba di 20anni fa era decisamente più soddisfacente di questi minigame) e spesso se non sempre mangia soldi all’inverosimile.
Un gioco che mi fa ripetere lo stesso quadro ventordici volte per avere il minipotenziamentino che mi rende più figo nell’eterna ripetizione di 4 quadri in croce non ha nessuno scopo, nessuna arte, niente dietro, che non sia il cercare di frugarmi nel portafoglio.
Non è una nuova frontiera, è un fottuto cancro.
Quindi no, non li vedo come console portatili, per quanto nemmeno 3DS e Vita siano console portatili