Non chiedetemi perché, ma qualche giorno fa, forse colto da una crisi mistico-natalizia, mi sono ritrovato ad ascoltare brani musicali molto vecchi all’insegna di cling-cling-cling e jingle bells.
Canzoni quindi molto più vecchie perfino di me, tipo che se guardavi il cielo vedevi volare pterodattili.
Frank Sinatra.
Bing Crosby.
Dean Martin.
I classici di Natale insomma.
Da tale situazione – chi l’avrebbe mai detto – mi è partita una mia tipica shega mentale, forse l’ultima del 2014.
Quante volte nel corso diciamo dei miei ultimi 10 anni di vita, mi è capitato di ascoltare musica… diciamo non recente?
Oh ragazzi, sia chiaro… con “non recente” intendo proprio vecchia.
Elvis, Beatles, Rolling Stones, Davide Bowie… un po’ di tutto insomma.
L’ho sempre ascoltata, sempre l’ascolterò.
Certamente è sempre una questione di gusti personali, è ovvio, ma se da un lato rischio di passare per nostalgico (cosa che reputo assolutamente non vera) bisogna anche ammettere che un tale approccio “al vecchiume” non lo riscontro solo in campo musicale.
Pensiamo ai film.
In ambito cinematografico capita più raramente, perché in genere preferisco sempre vedere film nuovi, ma quando un film mi colpisce tanto (o magari è un super-classico tipo “Una poltrona per due” la sera del 24 dicembre) me lo riguardo sempre volentieri, magari una volta ogni X anni.
Ma più che sul riascoltare/rivedere un CD/film, mi vorrei concentrare proprio sull’approccio a contesti di 20-30 anni fa.
Musica sì.
Film sì.
Videogiochi… no.
E non capisco il perché.
E non credo nemmeno di essere l’unico a pensarla così.
Facciamo mente locale, partendo dalla premessa che le eccezioni esistono sempre e che il paragone è piuttosto azzardato. Secondo voi è più probabile che un ragazzo di oggi si metta a giocare a Pong o Space Invaders o che ascolti un cd dei Beatles?
È più probabile che si metta a giocare al primo Mario Bros. per Atari o che vada a recuperare un album dei Deep Purple uscito quando lui magari non era nemmeno nato?
Mi sbaglierò io probabilmente, ma forse a causa di un medium ancora relativamente giovane (specialmente se paragonato al cinema, alla musica o ai libri) mi pare che il videogioco sia un medium decisamente meno transgenerazionale rispetto a tutte le altre tipologie di intrattenimento che conosco e di cui anche io usufruisco.
Come mai?
Una risposta che mi do in maniera del tutto personale, e nemmeno vera del tutto, è che io consciamente o no senta maggiormente il bisogno di “stare sul pezzo” sia per passione personale, sia per questioni Angolari, nel senso che cerco sempre di essere il più aggiornato possibile e di giocare al gioco del momento o quasi.
Ma è vero in parte.
Perché anche negli anni prima della nascita dell’Angolo non potevo definirmi assolutamente un assiduo retrogamer.
Angolo o no, la colpa è comunque vostra.
Voi rispondete alla domande che ho posto poc’anzi, e magari raccontate pure la vostra esperienza e le vostre attitudini in merito.
Anche a voi i videogiochi sembrano meno multi-generazione?
Parlando per esperienza personale posso dire che,almeno dal mio punto di vista, per poter apprezzare in toto i giochi “del passato” ci devi passare…per esempio io ho avuto modo di crescere con lo SNES,inoltre non bisogna sottovalutare il fattore “me g’ho minga la bursa de sant’Omobon!” che porta a ricercare i giochi più datati se non addirittura a riciclare i giochi di fratelli o addirittura genitori per risparmiare qualche denaro.
Forse non è solo che i videogiochi rispetto ad altri media siano troppo giovani,è che hanno detto in precedenza i giochi di oggi vengono troppo spettacolarizzati (salvo eccezioni) perdendo il fattore fulcro ovvero il divertimento!
Guarda la cosa è più semplice del previsto… se prendi la musica poi…
I videogiochi si evolvono la musica no, nella musica al massimo vengono creati nuovi stili o nuove sonorità.
Mentre da un lato i giochi si evolvono sia sotto l’aspetto tecnico sia nelle dinamiche per interfacciarsi con esso, dall’altro la musica non muta di per sé, si arrichisce ma sempre musica rimane.
Certo ognuno ha i suoi gusti ma per i videogiochi non è così, perché un “solo gusto” puoi avere varie alternative… mi spiego:
se a uno piace il blues o il jazz, bene o male lo può ascoltare sia in chiave moderna sia più retrò, perché il filone rimane quello
se a uno piacciono gli FPS …beh c’è differenza tra un Far Cry e un Doom… è naturale che il videogiocatore sia indirizzato verso un prodotto più aggiornato… perché è più evoluto
Inoltre consideriamo anche il fattore multigiocatore, dove per forza bisogna confrontarsi con la presenza di altri giocatori, mentre la musica rimane qualcosa di più personale.
In sintesi la musica è qualcosa che prescinde il tempo e si basa solo sui gusti, invece i videogiochi mutano e il contesto in cui si trovano è fondamentale rispecchiando meglio l’esperienze più recenti.