Replay? altra pubblicità al gamestop?
No, assolutamente.
Stavolta si parla di videogames, nel senso più lato del termine.
I videogiochi li abbiamo analizzati spesso, in moltissime “salse”.
Qua sull’Angolo si parla spesso di divertimento indotto, di gameplay, di controlli e nonostante la mia quasi totale indifferenza, si parla anche di grafica.
Ma c’è una componente di cui (mi pare) ancora non abbiamo discusso.
La rigiocabilità.
Naturalmente non staremo qui a parlare nè di cosa sia, nè tantomeno di quale sia il gioco che avete giocato, finito e rigiocato per migliaia di volte.
Ciò che vorrei sviscerare con voi è un elemento che spesso viene trascurato: quanto è importante per voi che un gioco possa offrire un’elevata rigiocabilità?
Quanto incide sul vostro giudizio finale la possibilità di giocare per ore ed ore ed ore con lo stesso titolo?
Per me? Meno di zero.
Capisco benissimo che in questo discorso entra anche in gioco un altro elemeno molto importante, ovvero il valore economico di un videogame.
Quando ero pupo, la rigiocabilità di un videogioco era a dir poco FONDAMENTALE!
I miei genitori mi compravano i giochi per il compleanno e per la promozione, per cui questi titoli sarebbero dovuti “rimanere in vita” per tutti i mesi successivi.
Ora invece, potendomene permettere di più, un videogame per me ha vita molto breve.
Una volta giunto alla scritta “The End”, molto difficilmente verrà collocato di nuovo in una console (a meno che non voglia collezionare successivi achievements/trofei).
Quindi alla domanda “quanto incide la rigiocabilità sul giudizio di un gioco?” io rispondo “Per niente”.
Ma voi?