L’onesta difficoltà

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Oggi é un giorno triste, almeno per me.

Dopo tanto tempo, sono stato profondamente deluso da un titolo sul quale avevo aspettative sopra la media.

Premettendo che ciò che sto per raccontarvi é basato su un mero giudizio soggettivo, annuncio al popolo che il gioco che mi ha fatto defecare al punto da riportarlo in negozio dopo 48 oreè’ Lords of the Fallen.

Perché avevo aspettative alte? Paradossalmente per la sua mancanza di originalità.

Il mio genere di gioco preferito è rappresentato dagli action. Negli anni, se ne sono visti di ogni tipo, da quello frenetico e caciarone, a quello più tecnico ed elaborato.

Personalmente , non ho mai amato giochi come God of War , dove l’azione è per lo più  data da un (a mio avviso) insensato button smashing, ma ho sempre prediletto action più “impegnativi”  che richiedessero un approccio col pad più tattico.

Di esempi ne abbiamo a bizzeffe, ma se dovessi stabilire un “anno zero” di questo genere di gioco , che potremmo definire sottogenere di action , io penserei a quando nelle nostre xbox abbiamo infilato il dvd di Ninja Gaiden.

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Secondo me con Ninja Gaiden tutto è cambiato. E’ nato quello che Game Republic stessa all’epoca definì “Stylish Gaming” .

Per la prima volta , in gioco, l’abbattimento dei nostri nemici non avveniva semplicemente premendo i pulsanti come facevamo nei picchiaduro a scorrimento, ma ci venivano richiesti riflessi , precisione tattica e padronanza di un numero di mosse molto più elevato rispetto a quello a cui eravamo abituati.

Detto in questo modo , pare quasi che fossimo entrati in un’ epoca in cui gli action stessero per diventare più difficili e complicati, ma così non fu, anzi.

Perché? Perché la nascita di moveset complessi e di maggiori possibilità di approccio al combattimento ha , laddove il gioco era sviluppato con cura, generato un tipo di sfida che ho poi negli anni personalmente definito come “difficoltà onesta”.

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Pensate che sono arrivato a percepire e a definire questo tipo di difficoltà nei giochi, solo dopo aver versato lacrime e sangue su Demon’s Souls.

Il mitico titolo di Japan Studio/From Software/Bandai Namco era davvero stronzo: nemici da ogni parte ed ognuno di essi poteva potenzialmente farci il culo.

E se morivi si ripartiva da capo (o quasi).

Però ogni volta che morivo , avevo sempre la sensazione che “fosse colpa mia”. Capivo che dovevo migliorare la mia strategia dinanzi al nemico e al contempo raffinare la mia tecnica di combattimento.

Certo, non c’era la frenesia di un Devil May Cry o un Viewtiful Joe, ma come in essi, era tutta questione di concentrazione e precisione.

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La prova che , in caso di Game Over , lo stronzo fossi io e non il gioco , l’ebbi man mano giocando: il senso di gratificazione quando sconfiggevo orde di nemici senza morire o abbattevo boss mastodontici che a prima vista sembravano impossibili da sconfiggere, era a dir poco impagabile.

E quando questo succedeva era come se Demon’s Souls mi dicesse “Vedi? Io i mezzi te li ho dati e se ti ci impegni puoi farcela!”

Forse è stato proprio questo che mi ha fatto amare la serie souls e gli action sopracitati. E questo mio sentire è stato ovviamente amplificato dal fatto che nella mia carriera videoludica ho spesso e volentieri avuto a che fare con giochi che invece mi hanno messo in ginocchio grazie alle loro evidenti imperfezioni.

Vi ricordate il bellissimo quanto terribile Super Ghouls ‘n Ghosts?

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In quel caso non si trattava di una difficoltà onesta. Il nostro Arthur non sapeva saltare, o meglio, lo sapeva fare, ma era tutto molto impreciso ed affidato al caso. I nemici spuntavano quando me ce lo si aspettava ; spesso e volentieri quando ormai avevamo fatto un salto verso una determinata traiettoria , senza la possibilita’ di correggere il tiro o semplicemente di attaccare verso il basso in modo da non cadere sopra a quella che sarebbe stata morte certa.

Ma senza andare a ripescare i giochi della mia infanzia, guardiamo semplicemente Metal Gear Rising. Bel gioco? Personalmente direi di si. Impegnativo? Abbastanza.

Ma qual è il nemico numero uno in questo titolo? La telecamera.

Metal-Gear-Rising-Revengeance

Come posso io giocatore , dare il meglio di me, concentrarmi e compiere azioni precise contro i nemici su schermo, quando questi nemici non riesco a vederli perché la telecamera mi inquadra il deretano di Raiden?

E cosa succede se questo mi fa morire in game? Mi girano i coglioni. Perché il gioco è stato disonesto con me. La difficoltà in quel caso non é data dalla mia inettitudine ma da un chiaro difetto del gioco.

Tornando quindi a Lords of the Fallen, posso dirvi che, oltre ad averlo trovato terribilmente lineare e piatto nelle ambientazioni rispetto a un Souls (e non ditemi che non devo fare paragoni perché il titolo è nato con la chiara presunzione di emulare DS.DKS e DKS2, dall’uso degli item alle rotolate, alle parry, ai comandi , alle armi, etc etc etc etc ….) , mi sono imbattutto spesso e volentieri a morire a causa della goffaggine del personaggio (sono pure partito con la classe ladro che dovrebbe essere la più agile) , all’imprecisione delle schivate , alla difficoltà nello spezzare la guardia dei nemici, a delle hitbox del tutto discutibili e più generalmente a un feedback nel sistema di controllo non gratificante come quello di molti altri action curati in modo decisamente migliore.

So già che ora mi spalerete una valanga di merda addosso dicendomi che sono io che sono scarso , non ho pazienza e non capisco niente… e vi dirò ,  me la mangerò volentieri, ma quello che vorrei sapere io da voi è:

vi è mai capitato di avere a che fare con giochi che vi hanno estasiato con la loro “difficoltà onesta”? Quali? E quali titoli invece vi hanno fatto abbattere luoghi di culto a causa della loro cattiva programmazione?

Saluti e baci.

omegashin

 

 

Prova a cercare ancora!

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39 Più commentati

  1. Giochi di cui non mi posso lamentare per la loro difficoltà sono la stragrande maggioranza di giochi in cui puoi scegliere il livello di difficoltà con cui affrontare il gioco. Tra questi però, recentemente, uno che mi ha fatto imprecare tutti i santi e decidere di mettere via il gioco dopo una settimana, è stato Prototype. Sarò io che magari non sono bravo a fare combo e cose varie, magari sono abituato a giochi che bene o male se li giochi ad una data difficoltà quella è e quella rimane senza essere invaso da orde di nemici tutti uno sull’altro facendoti venire l’ansia e non capire che succedeva, ma purtroppo questo gioco che da un lato mi piaceva per la trama, sono stato costretto a metterlo via per la sua difficoltà per me elevata poi sono cose soggettive alla fine. C’è chi magari è più bravo e chi meno con certi generi

    • oddio mi hai riportato alla mente i vecchi tempi in cui passavo i pomeriggi ad imprecare su prototype, gioco a mio avviso stupendo, difficile al punto giusto da costringermi a finirlo e godere di quella bella sensazione di appagamento personale…proprio come la serie souls che ho amato, nonostante le innumerevoli ore passate su ds1 a dimenarmi tra ornstein e smough..se devo citare esempi di telecamere orrende mi viene subito in mente resident evil 5, che pur avendolo gratis con il plus mi ha fatto arrabbiare così tanto da disinstallarlo dopo pochi giorni (unico caso di ragequit della mia vita contro le telecamere)..spero che bloodborne mi tiri su il morale :)

    • ho avuto lo stesso problema… non é colpa tua, é il sistema di lock-on che fa cagare.
      l’unico consiglio che ti posso dare é quello di giocarlo a livello facile

  2. Le vecchie saghe di sonic (il classic sonic bello rotondetto con la pancetta insomma xD) mi hanno sempre dato una difficoltà onesta. non era ne troppo facile e ne troppo difficile. Il gioco dove capisci come agire e nel quale se muori o perdi non ti metti ad insultare dalla casa produttrice all’ultimo pixel destro dello schermo, ma semplicementr di dai del coglione.

  3. Ninja Gaiden l’ho portato avanti per un bel pezzo e l’ho amato, mai finito in quanto ho commesso l’errore di sopravvalutare le mie abilità…o forse perché a distanza di qualche giorno, mi era venuta voglia di un titolo più easy. Trascorso del tempo ho tentato di rigiocarlo, ma non ho retto la pochezza grafica di fronte ad uscite più recenti. Stronzo sono.

    GTA Vice City è stato il primo gioco della serie che ho concluso. Ci tirai belle madonne, ma che soddisfazione.

    Residente Evil 2 è stato un’altro di quei titoli che mi ha messo a dura prova. Finito con gusto.

    Ma la soddisfazione più grande in assoluto l’ho forse raggiunta terminando il primo Mario per Nintendo, alla tenera età di…quanto? 8-9 anni forse. Nun ce potevo credere (a tutt’oggi, il ricordo è indistinto, anche se per certo è successo).

    Tutto sommato anche io lamento un appiattimento generale della difficoltà nei giochi. Ma da un lato mi sta anche bene così, altrimenti troverei il tempo di chiudere un titolo solo da disoccupato.

  4. Ci sono le categorie di giochi “fair”(Megaman)e “unfair”(Ghost ‘n goblins), e poi c’è una categoria apposita per giochi come “Battletoads”, non so manco come descriverla

    • per quanto riguarda Battletoads, io lo metterei nella categoria fair, forse al limite con l’unfair.
      Io ho giocato il capitolo per Super Nintendo da piccolo (in Battlemaniacs) e ammetto di non essere mai andato oltre al livello con i serpenti da cavalcare, pero’ ad esempio, quello prima , quello del famoso tunnel organico
      (questo: https://www.youtube.com/watch?v=Zo-Kr2c92-Q ) all’epoca lo trovavo unfair per non dire impossibile, però , dopo tipo 2 mesi di tentativi, sono riuscito a superarlo.
      Il gioco non sono mai riuscito a finirlo poichè arrivavo al livello dei serpentoni praticamente esausto, ma sono convinto che se ci fosse stata la possibilità di salvare , forse , con moooolto impegno, sarei riuscito ad arrivare fino ai titoli di coda. Forse.

  5. a dire il vero pure il, da te citato, DMC, giocato a livello dante deve morire (almeno mi sembra…cmq quello che si sblocca dopo aver finito il gioco) porta a dover cambiare gli schemi di attacco, miscelando nemici da attaccare con luce o tenebra (o quello che era…maledetto Alzheimer :D)

  6. io sto apprezzando molto The evil within per il suo livello di difficoltá piú che onesto. poi avrávi suoi difetti ma é un gioco impegnativo, appagantw, e soprattutto un brand nuovo..mi piace a tal punto che poi rispolvereró Dark Souls etc. che avevo snobbato ai tempi perché lo consideravo frustrante. ora sono in una fase in cui invece voglio intendere il videogioco come una sfida..e mi sto divertendo molto.

  7. Ti cito un titolo che sto apprezzando in questo periodo: Bayonetta 2. A difficoltà “infinite climax” è davvero stronzo e devi essere perfetto, il gioco gira a 60 frame e non ci sono scuse: se sbagli la schivata e ti prendi una combo in faccia è solo colpa tua. E muori. Aspetto positivo sono i frequenti checkpoint, ovviamente ricominciare da posizioni avanzate e non dall’inizio della capitolo influirà sul punteggio finale che tiene pesantemente conto delle morti.

  8. Sonic The Hedgehog per Sega Master System, ci passai sopra diversi pomeriggi ma alla fine riuscii a terminarlo con immensa soddisfazione mia e dei miei amici che venivano ad assistere tutte le volte che ci provavo

  9. Bestemmia Gaiden 3, Stuntman, Midnight Club DUB Edition…

    Il primo aveva dei cali di frame talmente spaventosi nelle battaglie più concitate che la morte era certa e si dovera riprovare…senza contare i vari bug e la cappellata con la patch vestiti che causava il sistematico freeze (e necessario svuotamento della cache aggiornamenti per poi giocare non connessi)

    Il secondo… Reflections Interactive…una sciagura, spesso si finiva nei vari stunt in zone non “programmate” sprofondando in un mare nero all’infinito…oppure c’erano i pixel fantasma su cui andavi a sbattere, una fisica indegna, fenomeni di bad clipping..gente che ha dormito sugli allori di Driver.

    Midnight club Dub edition…sventrato la custodia, bastava sfiorare un checkpoint per perderlo, macchina che si ribaltava da sola in curva grazie ad una fisica ballerina, legge sulla impenetrabilità dei corpi spesso non rispettata…

    Quanto giochi che mi hanno messo onestamente alla prova cito Fallout 3, inizialmente ero tentato nel rivenderlo dopo 2 giorni frustrato dalla incapacità di evolvere e venire fraggato da nemici più potenti poi invece l’ho finito completamente sides incluse. Anche Fallout new Vegas specie dopo essermi fatto nemico la Caesar’s Legion ma con l’esperienza del 3 è stato più facile. Quanto all’era pre-poligonale Beneath a Steel Sky!

  10. io non ho mai finito alien hominid, e mi da fastidio.
    cmq io lord of the fallen lo giocheró volentieri tra qualche mese quando lo sistemano

  11. A differenza tua io demon souls non l’ho proprio digerito, ed essendo partito a giocare i souls da dark souls e dark souls 2 ho trovato i controlli un vero incubo, reattivi quanto un bradipo. Inoltre il tutto è condito dal fatto che devi per forza sconfiggere un boss per sbloccare quelle fottute pietre, ma vaffanculo!!! Quando mi sono accorto di ciò ho mollato tutto ed è diventato l’unico titolo che non abbia portato a termine per la sua “difficoltà” o meglio bastardaggine.

  12. la felicitá che ti dona uccidere il drago famelico non la ritroveró mai piú nella vita..forse il giorno della laurea ne proveró 1/4..comunque lotf é un titolo che giá dai primi video che fecero vedere definii: “la beta di un’espansione di dark souls” ma..percaritadiddio… ho comunque intenzione di giocarlo..magari in attesa del nuovo capitolo di from software

  13. oddio mi hai riportato alla mente i vecchi tempi in cui passavo i pomeriggi ad imprecare su prototype, gioco a mio avviso stupendo, difficile al punto giusto da farti provare quella sensazione di appagamento personale di cui mi sono innamorato..come con la serie souls. .unico caso di ragequit lo ebbi giocando a resident evil 5 a causa di una gestione della telecamera orrenda..disinstallato dopo poche ore di gioco, per ora confido in bloodborne e spero che esca un degno successore dei souls :)

  14. Versione riassuntiva: il bilanciamento della difficoltà non necessariamente è un valore che debba essere presente in ogni titolo.

    Versione lunga: per fare un parallelismo col mondo cinematografico, non tutti i film devono tassativamente essere La corazzata Potëmkin, film interessanti per il cinefilo e impegnativi, c’è spazio anche per film più leggeri, purchè si sia coerenti con quello che si vuole produrre.
    Schindler’s list e The One (ndS.: film del 2001 con Jet Li in cui la trama è MENARE) verranno necessariamente tratti diversamente, nel primo ad esempio sarà più importante la coerenza degli eventi mentre nel secondo dei combattimenti scenici. Non il viceversa.
    Tornando al mondo videoludico, un gioco privo di trama (o con la trama molto secondaria) mi aspetto che controbilanci questa mancanza con un lato “arcade” il più curato possibile, mentre in un titolo con trama tendenzialmente credo si possa chiudere un occhio essendo altre le finalità (ed essendo altri i parametri di giudizio).
    Questo perchè l’obbiettivo posto non è tanto la sfida di salvare la principessa, ma di raccontare una storia che, cazzo, deve essere interessante.
    Detto questo, smadonno come tutti quando ti trovi tra le mani un gioco in cui il livello di difficoltà deriva da poco testing o cattiva programmazione, la palma d’oro per il titolo più difficile che abbia mai giocato va indubbiamente a Dahna per MegaDrive in cui sono riuscito ad arrivare al massimo al 3 schema, tra bestemmie di una certa importanza, mentre sul fronte “titoli bilanciati” non credo di aver mai trovato (negli ultimi 10 anni di gaming) giochi che mi facessero maledire il Padreterno con la baca alla bocca per programmazione orrida come all’epoca. Certo, hai titoli in cui la camera fa un po’ il cazzo che vuole e che ti fanno schiattare (Resident Evil 2 dell’epoc alla fine non era una cattiva soluzione con la sua bella camera fissa, anche se passare da controlli del personaggio assoluti per poi cambiare gioco e trovarli relativi un po’ di fastidio lo dava), Dark Soul, Ninja Gaiden (più o meno a singhiozzo nel tempo dal megadrive/snes/gameboy – in cui la difficoltà non era della camera ma del gioco- sino ad oggi), ma non così a ingestibile e da erosione del fegato come ad esempio i movimenti di un Adventure Island per gamboy (in cui apparentemente ogni dannata superficie era fatta di ghiaccio, mortacci loro).

  15. Molti degli episodi di AVGN trattano questa tematica, basti guardare i 4 episodi su castlevania e la differenza che passa tra simon’s quest e castlevania 4, in uno la sfida è data dai pessimi controlli, e da una generale “legnosità” del personaggio, in un altra era dato solo dalla difficoltà del gioco essendo in pieno controllo del personaggio.

  16. Io ho recentemente giocato a Spelunky e il mio giudizio, inizialmente molto positivo, è stato inficiato proprio dal fattore della difficoltà per nulla onesta (complimenti per il termine tra l’altro, mi piace un sacco). È vero che i livelli sono generati casualmente quindi ci mancherebbe che fossero tutti perfettamente identici in quanto a difficoltà (sarebbe uno sforzo davvero non indifferente a livello di programmazione) ma in questo caso si passa dal facilissimo al quasi impossibile e questo per me è davvero snervante.

  17. Scusami, Alvise, ma una precisazione:
    l’accento di “è” verbo essere va grave, non acuto (quindi non “é”)

  18. Dioooooooooooo….quelli che scrivono così vanno epurati dall’esistenza col fuoco.
    (quindi ottimo modo per comunicare il livello di fastidio)

  19. Se con “onesta difficoltà” intendi un grado di sfida severo ma giusto che ti da grandi soddisfazioni, mi vengono in mente due titoli piuttosto recenti: XCOM Enemy Unknown, in cui in un soffio potevi perdere tutta la squadra che avevi potenziato a fatica ma che a missione compiuta ti faceva sorgere un super sorriso in faccia (anche se verso la fine del gioco a fare le cose per bene mettevi su una squadra di cristinterra), e Don’t Starve, titolo odiato da alcuni che, seppur impegnativo, ti tiene fisso sul filo del rasoio (anche se pure qui dopo un’ottantina di giorni di vita fondamentalmente ti scazzi perchè non hai null’altro da fare).
    Fra i fifty-fifty citerei Hitman Absolution, che effettivamente a difficoltà Difficile ti tiene molto incollato e attento a fare tutto come si deve, ma che poi inizia ad essere prevedibile in alcuni casi.
    Nei giochi con la difficoltà ingiusta, beh, farei una distinzione: ci sono ad esempio godzillioni di giochi in cui nel complesso la difficoltà è bilanciata, ma con picchi assurdi che dipendono solo ed esclusivamente dalla sfortuna, che nel mio caso è molto abbondante. Ed è così che mi sono ritrovato a smadonnare abbestia su Fallout 3 e NV, dove a differenza di Skyrim diventi Dio solo verso la fine del gioco e nel frattempo devi sudare per tirare giù i nemici, su HL2, quando i checkpoint spuntati a cazzo ti mettevano in un loop infinito di morti, o anche sul recente Shadow of Mordor, dalla difficoltà a mio avviso molto stimolante ma che a volte con un po’ di sculo ti fa aprire come una cozza da alcuni capitani overpowered, e da molti altri.
    E poi ci sono i giochi proprio sbilanciati…. Non me ne vengono in mente molti, a dirla tutta… Forse direi gli Zombies in CoD BO, in cui la mappa Five a certi livelli era impossibile anche con le persone giuste, o magari Warcraft Frozen Throne, con una campagna che mi era parsa veramente troppo difficile e sbilanciata (anche se ero un po’ pivellino quando l’ho giocato, quindi non so..)… Poi qualche livello stronzo di qualche Mario… Ah ecco! Anche la modalità Adventure di Don’t Starve e Minecraft: modalità studiate davvero a cazzo, in cui conta solo il culo e progettate come infattibili per un survival game.
    Se poi si parla di “onesta difficoltà ONLINE”, direi che l’unico titolo che ho giocato che veramente ti premia se giochi bene è Company of Heroes 2. La fortuna in minima parte c’è, ma non ci sono trickshot, lag, zergrush o spamming che tengono: tranne in rari casi, se giochi meglio degli altri vincerai e avrai soddisfazioni, e qui non ci piove.

    • Xcom enemy unknown non è difficile…è impossibile da giocare a difficoltà elevata!esempio : dopo un 20 min a controllare la mappa dispongo i soldati abbastanza vicini in posizioni sicure con ripari al massimo in posti sopraelevati , arrivano gli alieni , mantengo la posizione e comincio a sprarargli considerando che ho un buon 80 % di colpirli , manco tutti i colpi possibili immanginabili ; arrivano gli alieni , mi sparano dal basso, quindi con un malus e con un riparo al 50 % (altro malus) con una possibilità di colpirmi due volte al 35%…. colpo critico , colpo critico muore un soldato.
      ho lanciato il pad contro il muro e ho spento la console T.T

      • Lo sculo esiste, dobbiamo farcene una ragione. In generale però la difficoltà è alta ma ben soppesata.

      • Xcom è bellissimo ma questa è una cosa che non sopporto.
        Che strategico è un gioco dove sparando ad un nemico alle spalle hai una possibilità calcolata a cazzo di colpirlo?

        Un gioco dove stando dietro 6 muri e soprattuto fuori dalla linea visiva del nemico lui ti “vede” perchè la geometria del livello e il suo funzionamento è nota solo a dio, Adam Kadmon, Hideo Kojima e altre creature divine note solo come “Gli sviluppatori del gioco”.

        Un gioco dove, non importa quanta attenzione puoi mettere nello schieramento delle truppe, se hai sfiga e ti muovi di un quadrato di troppo ti ritrovi in uno scontro 4 contro 12 dove i nemici hanno un turno bonus per mettersi al riparo e possono sparare dalla copertura già al prossimo turno mentre tu devi usare l’ultima mossa a disposizione per portare il culo del tuo soldato di livello 999 al riparo perchè senza di lui terminare il gioco è impossibile (e nonostante questo soldato sia così pompato viene comunque one-shottato da tutti i nemici fino a metà gioco, quando finalmente ti procuri le armature dei cavalieri dello Zodiaco e diventi tu quello inarrestabile)

        Nonostante tutto questo però adoro Xcom e un giorno lo finirò ad Impossibile, costi quel che costi.

  20. Ninja Gaiden è l’action per definizione, non c’è nulla da fare.
    Un action migliore a livello di gameplay/meccaniche e difficoltà, ancora non è stato creato.
    Altro che Demon’s Souls o Dark Souls, provate a giocarvi i vari Ninja Gaiden alla massima difficoltà e poi vediamo per quale delle due saghe piangerete di più.
    Dark Souls alla fine è solo un try and error.
    Dopo che hai capito come mettere le stats e che sai già dove sono i mostri e le trappole, non muori più.
    Già alla primissima run, nei vari Souls, sarò morto una ventina di volte scarse; discorso diverso con Ninja Gaiden, dove anche a difficoltà normale, la prima volta muori ben più di 20 volte.
    Mi fà ridere vedere che la gente definisce i Souls giochi difficili, quando esiste un action come Ninja Gaiden.
    Certo, sono due tipi di action diversi, ma come difficoltà non c’è paragone.

  21. In verità il filone action/hack n slash lo a iniziato Devil May Cry non Ninja Gaiden.
    Sempre la saga di Devil May Cry l’ho trovata difficile ma giusta.

    • Si Devil May Cry è uscito 3 anni prima, ma secondo me è Ninja Gaiden il primo che ha dato quella sensazione di “perfezione di gameplay”. Con NG abbiamo toccato con mano per la prima voltaun controllo davvero completo e totale del nostro avatar. Come se il pad fosse quasi un’estensione delle nostre mani. Ne convieni?

  22. Che cosa ci trovi la gente nelle ambientazioni dei Souls non lo capirò mai… IMHO Lord of the Fallen, sotto questo aspetto, lo batte 100 a 0.

  23. Concordo pienamente quando descrivi la difficoltà dei Souls come onesta: hai sempre l’impressione che solo parte delle morti sia dovuta al caso, ma hai sempre gli strumenti per ridurre il caso e per superare qualsiasi spezzone di gioco.
    E’ una serie di giochi oggettivamente difficili: ricordo commenti letti su altri siti di giocatori stizziti che davano voti negativi a Demon’s Souls perché non riuscivano a giocarci. Questo non significa che siccome esistono giochi più complicati e tecnici questi diventino giochetti per bambini, come sembra intendere Vestar Voss, sono giochi che fanno comunque “selezione”, un esempio è un mio amico che adora gli action, adora i RPG, ma non ama affatto i giochi dove devi sputare sangue per ottenere a volte un minimo risultato. I Souls infatti non li sopporta, come non ha mai preso in considerazione i Ninja Gaiden (che, purtroppo, nemmeno io ho mai giocato).
    Non ho la PS4 ma l’annuncio di Bloodborne mi fa già vacillare… Sarebbe un ottimo motivo per acquistarla sebbene la filosofia di questa next gen non mi vada molto a genio…

    Riguardo, invece, giochi che ho odiato sicuramente il top nella mia classifica dei giochi da buttare nel cesso sono stati Fallout 3 e Oblivion. Comprati e tenuti non più di 1 mese e giocandoci un totale di 15 ore, prendendole insieme. Sarà la visuale in soggettiva, che mi dà la nausea, sarà il fatto che non mi sono adattato alle “meccaniche Bethesda” ma mi hanno davvero fatto schifo soprattutto perché li trovavo ingiustamente punitivi. Da qui, pur essendo un amante del genere Action-RPG, ho deciso di non dare più fiducia a giochi di questo tipo.
    Preferisco giochi come Two Worlds 2 (giocato tardi, con un comparto tecnico evidentemente non all’altezza delle alternative al momento in cui l’ho giocato, ma con uno stile di gioco che mi hanno fatto innamorare), The Witcher, i Souls etc.

  24. Bell’articolo! Sono anche io un fan della saga “souls”, e ne ho apprezzato davvero tanto il grado di difficoltà/soddisfazione… Mi ricorda molto i giochi di una volta, con boss enormi e incazzati e una mortalità altissima (con checkpoint quasi inesistenti). Difficoltà onesta, per l’appunto. Se si muore, il gioco può essere bastardo quanto vuoi, ma fondamentalmente te la puoi rifare solo con te stesso.
    Discorso ovviamente diverso con la difficoltà artefatta indotta da controlli imprecisi. Se sono venuto a contatto con simili scempi (Apparte il leggendario ghost and goblins, con cui ho all’attivo forse 20 minuti di gioco in 30 anni di vita) li ho evitati come la peste, e catalogati nel dimenticatoio mentale delle schifezze insieme ai seguiti del primo Matrix.

  25. Terminare giochi come Metal Gear Rising (quindi della categoria dei giochi scorretti, tra l’altro ho sempre sostenuto che in quel gioco la telecamera è il vero boss finale) ti da una sensazione paragonabile ad una trasformazione in Super Sayan di quarto livello. In pratica qualcosa che nessun Dark Souls, Demon’s Souls e altri giochi “onesti” ti darà mai.
    Ovviamente se il gioco non mi piace non sto a sclerarci sopra ma nel caso di Rising mi ha gasato tantissimo quindi ci ho dato dentro (dannate missioni VR) e l’ho finito.
    Un gioco che non mi attira molto e per giunta è fatto male lo lascio stare subito.

  26. Non ho mai amato gli action, ma quel genere di difficoltà onesta di cui parli tu la cerco sempre nei videogiochi, e la trovo, in genere, nei platform e nei puzzle game migliori.
    Non c’è niente come trovarsi davanti un nuovo livello di Super Meat Boy, in cui ogni salto è impossibile a una prima occhiata, ma in cui provando e riprovando (E RIPROVANDO!) si scopre che invece no, è possibile…. basta solo fare tutto perfetto!
    Ecco, quello mi da una grandissima soddisfazione!

  27. Hai tirato fuori un argomento a me molto caro, ovvero il fattore “culo” nei videogiochi. Anche io come te infatti odio morire per cause che non dipendono da me, ed esempi che mi vengono in mente sono quei giochi in cui non puoi schivare/parare mentre ti stai muovendo o compiendo altre azioni. Mi viene da pensare a devil may cry 2, cazzo in un gioco frenetico come DMC è normale che devo poter schivare in ogni momento, non posso tollerare che per fare una piroetta di merda io debba aspettare che Dante finisca di esibire la lunghezza del proprio fallo nell’uso della spada. Cosi come anche la telecamera già citata da te o comunque difetti che non dipendono dal videogiocatore.
    Tuttavia c’è una cosa che non condivido con te.
    Io detesto quei giochi in cui morire significa essere teletrasportati anni luce addietro, cavolo io ho una difficoltà? Fammi concentrare solo su quella difficoltà, non capisco perchè debba fare e rifare parti che ho già giocato e che ormai so a memoria. Perdo solo tempo e mi girano le scatole. Questo ad esempio mi ha dato un po’ fastidio nel primo DMC, dove se il boss finale di turno mi ammazzava mi toccava rifare tutta la missione da capo, missione spesso neanche cortissima e che tanto ormai avevo imparato a memoria. Come esempio positivo di tutto ciò invece posso portare Vanquish, gioco a mio parere stupendo che se giocato alla difficoltà leggendario saprebbe far innervosire un santo. Ricordo la battaglia con i due robot finali, di una difficoltà indescrivibile. Tuttavia nonostante i mille nervi saltati, io mi divertivo a cercare di sconfiggerli e quando morivo ripartivo direttamente da quella battaglia, senza altre rotture di scatole. Così, dopo ben 534 morti in quella battaglia (sì, ricordo ancora il numero) alla fine ce l’ho fatta e il mio gaudio fu immenso :)

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