Lo diciamo e ripetiamo oramai a cadenza giornaliera: qual è uno degli innumerevoli motivi che ci portano ad amare i videogiochi?
È ovvio, la possibilità di immedesimarci e calarci nella parte del protagonista della storia che stiamo vivendo, percorrere il suo cammino nella trama e vivere sulla nostra stessa pelle gli spaventevoli avvenimenti che capitano allo sventurato che risponde ai nostri comandi.
Il videogioco è pertanto una possibile fonte di alienazione quanto può esserlo un buon libro, un film di sapiente regia, ci consente di ‘uscire’ dai nostri panni per andare a vestire le megatette di Lara Croft o dell’avventuriero di turno. Ma cosa accadrebbe se piuttosto fosse il videogioco a cercare di emulare le nostre nobili gesta?
Vi siete mai chiesti come si sentono i veri protagonisti dei giochi per cui spendiamo tanti soldini e amore? Cosa deve voler dire poter impersonare NOI STESSI tramite un software di gioco?
Naturalmente il campo di applicazione più vasto di questo concetto, è il controverso ambiente dei giuochi “sportivi”: a cadenza annuale (e anche meno) un nuovo episodio di questi generi vede interi eserciti di atleti riprodotti fedelmente, partendo dalla mera apparenza fisica fino ad arrivare alle più precise doti di possesso palla, percentuale di arredamento, indice di cicciezza Wii Fit e resistenza REI all’infiammabilità.
Chissà cosa si prova a controllare se stessi in un videogioco? Cosa penseranno questi giocatori a manovrare il loro corpicino e le loro squadre d’appartenenza con un gioco realizzato con l’unico obbiettivo di cercare di proporre la riproduzione più fedele possibile dei vari protagonisti? E dover convivere con il pensiero di essere manovrati da un numero imbarazzante di utenti nel mondo, i quali procurano essi infortuni da rischio della vita, prestazioni stagionali scadenti, tuffi di fronte sulla traversa dopo una rincorsa per tutto il campo da calcio, imbarazzanti sconfitte tipo “Brasile 0 – 7 Aversa Normanna”?
E perché no, pensiamo anche ai vari protagonisti di film e serie TV.. cosa proverà William Santo Shatner a sentire se stesso impartire virili ordini all’equipaggio dell’USS Enterprise di Star Trek Encounters?
Ve ne vengono in mente altri? Come credete che vi sentireste?