Noi giochiamo. Bene. Perché? Cosa ci spinge a rubare ore preziose al nostro tempo libero e non, cos’è che ci tiene li incollati al sofà stritolando un joypad con la schiuma alla bocca?
Per sollazzarci? Per farci passare un po’ di tempo al sicuro dalla logorante frenesia della vita moderna? Certo, potrebbe essere..
Ma per qualcuno non è sufficiente..
In alcuni individui c’è una sensazione che prevale su tutte le altre: raggiungere la perfezione, ambire a scalare le vette più alte, investire tempo e denaro con un unico proposito: diventare il migliore.
Già dal paleolitico del videogaming, quando si giocava esclusivamente in apposite paradisiache strutture, il giocatore era spronato a dimostrare a se stesso e agli altri la propria abilità, andando a ricercare la supremazia assoluta in questo o quel gioco, in modo da poter scolpire per sempre il proprio nome nella lista dei punteggi record.
Avere le proprie tre letterine in cima alla lista è un’emozione che ancora oggi è difficile pareggiare. E quando non si è più potuto ottenere abbastanza dalla semplice serie di nomi e punteggi, in contemporanea con lo spostamento del videogame su piattaforma domestica e con la globalizzazione di internet, ecco che sono accorsi in nostro aiuto trofei, achievement, punteggi e premini avatar vari.
Ora, grazie alle moderne tecnologie, è possibile controllare lo stato di progressione con un gioco di un qualsiasi utente collegato alla grande matassa pulsante del web, vedendo ciò che costui è riuscito a fare di più o di meno di noi. Quanto male fa accorgersi che praticamente tutti i nostri amici hanno sbloccato il tremendo obiettivo su cui ci facciamo sanguinare gli occhi da settimane? Tanto quanto ci provoca fortissimo godimento la situazione inversa, quando riusciamo ad arrivare la, dove nessun uomo è mai giunto prima.
Da che mondo è mondo, la stragrande maggioranza di utenti console e non si accontenta di fare “il proprio”, di arrivare fin dove si riesce senza troppo sforzo e di passare poi ad altro. Invece c’è tra noi chi non si sente soddisfatto finché non è arrivato a poter fare del gioco ciò che vuole a suo piacimento, colui che se privato di un achievement su 57 non riesce a dormire la notte.
Egli si sforza per diventare punto di riferimento fra amici e nemici (ancora grazie, internet), per ambire alla fama e alla gloria che consentono 16 platini o 60.000 punti Gamerscore. Esso diventa un avversario temuto e amato, l’uomo da battere e al tempo stesso la mente divulgatrice di consigli e trucchetti. Insomma, il migliore.
Voi come state messi in proposito? Cercate di diventare fra tutti i più meglio o vi accontentate di navigare sull’onda dei meno peggio?