The Witness

The-Witness

Uscito dalla mente dietro il brillante Braid (che non ho giocato ma mi dicono fosse brillante), da ormai qualche giorno è disponibile per il download digitale quello che per me è il miglior puzzle game attualmente in circolazione.

Partiamo con due considerazioni: il genere ed il prezzo.

E` evidente che un gioco come The Witness non sia un gioco per tutti, principalmente per il genere di appartenenza, secondariamente per un prezzo ritenuto da molti eccessivo.

Vale la pena comprarlo? Si e no, o meglio: tutto dipende da quanto vi possa piacere risolvere enigmi basati sul tracciare una linea continua su una griglia seguendo determinate regole.

Personalmente lo trovo un titolo che vale la pena acquistare anche a 69euro ma sono consapevole che tale regola non sia applicabile a chiunque.

Ma andiamo con ordine: che cos’è esattamente The Witness?

I primi due titoli che richiama alla mente sono l’immortale Myst per il feeling generale dell’isola e Unfinished Swan per certi scorci particolarmente evocativi.

Il gioco inizia subito, si esce da un corridoio e via, nessun tutorial, nessuna spiegazione, nessuna ragione e nessuno scopo, solo un’isola, meravigliosa liberamente esplorabile sin da subito.

Pochi passi e si è già di fronte ai primi enigmi, le cui regole vanno comprese autonomamente.

Il senso di spaesamento è forte e non se ne va prima di 1-2 ore, ma poi si comincia a capire la morfologia dell’isola, si intuisce dove si deve andare e si inizia a fare sul serio con gli enigmi.

Gli enigmi: cuore principale del gioco che lo elevano al gradino più alto di questo genere, ma perché?

Per un motivo piuttosto semplice: per quanto possano essere complessi alcuni di essi abbiamo sempre tutti gli strumenti per risolverli.

Mi è capitato spesso in altri puzzle game o avventure grafiche di inveire contro i programmatori perché le soluzioni proposte si rivelavano illogiche o totalmente fuori di testa ma non ho mai avuto questa sensazione in The Witness.

Signore e signori ecco a voi The Witness in tutto il suo sfolgorante splendore! Perche` alla fine si tratta solo di questo e variazioni sul tema
Signore e signori ecco a voi The Witness in tutto il suo sfolgorante splendore! Perche` alla fine si tratta solo di questo e variazioni sul tema

 

Un altro punto a suo favore è la varietà degli stessi: se da un lato si tratta sempre di “indovinare” il percorso da disegnare su di una griglia costellata di simboli che determinano certe regole (ad esempio mantenere separati quadratini di colori diversi), la varietà di questi nonché il modo in cui il gioco rovescia di colpo le nostre aspettative spiazzandoci è geniale.

Sottolineo nuovamente che non è un gioco per tutti, per due motivi: il genere di appartenenza e la padronanza di un certo metodo di ragionamento non comune a chiunque: non che serva essere dei geni, intendiamoci, ma essere rincoglioniti in questo caso è un deterrente, e la voglia di ricorrere a qualche videosoluzione in alcuni punti è forte.

Ed ecco l’altra cosa geniale: il bilanciamento della difficoltà.

Premetto che non sono mai ricorso a videosoluzioni fino ad ora e sono a pochi puzzle dal completamento, ma ogni volta che ho risolto un enigma sul quale mi ero bloccato per ore non ho mai pensato “che grande che sono stato” quanto: “ma come cavolo ho fatto a non pensarci prima”, e questa è una cosa incredibile se ci pensate perché il gioco vi mette la soluzione sempre sotto il naso, ve la suggerisce, ve la spiega proprio tramite regole descritte tramite simboli, è li, sta solo a voi riconoscerla, ma il gioco è tremendamente onesto in questo.

Vi sono anche altri tipi di puzzle, alcuni non basati su griglie altri basati su pattern ambientali da riconoscere e ricreare con la giusta prospettiva e rendono ogni spostamento sull’isola una caccia al tesoro che scongiura il rischio noia.

Ah altra cosa: avrete sicuramente letto in giro che il titolo conta qualcosa come 7-800 enigmi e che per completarlo servano 80 ore.

Si, se giocate bendati forse.

Il gioco si può completare risolvendo circa 300 enigmi e il tempo necessario, sebbene possa variare sensibilmente in base alla vostra predisposizione dovrebbe essere mediamente sulle 15 ore, meno se siete svegli.

Insomma come avrete capito lo ritengo un gioco eccezionale che tradisce la sua natura indie solo per la sua tipologia e non per la sua realizzazione, in grado di rapirvi e di farvi riflettere sui suoi enigmi anche a console spenta, un consiglio: tenete sempre a portata di mano una fotocamera e un foglio con una penna, potrebbero salvarvi dalla nevrosi in più di qualche occasione.

Ale4

Prova a cercare ancora!

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29 Più commentati

  1. Io, sinceramente, mi sono pentito dell’acquisto. Ho adorato Braid, per me il miglior indie di sempre, e lo so che The Witness non centra niente con quest’ultimo ma proprio non riesco a farmelo piacere, mi ha annoiato praticamente subito, su 10 enigmi ne avrò capito si e no 1, non ho nè la voglia nè la fantasia di stare lì a capire cosa fare e come farlo, lasciato lì dopo mezzora di gioco con 0 voglia di riprenderlo :/

  2. L’ho preso al day one su Steam.
    Ero molto hypato e non sta deludendo le mie aspettative.
    Mi piacciono i rompicapi e purtroppo non è un genere che sforna capolavori del genere molto spesso, quindi non potevo che prenderlo al volo.
    Mi piace già soltanto osservare in quale modo sia stata disegnsta l’isola ed ammirarne i colori molto vivi e gradevoli, scattando screenshot in più di un’occasione.
    Purtroppo non ho la più pallida idea di quanti enigmi io abbia risolto fin ora.
    Non so su Ps4, ma su Steam non ho trovato alcun contatore che me lo segnalasse. Dovrei averne fatti circa una cinquantina.
    Trovo stupendo il fatto che l’ambiente circostante ti dia sempre costantemente il metodo e la guida corretta alla soluzione.
    Dipende tutto dalla nostra capacità di cambiare i nostri punti di vista, il modo in cui vediamo le cose che ci circondano.
    Davvero un ottima esperienza di gioco.

  3. non mi piacciono i puzzle game :(
    l’ultimo che ho giocato è stato Pneuma in regalo con il gold , l’ho finito senza guide abbastanza agilmente (a parte il fottuto enigma delle piastrelle sul pavimento blu che mi ha portato via 1 ora abbondante per riuscire a completarlo)
    il problema è che i puzzle mi fanno salire la noia , quando gioco preferisco rilassarmi e provare un tiolo che tende “scorrere liscio” con una trama da seguire e un gameplay definito.

    ho sempre un po’ snobbato i puzzle/rompicapi su console ritenendoli più titoli da fruire con il telefono/tablet quando sei seduto sul trono aspettando lo sforzo giusto

  4. Vorrei fare una domanda a chi l’ha giocato/lo sta giocando/lo vorrà giocare.
    Premetto che adoro i puzzle game e che non mi sono informato minimamente sul tipo di enigmi presenti in The Witness, con la solita paura di troppi spoiler riguardo un gioco che mi interessa.
    Leggo l’articolo di Ale e noto che si parla di quadratini, di griglie, vedo l’immagine nell’articolo e mi sorge un dubbio.

    Ma questo The Witness ha senso di esistere strutturato in questa maniera, oppure si tratta di un insieme di enigmi che potrebbero essere tranquillamente affrontati in un gioco dedicato esclusivamente a schemi di questo tipo, senza tutta la cornice “isolana” attorno?

    • Sì e no, la grande maggioranza degli enigmi disponibili sarebbero tranquillamente giocabili in uno standalone, ma esistono dei puzzle ambientali, in cui non bisogna anche guardarsi intorno.
      C’è anche qualche sfida extra fattibile solo con la struttura di isola in sé, ma personalmente non l’ho apprezzata particolarmente, quindi non sono sicuro valesse la pena di creare un’intera isola, dato il forte carattere locale degli schemi.
      Ciononostante, si può comunque considerare un metroidvania molto lite, visto che informazioni di soluzione sono spesso da procacciarsi in altri luoghi.

      • Metroid…. vania.
        Metroid….
        Informazioni… di…. soluzione… in altri luoghi.

        ….
        Altresì dicasi BACKTRACKING.

        Scaffale.

        • Parlare di backtracking in questo gioco per me e` totalmente fuoriluogo, e sicuramente non del e` tipo metroidvania.
          Siamo piu` dalle parti di un souls, nel senso che il gioco non ti dice dove devi andare e puo` essere che tu ti trovi di fronte ad enigmi che non sai come affrontare.
          A quel punto e` ovvio che vai da un’altra parte consapevole che li ci dovrai ritornare,
          ma volendo il gioco si potrebbe risolvere senza essere mai obbligati a tornare 2 volte nello stesso punto.
          Va anche detto che l’isola e` di dimensioni piuttosto ristrette quindi nonostante lo spaesamento iniziale ci si mette poco a familiarizzare con le sue zone.

          • Per me il backtracking, seppur implicito come tu ben dici, è presente eccome, ma io in generale non lo categorizzo automaticamente come feature negativa se è offuscato bene con densità di contenuti e velocità di trasferimenti.
            Per me the Witness ci riesce per un buon 70%, cioè ho sentito che la parte di gioco che ho dedicato ai trasferimenti fosse leggermente superiore a quella che desiderassi, visto che spesso volevo trasferirmi all’istante a qualche pannello che avevo visto in precedenza; c’è anche da dire che qualche volta durante i trasferimenti c’erano sorpresine interessanti da risolvere, specie nella metà gioco post-familiarizzazione e pre-memorizzazione, quindi in parte quel fastidio era sedato.

        • Non ho giocato The Witness, ma ci andrei piano a saltare a conclusioni del tipo “c’è il backtracking”. Anche negli adventure la soluzione degli enigmi è “mescolata” in diverse locazioni (altrimenti sai che palle). Il backtracking è una cosa differente: tornare indietro in locazioni già visitate senza progredire nel gioco. Non credo TW sia così, anche se potrei sbagliarmi ovviamente.

    • gran parte degli enigmi possono essere risolti solo guardando il quadro e i simboli presenti in esso, ma molti altri si basano sull’analisi dell’ambiente circostante e alcuni sono risolvibili non solo osservando ma dovendo anche interagire con esso. E qui la finisco senno` si rischia lo spoiler.
      Senza contare poi il gran numero di enigmi (opzionali pero`) che devi scoprire all’interno dell’isola sfruttando determinate prospettive o raggiungendo determinati punti.
      Va comunque precisato che l’esperienza di the witness e` tale anche per la cornice in cui si e` calati, l’esplorazione e` parte integrante del gioco che se ridotto ad una sequela di enigmi vedrebbe il proprio fascino seriamente compromesso e ridurrebbe probabilmente la voglia di proseguire.

  5. Farenz e Ale (ma anche gli altri) prendetevi The Talos Principle.

    • e` gia` nella mia lista dei desideri, ma lo giochero` piu` avanti, adesso ho un certo strigo sotto mano.

    • E se volete impazzire prendetevi anche l’espansione Road to Gehenna. Un altro gioco del genere dovrebbe essere il nuovissimo Firewatch.

      • Ma vedi uakiki, e` questo il punto: io non voglio impazzire, voglio una sfida interessante, stimolante ma gestibile, e tutto questo l’ho trovato in the witness.
        Piu` difficile non vuol dire per forza migliore, a un certo punto quando la fatica e` piu` del gusto io un gioco lo mando anche a cagare.

        • Perfettamente d’accordo con te! Infatti ho scritto “se volete impazzire” proprio perché il salto di difficoltà tra The Thalos Principle alla sua espansione è abbastanza consistente e lo consiglierei solo a chi si è mangiato in un colpo il gioco base.

          Altro discorso da fare per TTP (e poi basta OT) è che molti enigmi sono “nascosti”, cioè bisogna sfruttare quelli che sembrano bug del gioco per poterli risolvere. E’ una sensazione molto “anni 90” quando si usavano i trucchi in Quake per accedere in alcune aree tipo spararsi col bazooka sui piedi. A me questo è piaciuto tantissimo, anche se poi il DLC l’ho abbandonato a metà, ma conto di riprenderlo.

          Altro gioco del genere, che cito solo per fare lo sborone, è Miasmata.

  6. “tradisce la sua natura indie”

    Eh no cavolo, QUESTO è un gioco in pieno stile indie, non tradisce proprio un bel niente lo mette in mostra apertamente.

    Gli indie sono sono quei giochi orribili fatti da 15 enni che stanno imparando Unity, gli indie sono questa roba qui.

    • Completamente in disaccordo con la tua ultima frase.

    • si capisce che il gioco e` un indie dal solo fatto che probabilmente nessuna grossa major si sarebbe fidata ad investire denaro in un progetto simile, da qui se ne deduce che e` il titolo e` indipendente in quanto non ha subito influenze a livello creativo, ma come realizzazione siamo di fronte ad un titolo impeccabile.
      Lo avessimo dato in mando ad Ubisoft o EA probabilmente avremo perlustrato l’isola armati di fucile ammazzando qualche mostro qua e la.
      Per me questo e` quello che gli indie dovrebbero essere: titoli realizzati secondo una VISIONE indipendente, non semplici giochi di merda che la gente osanna perche` hanno la grafica a pixel o la musica chip-tune, soprattutto quando tali inni al capolavoro provengono da persone che l’epoca del 2D pixelloso non l’hanno manco mai vissuta.

      • Beh, un gioco è indie se il team di sviluppo non è supportato da un publisher, ma non è uno stile a sè stante.
        Certo, non avendo molti soldi per sviluppare il gioco, molti preferiscono utilizzare un comparto grafico inferiore ( grafica pixellosa, gioco bidimensionale o 2.5d ) per poi cercare di recuperare con un’estetica accattivante ed un buon gameplay, ma comunque esistono numerosi giochi indipendenti con un’ottima grafica.
        Ovviamente non sto sostenendo “tutti i giochi indie sono dei capolavori” anzi, sono il primo a dire che esistono immense montagne di merda sotto la categoria indie, ma non mi sento di condannare(o esaltare) a priori un gioco per la sua grafica (pixellosa o meno), anche perchè in realtà, al giocatore interessa soprattutto l’estetica più che la grafica(parlando del comparto visivo).

        • il giocatore casual cerca la grafica :P
          un vero giocatore cerca titoli che abbiano una loro identità e carisma che gli facciano provare emozioni.
          nel panorama indie al momento il massimo esponente è sicuramente Undertale , ha pixel grossi come carri armati ma come gioco sotterra di merda tripla A senz’anima iperblasonati e iperfinanziati.
          per favore giocatelo :(

      • “che gli indie dovrebbero essere: titoli realizzati secondo una VISIONE indipendente”

        Perfettamente d’accordo con te.

        Ma allora perché dici che questo titolo “tradisce” la natura indie? Questo titolo è la quintessenza dell’indie, è ciò che chiunque ami gli indie potrebbe volere in un indie. Una visione artistica separata da quella commerciale, il coraggio di esplorare generi poco battuti, un’estetica non banale ecc. ecc.

        Quando tu dici “tradisce la natura indie” è come se dicessi “è fatto bene, nonostante sia un indie che per loro natura sono fatti male”. Ma ripeto: gli indie NON (e sottolineo NON) sono giochi brutti fatti da un ragazzino in un pomeriggio con gli asset di unity, gli indie sono i giochi fatti come TW.

      • Curioso che vengano citate proprio EA e Ubisoft, che hanno pubblicato giochi come Unravel, Valiant Hearts e Child Of Light

    • Uakiki, rileggendo mi e` venuto il sospetto che tu volessi scrivere:
      “Gli indie NON sono quei giochi orribili fatti da 15 enni che stanno imparando Unity, gli indie sono questa roba qui.”

  7. Ciao Ale,
    posso chiederti (salvo che non sia spoiler) come si distinguono i rompicapi collegati alla “missione principale”, se così si può chiamare, dal rompicapo opzionale?
    Dal fatto che viene sbloccata un’area nuova nel primo caso, mentre con il secondo non accade nulla di rilevante al di lá della risoluzione del puzzle?

  8. Io passo, ho scelto altro, tra questi due “rompicapo”/”puzzlegames”:

    The Witness e Unravel, ho scelto Unravel. (lo sto scaricando, ci gioco stasera)

    The Witness? L’ho trovato leggermente alto come prezzo. (IMHO)
    Vedrò poi in futuro se prenderlo o meno.

  9. io l’ho preso al day2, dopo aver capito che non sarebbe uscita una versione retail, e ci sto giocando con gusto.
    per ora c’è il giusto mix di difficoltà e non è così frustrante.
    l’unica critica che mi viene da fare al gioco è che dopo un paio di ore che ci gioco, comincia a fumarmi la testa e mi viene un leggero senso di nausea…

  10. Comprato e dopo meno di 2 ore ho chiesto il refund.
    Adoro i giochi di questo genere tipo Portal o Talos ma questo poteva uscire tranquillamente su tablet e senza tutta l’inutile isola.
    Con le dita si disegnerebbe meglio la linea e si avrebbe la sensazione di interattività che con una tastiera o peggio un pad non si ha.
    Tanto hype per nulla.

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