Trama nei Videogiochi? Ma non diciamo cazzate!!

Più volte ho letto di gente commossa dalle scene di un videogioco.

Tante volte ho sentito inneggiare alla nomination all’oscar per certi videogames che meriterebbero persino più delle pellicole che poi vengono premiate.

Ma ci stiamo solo prendendo in giro.

La trama nei videogiochi di oggi è acqua fresca.

 

Si, mi rendo conto di essere un po’ provocatorio nelle affermazioni (ed anche nel titolo!) e se vogliamo un po’ estremo. In fondo la qualità della sceneggiatura di alcuni anfratti di gioco è innegabile. Tuttavia mi trovo ad osteggiare l’eccessivo fanatismo che porta spesso a parlare della trama dei VG come qualcosa di fantastico.

Che poi in effetti, il termine “trama” è un po’ fuorviante. Non è tanto il COME si evolve la storia, ovvero la sceneggiatura, ad essere carente, quanto la possibilità di veicolare emozioni umane. E qui mi ricollego all’articolo di Farenz sull’ammore come sentimento rappresentato nei VG. Non è possibile nei VG di oggi parlare di questi sentimenti ed essere al contempo incisivi come in una pellicola cinematografica, perché i videogiochi moderni mancano di un aspetto FONDAMENTALE per riuscire in questo scopo: mancano gli attori!

La recitazione è un aspetto imprescindibile per riuscire a veicolare i sentimenti umani, si tratti di amore, di tristezza, di disperazione, di comicità.

I personaggi video ludici di un gears, di un uncharted, di un final fantasy, hanno sicuramente compiuto passi da gigante nelle animazioni dei movimenti e nel dettaglio grafico, ma sono enormemente arretrati nella capacità espressive.

Pensate ad un film che è stato capace di farvi piangere, pensate all’interpretazione degli attori, e poi confrontatela con quella di una figura virtuale, ricoperta di texture effetto plastica, che possiede un centesimo delle capacità espressive rispetto a quelle di un umano…c’è un bel oceano di differenza!

In questo senso io un po’ rimpiango le scelte di alcuni giochi di fine anni ’90, in cui veniva fatto uso di FULL-MOTION VIDEO, con attori veri, per rappresentare le scene recitate per la trama.

Il videogioco ha poi abbandonato questa soluzione per far fare tutto agli attori digitalizzati: comprensibile sia in quanto a costi, sia per integrare maggiormente le scene senza avere un distacco tra la parte con attori reali e quelle giocate realizzate con grafica virtuale… tuttavia mi rimane il rimpianto del pensare a come sarebbe stato un Grand Theft Auto interpretato da Viggo Montersen, o Denzel Washington in carne ed ossa.

E poi gli investimenti fatti per recuperare in campo espressività non hanno compensato granchè il divario tra videogiochi e cinema.

In questo senso non posso che citare un gioco di cui ho ammirato gli sforzi: L.A. Noire. Sebbene non possa ancora dare un giudizio sulla resa finale, in quanto lo devo ancora giocare (maledette le mie manie da completista bipolare: non riesco a non tenermi i giochi più belli per il “dulcis in fundo”), mi ha molto colpito l’attenzione riposta nelle espressioni facciali dei personaggi. Per quanto siamo ancora ben lontani dall’oscar, mi sembra questo un buon passo verso la giusta direzione.

Eppure l’industria sembra recalcitrare, perché produzioni di questo tipo costano tantissimo in termini economici ed in termini di risorse hardware: “vuoi la lacrimuccia da oscar? Ti debbo togliere gli effetti krakatoa delle esplosioni, e i fulmini e saette che fanno tanto effetti speciali.”

Mmm… mi sembra di averlo già sentito questo discorso. Fammici pensare… ESATTO!! Lo stesso discorso che per tanti anni si è fatto con il cinema, e che continua tutt’oggi a sussistere: il budget è quello che è, quindi o si fa un film “spettacolarone” basato su effetti speciali, oppure si investe su attori di primo piano. Difficilmente le due cose riescono a coesistere.

Però almeno il cinema offre entrambe le proposte, non come i videogiochi che continuano a concentrarsi su azione ed effetti speciali.

Per carità, da un lato i VG sono giustificati: per quanto le emozioni siano importanti, quindi lo sia la recitazione, l’interazione (il gameplay) deve sempre rimanere in primo piano.

Tuttavia, visto che in particolare comincia ad esserci la richiesta di videogames con componenti di trama sempre più accentuate, di strada ce n’è da fare ancora tanta.

Ma del resto la motivazione è semplice: il mercato dei videogiochi è ancora estremamente giovane. Non tanto basandosi sulla data di nascita dei VG, bensì su quella dei loro fruitori. E’ un mercato che è partito rivolgendosi principalmente ai più giovani, e solo in questi anni coloro che sono cresciuti con i VG stanno facendo i primi capelli bianchi e di conseguenza, aumenta l’esigenza di contenuti più maturi.

Tutto questo per dirvi che sì, apprezzo gli sforzi che vengono fatti, ed ammiro e sostengo il gioco che sa darmi qualche emozione in più rispetto alla media, ma non venitemi a dire che i giochi di oggi possono rivaleggiare in quanto ad emozioni espresse, ed in quanto a sceneggiatura, con le pellicole da oscar.

Che le battutine e le scenette di un Uncharted, per quanto simpatiche, sarebbero da filmino da adolescenti del sabato sera. E se volete dare l’Oscar a robe simili, o siete, appunto, under 16, oppure di film davvero profondi ne avete visti davvero pochi.

Il giorno che mi emozionerò in un VG come per un Bardem né “Il Mare Dentro” o anche solo come in “Non E’ Un Paese Per Vecchi”, se mai questo avverrà, vorrà dire che il settore avrà realmente svoltato. Nel frattempo se è quello il tipo di emozioni di cui sono alla ricerca, so che devo armarmi di telecomando e pop corn, invece che di joypad e nutella.

 

E voi? Avete abbastanza primavere alle spalle per aver vissuto il periodo dei giochiinfarciti di Full-Motion Video?

Ritenete Heavy Rain in grado di rivaleggiare con un Fight Club, o con The Million Dollar Hotel?

Avete davvero ritrovato in una qualche interpretazione videoludica qualcosa del calibro dei migliori De Niro, Nicholson, Hanks, Penn, Hepburn….?

Prova a cercare ancora!

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Il Game Pass è il cancro dei videogiochi?

Beh? Mi sembra di aver scritto l’altro ieri l’ultimo articolo ed invece… Mi è nata ...

449 Più commentati

  1. E’ incredibile come il discorso sia stato completamente travolto.
    La maggior parte dei commenti che ci sono è di gente che preferisce i giochi ai film. Tutto questo è ok, ma vi ritenete cinefili o almeno appassionati di film? Perché alla fine la differenza sta lì. E’ facile schifare un genere di musica se non lo si conosce e se lo si confronta sempre e comunque al preferito.

    Per ora al livello di interpretazione e comunicazione mi esce difficile trovare un gioco che si confronta con i miei film preferiti. Non per altro, ma anche perché i giochi son giochi dopo tutto, trovo che non possano toccare certe corde che riescono a toccare i film.
    Per fare un esempio terra terra, la scena finale di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” è qualcosa che non solo nei giochi difficilmente ci sarà, ma è praticamente impossibile da rendere in un gioco che non ha ciò che ha il film dietro, e se il gioco ha il film dietro, beh, non ha il gioco.
    L’interazione che abbiamo noi nel gioco è sia la parte migliore che allo stesso tempo un handicap. Nei videogames c’è sempre il problema protagonista, inutile elencare personaggi come crono o link, dove il protagonista è muto per poter immedesimare meglio il giocatore, infatti nei giochi dove il protagonista ha una sua personalità spesso c’è il problema che questa personalità non sia chiara al giocatore, rendendo il tutto un po’ “strano”, i casi che mi vengono in mente sono in giochi come xenogears o i final fantasy, dove comunque ti mettono di fronte a scelte che non è detto che rispecchino il tuo comportamento o quello del pg.
    A me personalmente lasciano sempre straniato, perché non cerco di seguire quello “che farei” ma quello che trovo in linea col personaggio.
    E personalmente non mi piace, trovo il tutto troppo confuso.
    Non è che non apprezzi le trame intricate nei videogames o chissà che, ma trovo questo un problema che in un confronto con i film non mi si presenta, perché lì non mi devo immedesimare in nessuno e devo solo capire i personaggi, non guidarli.

    Mentre scrivevo mi è venuta in mente un altra cosa, non so se avete presente Fahrenheit, di quel gioco ne ho sentite di tutte i colori, molti che appunto lo equiparavano a un film e dicono che è bellissimo, anch’io l’ho equiparato a un film per certi pezzi, ma che film?
    A livello di giocabilità risulta “divertente” e all’inizio sembra interessante anche la storia(l’inizio sopra tutto mi era piaciuto, molto interessante) però con l’andare del gioco questo si perde, cioè, ho trovato la storia una buffonata che non finiva più con picchi di ilarità mai raggiunti(il combattimento a la matrix ? ahah) e cioè, non è normale, voglio dire, in un gioco ci sta benissimo un combattimento, però al punto in cui era il gioco la componente gioco l’avevo persa da un po’ e mi sembrava più un film interattivo. Penso che sia un problema comune nei giochi, perché si deve comunque sia “giocare”, è difficile spiegare il concetto, però trovo che rendere certe storie, certe situazioni, sia più semplice raccontarle attraverso la telecamera che un joypad.
    Per il resto non nego che molti giochi mi hanno fatto emozionare a loro modo, ma il livello di poesia che ci ho trovato dietro è molto minore a quello che ho trovato nei film.

    • Per ora al livello di interpretazione e comunicazione mi esce difficile trovare un gioco che si confronta con i miei film preferiti. Non per altro, ma anche perché i giochi son giochi dopo tutto, trovo che non possano toccare certe corde che riescono a toccare i film.”

      Eccone un altro che il senso dell’articolo l’ha capito.

      Ah, e grazie anche per la citazione di Fahrenheit, altro ottimo esempio di sceneggiatura sopravvalutata.

  2. “La maggior parte dei commenti che ci sono è di gente che preferisce i giochi ai film. Tutto questo è ok, ma vi ritenete cinefili o almeno appassionati di film? Perché alla fine la differenza sta lì. E’ facile schifare un genere di musica se non lo si conosce e se lo si confronta sempre e comunque al preferito.”

    Quindi, non so se era implicito nel tuo commento, ma può benissimo valere anche il contrario.

    • No scusa, è un sito di videogiochi questo, non di film.

      • Si, ma il discorso del è facile schifare una cosa se la si confronta con la propria preferita vale per entrambi i punti di vista, o no?

        • No, perché la mia frase completa comprende anche un “se non la si conosce”.

          • Tu conosci sia film che videogiochi e sei su questo sito che parla di videogiochi e non di film, quindi perché dare per scontato che tutti gli altri siano ignoranti in materia di cinema?

        • Insomma, a parte che di tutto il mio post non credo che quella sia la parte più importante, ma il senso pensavo fosse abbastanza chiaro.
          Mi è sembrato che molta gente che non sapesse molto di film, ma anzi, si sia messa ad attaccare l’autore dell’articolo per partito preso facendo comparazioni che in realtà necessitano di una cultura in ambedue i frangenti.
          Non tutti, alcuni.

          • Si, ma il resto dell’intervento è sacrosanto, ci mancherebbe, solo non capivo la premessa. Comunque a mio avviso sono media diversi che propongono metodi di narrazione diversa, quindi, conoscenza più approfondita o meno di uno dei due, non penso si possa decretare universalmente quale dei due sia il migliore. Anche se capisco che i videogiochi possano essere visti come un mezzo non ottimizzato o mal sfruttato in confronto a un media canonizzato e storicizzato come il cinema.

          • Ossantamiseria!!!
            Ma non ho MAI, dico MAI inteso decretare film o videogiochi MIGLIORI uno dell’altro, perchè appunto è impossibile in senso assoluto, non si possono paragonare oggettivamente, non esiste dire che uno è meglio dell’altro.
            Lo si può dire a livello soggettivo, e personalmente se mi si chiede quale PER ME dei due sia “migliore”, cioè quello preferisco, naturalmente rispondo I VIDEOGAME.

            Richter è stato acuto, perchè ha messo in evidenza come gli utenti, con i loro commenti, dimostrassero due possibili cose: o una posizione difensiva aprioristica nei confronti dei VG, probabilmenmte avendo inteso a loro volta che si cercasse di stabilire se i Film fossero meglio dei VG in generale, e non in quei singoli aspetti, oppure una scarsa competenza e conoscenza del media cinema, giacchè gli esempi che son stati fatti cercavano di paragonare alcune sceneggiature che, per chiunque mastichi realmente critica cinematografica, è abissale porre sullo stesso piano.

            Le osservazioni sul fatto che i Videogiochi fanno meglio altro, che son fatti prima di tutto per, che hanno tempi diversi….tutte giustissime, quasi ovvie, nessuno le discute.
            Infatti non erano le altre parti del videogioco ad essere messe in discussione, bensì proprio le parti narrative, quelle che esplicano una sceneggiatura, quando l’interazione si blocca, e si diventa spettatori, proprio come in un film.

          • Il punto è che per come la vedo io quello che può dare un film lo dà un film e quello che può dare un gioco lo dà un gioco.
            Non dico neppure io quale meglio e quale è peggio, solo che trovo goffi molti tentativi che ho visto.
            Per spezzare una lancia a favore dei giochi trovo che sia impossibile dare lo stesso effetto che si ha nel giocare shadow of colossus o ico in un film, e chi li ha giocati sa bene cosa intendo a livello di poesia nel gioco.

          • Ma infatti, credo che alla fine li accomuni solo il processo del “raccontare qualcosa” (e nel videogioco, a differenza del film, lo può fare sia il media, che l’utente – come avviene ad esempio in titoli come The Sims). Cero, il videogioco ha fatto poi propri, per forza di cose, gli espedienti di costruzione audiovisiva sperimentati e inventati dal cinema (il cinema non può che essere maestro in questo campo, ma non c’è nulla di sbagliato in ciò: il cinema stesso è stato a sua volta discepolo di altri media precedenti quali cinema e letteratua); d’altra parte, è cieco però non voler riconoscere che il cinema stesso si sia lasciato contaminare dall'”iconografia” videoludica, ma questo è un altro discorso XD.

          • Volevo dire teatro e letteratura >_<.

          • Viper, infatti stavo parlando con Richter.
            Comunque, perdonami, ma a che pro giudicare la sceneggiatura di un videogioco con i criteri cinematografici? Che forse la critica letteraria o teatrale giudica le sceneggiature filmiche? O che gli esperti d’opera si mettono a fare le pulci ai musical? Sarebbe come pretendere che esperti nel campo fotografico utilizzino i loro criteri per giudicare un dipinto o una scultura.
            Ogni media ha le sue regole costruttive e come, ad esempio, la scrittura di un fumetto va riadattata prima di divenire animazione, lo stesso dev’essere per i videogiochi.
            Il fatto poi che non tutti i videogiochi abbiano storie ben scritte, non significa che il media sia inadatto alla narrazione: le schifezze sopravvalutate e osannate arrivano anche al cinema e in libreria.

          • Yume, mi sembra di nuovo tu stia prendendo la singola critica alla narrazione nei videogiochi, ingigantendola e contaminandola con altro.

            La critica letteraria giudica le sceneggiature dei film?
            Assolutamente si: uno sceneggiatore è prima di tutto uno scrittore. E le sceneggiature ricevono premi anche in ambito letterario.

            Certo che laddove ci siano aspetti comparabili, vi può essere un giudizio.
            E’ ovvio che giudicando un gioco, va tenuto conto delle sue dimensioni: Alan Wake ha una sceneggiatura FANTASTICA se lo giudichiamo all’interno dell’ambito videogiochi. Ma è una sceneggiatura che diventa solo DISCRETA se confrontata a quelle proposte in ambito cinematografico, aventi lo stesso tema.

            Insomma il videogioco nella narrazione deve e può ancora crescere.
            L’esempio della recitazione e dell’espressività dei personaggi era solo una delle componenti che aiuterà questo processo, così come l’adottare colonne sonore di qualità sempre maggiore (ed integrate sempre meglio nel contesto), e l’assunzione di sceneggiatori con i controcaxxi, non dando in mano la parte a Cage, che ha sì buoni propositi sperimentali, ma non regge il confronto nel campo sceneggiatura.

            Ma mi piace prendere ovviamente anche gli Anime: sto giocando Final Fantasy XIII in questi giorni, e che differenza rispetto agli sceneggiatori di fumetti ed anime…per non parlare dei tempi della regia, che lascia i personaggi ansimare a livelli imbarazzanti! (Aaaahh…..eh!……oooh!….ihe!…….OHMYGOD!!!! XD )

          • Scrivere una sceneggiatura per un film non è come scrivere un libro. Le sceneggiature ricevono premi in ambito “letterario” nel loro campo, non di certo in confronto a libri o scritti di altro genere (certo, sempre che poi l’autore non decida di trarne un romanzo).
            La sceneggiatura di un film non andrà mai bene per un videogioco, come un libro non può diventare un film seduta stante: tutto va adattato e studiato per il media su cui verrà proposto, proprio come non si può pretendere di utilizzare i colori ad olio per fare fotografia di paesaggio.
            Il videogioco può e deve assolutamente crescere, come d’altronde qualsiasi altra cosa umana: tutto è migliorabile nell’infinito tendere alla perfezione.
            L’espressività iperealistica e umana non è fondamentale ai fini narrativi, altrimenti film d’animazione come Il Re Leone sarebbero considerati prodotti indegni (la percezione umana non necessita di molti elementi per distinguere una figura umana in uno scarabocchio, figuriamoci recepire un sorriso – gli esseri umani vivono anche di icone, simboli, similitudini e metafore).
            Ci sono serie, come ad esempio quella di The Witcher, che prendono la loro trama da un libro (ma ci sarebbe anche il recente Kingdoms of Amalur: Reckoning scritto da R. A. Salvatore): più di avere un buon scrittore alle spalle cosa dovrebbero fare?

            Guarda, con tutti gli esempi a disposizione proprio FFXIII? E nonostante questo, sai quanti film/anime/manga/libri più scadenti posso citarti?

  3. se sto ripetendo per la millemillesima volta la stessa cosa detta da quelli sopra di me, vi prego di scusarmi, sinceramente non ho voglia di leggermi 5 pagine di commenti.

    mh, effettivamente gli altri sono stati un po’ duretti con i commenti… ma questa volta mi devo trovare in disaccordo con te: la trama secondo me dev’essere il muro portante di un videogioco, e alcuni di questi mi hanno davvero, davvero lasciato a bocca aperta; un videogioco, secondo me, deve poter appassionare e catturare una persona, e a modo suo fargli vivere momenti commoventi, divertenti o comunque significativi.
    poi alla fine la diversità è bella, ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, e mi sembra tutto sommato normale che tu la pensi così, che sei cresciuto tra gli space invaders e i pac-man… che vuoi che ne sappia di videogiochi un piccolo BM di 13 anni…

  4. Viper a me è capitato di commuovermi durante una partita ai videogame.
    I primi titoli che mi vengono in mente sono metal gear solid 3 (durante il discorso finale), metal gear 4 e 2 capitoli di yakuza (il primo e il terzo).
    E quello che mi ha commosso maggiormente è stata proprio l’espressività dei personaggi.
    Con questo tuo discorso sembra quasi che i videogame non possono emozionare solo perchè sono ”finti”
    Ricordo che anche un cartone animato può farti piangere. Eppure sono solo disegni.

  5. Io non ho capito questo articolo.
    Vuol dire che nemmeno i film d’animazione, 3d, 2d che siano, non possono essere espressivi come dei film? E gli anime allora?
    Portal 2 mi ha fatto commuovere sul finale, eppure non si vede mai una faccia umana che parla in tutto il gioco, solo voci e robot.
    E in ogni caso non mi sembra che viper parli di trama, parla di recitazione.
    Perché i film di riddick hanno nel complesso una buona trama, anche se Vin Diesel è espressivo quanto le suole delle mie scarpe, per fare un esempio.

  6. Quando leggo questo: trovo che non possano toccare certe corde che riescono a toccare i film.”

    Posso solo dire che lo stai dicendo in maniera assoluta e questo è sbagliato.

    Si perchè se a tè non toccano certe corde non vuol dire che ad altri non possano farlo,

    Sarebbe come dire che chi si commuove davanti ad un bel quadro è uno stupido, ma per fortuna così non è.

    L’arte è arte e basta e i VIDEOGAME lo sono (impegno per la narrazione, musiche che seguono l’azione come nei film,suspance)

    Se Ennio Morricone non avesse fatto i capolavori che ha fatto tanti film non avrebbero avuto quel qualcosa in più che li distingue.

    Io adoro la musica e trovo che una buona parte del film sia sorretto anche dalla musica, si perchè oltre alla fotografia, la recitazione, le scenografie, senza la giusta musica una scena può essere vuota.

    E quindi ben venga che qualcuno si commuova davanti ad una scena di un GAME, vuol dire che ha capito in pieno cosa il creatore forse voleva trasmettere.

    • Certo:

      ci mancherebbe che i videogame non fossero arte
      ci mancherebbe che non ci si possa commuovere per videogames o quadri
      ci mancherebbe che la soggettività sia indiscutibile.

      tuttavia mi sembra innegabile che i film posseggano un potenziale drammaturgico sensoriale nettamente vantaggioso: proprio per quel mix che tu stesso citi, e che mischia musica e colonna sonora epiche, regia intensa, recitazione sentita…la narrazione riesce a colpire più facilmente in questo modo.

      Poi la soggettività rimane soggettività, ma è anche vero che negare questo potenziale mi sembra un pò cieco.
      E per cieco intendo confrontarsi con la realtà:

      prendiamo le persone che ammirano un quadro, un museo
      prendiamo le persone che leggono un libro
      prendiamo le persone che vivono le gesta di un videogame

      A fine visione, a fine lettura, vediamo quanti si sono emozionati sino a lacrime e fazzoletti, quanti hanno versato a fatica una lacrimuccia, e quanti invece serbano un semplice ricordo artistico.
      E’ chiaro che poi un videogioco fa altro meglio (ti immedesima, ti fa esplorare mondi) che un libro fa meglio altro (ti fa lavorare con la fantasia, ti fa ponderare e riflettere) che un quadro fa meglio altro (ti arricchisce culturalmente, ti mette alla ricerca delle chiavi di lettura)…
      Ma è narrazione e drammaturgica a cui io mi riferisco, non all’altro.

    • Kuraido, dal tuo post mi è sembrato che stessi rispondendo a me, viste le citazioni.
      A parte che la mia frase era “Per ora al livello di interpretazione e comunicazione mi esce difficile trovare un gioco che si confronta con i miei film preferiti. Non per altro, ma anche perché i giochi son giochi dopo tutto, trovo che non possano toccare certe corde che riescono a toccare i film.” quindi del tutto da un punto di vista personale, ergo, niente in forma assoluta come hai pensato mentre rispondevi.
      Ma poi l’esempio che hai fatto non c’entra scusa.
      Il cinema è una forma d’arte, come tale forma a sé non può essere comparata in senso assoluto da altre arti.
      E’ come se mi mettessi a confrontare un quadro con un’aria di mozart. Non è possibile, sono 2 insiemi differenti, almeno nel senso obiettivo della comparazione, perché se poi parlo in senso soggettivo, cosa che faccio sempre e non credo di dover scrivere “secondo me” “imho” o quant’altro, posso comunque avere delle preferenze del tutto naturali e giustificate a livello personale.
      Quindi andando nello specifico dell’argomento io preferisco il cinema sul suo campo, ma che sia chiaro, col mio bagaglio di conoscenze è anche normale che magari non percepisca certe scene dei giochi come se non fossero tutto questo granché probabilmente ho un palato più fine sul genere cinematografico e quindi quando vedo citazioni o comunque prove di altri film nei giochi(per fare un esempio terra terra, tra le citazioni di alan wake c’è twin peaks, magari chi non ha mai guardato twin peaks ha trovato l’ambientazione molto più “originale” di come l’abbia trovata io) non mi sorprende più di tanto.
      Però lascia che mi spieghi meglio, perché non voglio che il discorso si limiti alla semplice copia e riproposizione di pellicole nei giochi e comunque vorrei proprio ricentrare l’argomento principale.
      Parlando di trame io ho visto parecchi film, non un infinità, però sono abituato in una certa maniera e questo fa sì che posso sì apprezzare sicuramente la trama di un gioco in una determinata maniera, con modestia lo sto dicendo, senza nessun tipo di boria, però questo prende anche i suoi limiti allora. Ci sono giochi dove la trama abissa completamente il gioco e non sempre è la cosa migliore, per fare un esempio terra terra, metroid other m(che a me è piaciuto davvero molto come gioco) ha tipo un ora e mezza di video, non so se avete idea di cosa vuol dire una cosa simile in un gioco del genere, a tratti diventava pesante, tanto è vero che le scene da “filmato interattivo” certe volte funzionavano e altre volte per niente(la modalità “detective” diciamo, bella idea, ma mi è capitato che per i livelli di definizione del gioco una macchia verde mi sembrava un ammasso di pixel; anche le parti dove cammini con una telecamera alla RE4, sono scene che servono solo per la suspense, ma in una parte in particolare camminare in quella maniera era terribilmente frustrante e noioso, proprio perché c’era l’idea che doveva dare suspense da film horror, quindi non potevi fare altro che camminare, non era stata sviluppata troppo bene), quindi in quel caso, dopo che un gioco ha una componente storia così pesante( e non lo dico per minutaggio, ma perché ce l’ha) è normale che giudichi con altri occhi anche quella e da quel punto di vista la narrazione non è tutto questo granché noto che hanno osato molto e questo non mi garba, perché per i miei gusti non c’era tutto questo bisogno di premere su quel tasto, sul tasto “resa cinematografica” che per intenderci.
      E’ un opinione del tutto personale, trovo che i giochi abbiano altre vie per esprimere emozioni e il fatto che si veda “la via cinematografica” come se fosse l’unica mi mette a fare un confronto per forza di cose, a quel punto, per come sono abituato, scusami tanto ma preferisco lasciare il suo lavoro a chi lo sa fare, almeno allo stato attuale delle cose, si deve sperimentare ancora tanto prima di trovare un connubio che dia trama intricata a giocabilità senza che la prima superi la seconda e che risulti comunque interessante.
      Per il momento mi capita di vedere la cosa come se in un film mi sparassero 20 minuti su 90 di pagine da leggere per capire determinate parti, cioè, non ha senso, che vuole fare il film, aveva pochi attori e quindi quelle parti sono scritte, neppure narrate?
      E’ normale che magari giudichi anche lo scritto a quel punto.
      Certo, l’argomento è molto più vasto, si potrebbe trattare delle sperimentazioni visive e musicali e quindi parlare di quello in quanto sperimentazioni e giudicarle per quello ma se l’argomento è “il gioco” la sperimentazione quando vado a spendere 70 € ci può essere ma fino a un certo punto, non ti dico che vado a prendere il gioco a scatola chiusa, ma se la casa produttrice tenta di seguire una via e se personalmente trovo che “scada” su questa, son libero di criticarla.

      Poi ognuno è libero di piangere di fronte ai quadri, nel sentire una canzone, nel guardarsi un film o nel giocare, ma cioè, è una cosa del tutto personale.
      Prendendo una tua frase:”E quindi ben venga che qualcuno si commuova davanti ad una scena di un GAME, vuol dire che ha capito in pieno cosa il creatore forse voleva trasmettere.”<-Qua non sono d'accordo, scusa, se non piango nel video finale di FFXIII cosa sono? Meno adatto ai videogiochi o più stupido?
      Non esiste, ognuno recepisce determinate cose in maniera diversa per via di un bagaglio di conoscenze e studio del tutto personale.
      Io sto tenendo fuori conto anche la sensibilità, ma sarebbe da considerare.
      Magari c'è qualcuno che guardando big fish potrebbe ridere fino alla fine o non provare nulla.
      Ma non per quello in quel caso ha qualcosa di sbagliato lui, magari ha un sensibilità differente.
      E oltre a questo c'è da considerare anche il bagaglio culturale del singolo rispetto a ciò che guarda.
      Io sono uscito da un liceo artistico e ora sono in una facoltà di architettura, di arte ne so qualcosa, sia per passione che per studio è normale che determinate opere non le guardi con l'occhio di chi è ignorante del settore, ma non per questo se non faccio chissà quale complimento o non rimango sorpreso nel vedere queste opere vuol dire che non ne capisca nulla e che non sono riuscito "a capire in pieno cosa il creatore forse voleva trasmettere".
      In verità è un argomento molto più complesso quando si prendono in considerazione determinati fattori, per ora quindi è meglio considerare la componente TRAMA(che è una parte abbastanza distinta) di giochi a quella di film, che è una cosa che gli accomuna, diversamente considerare l'opera nel suo insieme e quindi prendendo anche parti che riguardano esclusivamente i giochi snaturerebbe questo confronto.
      Naturalmente quando il gioco si vuole mettere a fare il film il confronto diventa praticamente diretto e quindi lì sì, non si prende solo la trama ma anche altro( e personalmente il gioco perde per via della componente gioco stessa), ma a questo punto sarebbe da vedere se tutti recepiscono quelle determinate parti dei giochi come tentativi di fare film o meno, nell'articolo la cosa è data per ovvia ed è resa attraverso esempi(il più lampante è stato quello di l.a. noire) ma se poi la gente si mette a parlare del videogioco come arte e quant'altro vuol dire che ha capito un po' quello che gli pare.

      • Quando spieghi che percorso scolastico hai conseguito, dimostri di essere un presuntuoso,dicendo: dato che io ho studiato allora posso dire cio che dico.

        E questa è presunzione, si perchè conosco persone che non hanno potuto studiare ma che avrebbero voluto farlo, ma non per questo non leggono o non si interessano o non vuol dire che non sappiano argomentare.

        Non sai io chi sono e che conoscenze ho, potrei essere un ricercatore del CERN di ginevra.

        Prima di sparare sentenze si dovrebbe ragionare, e non reputarsi sempre superiori.

        Per fortuna VIPERFRITZ ha capito almeno in parte cosa volevo dire.

        QUello che non legge bene sei tù, il titolo parla di trame, e poi VIPER Si lamentava che non riusciva a capire come ci si potesse commuovere coi giochi.

        Per quanto riguarda le trame in parte posso essere d’accordo, ma se avessi letto bene, ciò su cui disquisivo avresti capito che riguardava il fattore sentimenti e non FILM o non FILM o trame.

        Io non dico che tù debba per forza commuoverti davanti ad un dato filmato, però è anche vero che se si segue la sorte di un personaggio e quest’ultimo ci piace e lo si vedesse morire, o soffrire sarebbe normale essere partecipi con lui, non dovrebbe normalmente piacerci che muoia o soffra,se no vuol dire che quel personaggio non ci piace, ma invece rattristarci (salvo casi eccezzionali).

  7. I Serpenti Non Vivono In Alaska

    snake eateeeer

  8. ahaha ma perché dovrei fare il presuntuoso? Hai problemi di autostima? Accidenti, manco fosse una frase messa lì a caso, aveva il suo senso nell’esempio.
    Comunque Kuraido, è troppo comodo giocare a cambiare le cose che dicono gli altri.
    L’hai fatto prima citando una mia frase(a cui poi ti ho risposto) che hai tagliato per piegarla al senso di quello che volevi dirmi(facendola sembrare che stessi parlando in senso assoluto quando non era così)
    E l’hai fatto ora vedendoci quello che volevi quando ti ho fatto un esempio abbastanza chiaro sul fatto che il bagaglio culturale personale influenza parecchio ciò che pensi.
    Avrei potuto dirti che ero uno chef e che mangiando le torte di mia sorella non mi sentivo di farle tutti i complimenti che magari fanno gli altri proprio perché sono abituato ad altro.
    Spero che non ti metti a rispondermi “Sei proprio un presuntuoso, non solo ti vanti di dove hai studiato ma ora anche che sei bravo in altri campi” cerca di leggere fra le righe.
    Naturalmente non mi metto più a discutere sull’argomento dell’articolo, è chiaro che anche qua ci hai voluto leggere quello che volevi e hai risposto di conseguenza.

    • Non è solo il bagaglio personale a fare la differenza, si perchè se ad un individuo gli si insegna che se piange non è uomo allora è ovvio che poi fara più fatica a commuoversi e ad
      empatizzare.

      Il bagaglio di una persona è dato anche dalle esperienze di vità vissute (se ha sofferto per salute se ha avuto animali o persone che poi sono morte se ha amato e perso)

      E poi tu non hai letto bene io ho usato una forma condizzionale e non assoluta come vuoi far credere, perciò non sono affatto presuntuoso.

  9. MGS è un continuo di emozizoni.

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