Il genere adventure non ha avuto grandissimo spazio in questa generazione anche se ci ha regalato giochi come Uncharted.
Ormai da anni, Nathan Drake è il volto di questo genere e sicuramente ci saranno alcuni discepoli che non hanno mai visto altro in vita loro. Qualcuno non era nemmeno nato quando, nel lontano 1996, un gioco ebbe un successo straordinario con oltre 8 milioni di copie vendute, lanciando il genere. Quel gioco era Tomb Raider e la protagonista è il personaggio videoludico più riconosciuto nel mondo a parte Mario e l’eroina più di successo nella storia del videogioco: Lara Croft.
Tristemente, dopo i fasti dei primi capitoli, il brand è crollato nella mediocrità portando alla crisi la prima casa di sviluppo e quasi anche la seconda, tanto che si è deciso di intraprendere la via del totale reboot della serie.
Lara è tornata.
E Dio solo sa quanto cazzo mi era mancata.
Immagino che praticamente tutti abbiate sentito le notizie principali riguardo questo reboot: è la prima “avventura” di una giovane e ancora innocente Lara, finisce su un’isola misteriosa e si deve arrangiare per sopravvivere in questo gran casino. Partiamo subito col dire una cosa: il titolo del gioco “Tomb Raider” (per ritornare alle origini) è sempre stato accompagnato nelle campagne di marketing dalla punch line “A Survivor is Born”, dando l’idea che nel gioco ci sia una forte componente survival. Ebbene, nel gioco c’è una spruzzata di elementi da tanti generi diversi ma di survival non se ne vede nemmeno l’ombra :D. A me non può importare di meno, li ho sempre odiati, ma è meglio chiarire subito il punto prima di andare avanti. Tutta l’attenzione sulla “sopravvivenza” è dovuta alla trama del gioco e alle situazioni in cui Lara si viene a trovare, che la rendono effettivamente “una sopravvissuta”, e questo elemento si sente molto nel gioco, semplicemente non è una componente del gameplay.
Ma non indugiamo oltre, com’è il gioco? Nel mio modestissimo, magari non totalmente imparziale (trattandosi di uno dei primissimi giochi che ho giocato su Playstation) parere è
Uno di quei giochi in cui non riesco a staccarmi dallo schermo, di cui ne voglio sempre di più. Una cosa che mi succede molto di rado e negli ultimi casi penso mi sia accaduto solo con Deus Ex: Human Revolution e i vari Mass Effect.
Il gioco, che è ovviamente un adventure di base, incorpora elementi presi in prestito da altri generi: le fasi di shooting sono funzionali e divertenti come nei moderni tps, ha delle componenti ruolistiche per lo sviluppo delle abilità e degli equipaggiamenti di Lara, una spruzzatina di puzzle per le tombe opzionali da esplorare e il tutto si amalgama alla perfezione.
Ma i veri punti forti del gioco sono Lara, ovviamente, e l’isola. Partiamo dalla seconda.
L’isola in cui si svolge l’avventura è veramente bella in ogni suo particolare. Diventa sempre più “ampia” man mano che Lara acquisisce nuovi strumenti per superare particolari ostacoli ed è totalmente esplorabile. Non è composta di livelli “scollegati”, in ogni momento potete prendere e tornare in un qualsiasi posto a cui avete già l’accesso, via fast travel oppure anche a piedi, se vi va. Sulla strada troverete sicuramente animali che popolano l’isola e, se ne avete voglia, potete cacciarli. Come vi dicevo, non è niente di legato al survival, Lara non “deve” mangiare, questa attività porta semplicemente punti esperienza e risorse. L’isola è talmente bella che rende persino interessante l’andare in giro a cercare collezionabili e a completare le sfide, semplicemente per vederla tutta.
Ma passiamo a Lara. Come ben sapete, il gioco si vuole concentrare sulla trasformazione della ragazzina appena uscita dal college nell’eroina che tutti siamo abituati a conoscere. Ci riesce anche, ma magari potevano rendere il passaggio un po’ più graduale. Le reazioni di Lara alla prima uccisione animale e umana sono molto ben rappresentate e quasi toccanti, non fosse, però, che NELLA STESSA SCENA, ci troviamo, per motivi di gameplay, a dover combattere, e quindi ammazzare, altre N persone. Voglio dire, ok che il primo caposaldo del sopravvissuto è “adattarsi in fretta”, magari hanno un po’ esagerato però. :D
A parte ciò, Lara è molto ben rappresentata durante tutto il corso dell’avventura, in cui la si vede diventare sempre più matura e decisa, abbandonando i piagnistei iniziali (anche motivati, a dirla tutta, vorrei vedere voi impalati su un pezzo di ferro :D). Questo effetto è anche dovuto all’ottima interpretazione dell’attrice Camilla Luddington, che ha doppiato la nostra eroina e si è anche occupata delle riprese in motion capture. Ammetto che, a volte, i continui gemiti e versi che Lara si trova a fare a causa di cadute o danni vari siano un po’ equivoci ma l’interpretazione è sicuramente di livello. Ovviamente tutto ciò è riferito al doppiaggio inglese, francamente mi sono totalmente disinteressato di quello italiano, magari il buon Farenzo ci metterà un commentino, visto che lui lo sta giocando nella nostra lingua.
Passando al gameplay vero e proprio, bisogna ricordare che i vari Tomb Raider non sono certo mai stati famosi per le loro fasi di shooting, sempre molto fiacche. In questo reboot, invece, sono fatte bene, cadenzate coi giusti ritmi e divertenti. In questo genere di gioco è molto facile cadere nell’errore di staccare nettamente le fasi esplorative e di platform e quelle di shooting, come è accaduto in Uncharted 3 (in cui si aveva 1 ora in cui le armi facevano ruggine e poi quella seguente si stava fondamentalmente fermi a spararsi col prossimo), per fortuna Tomb Raider non lo commette. Non tutto è perfetto, però, infatti a normale i nemici sono un po’ orbi, tendono a mancare il bersaglio abbastanza spesso, magari alzate la difficoltà, consiglio da amico :D
Il platforming è straordinario. Anche se e è evidente che attinga a piene mani da Uncharted, bisogna dire che Lara mette la freccia, supera Nathan in scioltezza e mette pure il dito medio fuori dal finestrino quando si parla di mobilità del personaggio. Infatti, non solo se la salta come una cavalletta ma, con l’avanzare dell’avventura, si dota di sempre più strumenti per affrontare ogni situazione (non ve li sto a nominare se no mi date dello spoilerone :P). Questo moltiplica esponenzialmente le possibilità di Lara, facendole navigare l’isola nella sua interezza e dando veramente il senso di “avventura”. Parte integrante di questa componente del gioco sono ovviamente i puzzle ambientali. Nell’avventura principale non ce ne sono parecchi, anzi, sono abbastanza limitati, ma in giro per l’isola ci sono delle tombe segrete che sono sempre composte di un enigma ambientale da risolvere per arrivare al bottino (che, oltre a dare risorse e xp, vi farà apparire il messaggio “TOMB RAIDED”, molto più soddisfacente del bottino in sè).
Voglio dedicare l’ultima attenzione alla versione pc, che è quella che sto giocando. Questa versione è degna di nota perchè, proprio per il ritorno di Lara, AMD e Crystal Dynamics hanno collaborato per lo sviluppo di un nuovo motore grafico solo per la gestione dei capelli della protagonista. L’hanno chiamato TressFX e vi mostro un’immagine comparativa che vale molto più di mille parole di spiegazione:
Come potete notare, i capelli non sono un “monoblocco” come siamo normalmente abituati ma sono gestiti singolarmente dal motore grafico, permettendogli di reagire individualmente alla fisica circostante. L’effetto in movimento è veramente splendido, se siete curiosi date un occhio al tubo. Inutile dire che è discretamente pesante sulle schede video (a me fa perdere una decina di fps ma visto che passo da 60 a 50 lo tengo comunque attivo perchè veramente bello). Capelli a parte, tutto il comparto tecnico del gioco è di assoluto rispetto, a partire da Lara stessa che è tanto ben fatta a livello di dettagli quanto ben rappresentata a livello di animazioni. Queste in particolare in più di un’occasione durante il gioco mi han fatto proprio pensare che erano notevoli e realistiche, proprio un piacere da vedere.
In conclusione, il gioco non è certo esente da difetti: semplicità, lieve abuso di sequenze scriptate (ma pochi qte) o un po’ di discordanza fra gli atteggiamenti di Lara nei filmati e nel gameplay, ma è un gioco fantastico che consiglio a chiunque abbia una qualsiasi piattaforma videoludica (ma se potete scegliere, il PC spacca nettamente).
Crystal Dynamics ha fatto un lavoro fenomenale nel resuscitare il brand e ridarci uno dei personaggi videoludici più famosi di sempre, il tutto dandoci una validissima alternativa ad Uncharted nel genere adventure.
E, francamente, per me è già nettamente migliore degli Uncharted.
Bentornata Lara, il mondo aveva ancora bisogno di te.
And on this bombshell, it’s time to end!
Finito il gioco al 99% (la storia principale) a livello massimo di difficoltà. Gioco stupendo! mi ha divertito ed emozionato. A difficoltà elevata i nemici non sono più resistenti ma hanno buona mira, ti accerchiano e ti stanano con molotv e candelotti di dinamite.
Certo questo capitolo ha fatto infuriare i “puristi” ma Uncharted ha rappresentato in questa GEN. il genere action/avventura rappresentanza che in passato era di Tomb Raider.
I giocatori moderni sono affetti dalla malattia chiamata “rage quit” se questo capitolo avesse avuto i salti millimetrici con in aggiunta enigmi cervellotici tanti lo avrebbero buttato fuori dalla finestra.